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Teatro Morlacchi, Sandro Allegrini incontra Sergio Tedesco

Creato il 13 dicembre 2011 da Goodmorningumbria @goodmrnngumbria
Teatro Morlacchi, Sandro Allegrini incontra Sergio Tedesco

Costanza Bondi

di Costanza Bondi

Lunedì 12 dicembre, al Teatro Morlacchi, Sandro Allegrini ha presentato “Incontrando Sergio Tedesco, perugino d’adozione: dall’urlo di Tarzan ai palcoscenici lirici, dalla sala di doppiaggio alla regia”, con Simona Esposito, Gian Franco Zampetti, il cinefilo/autore di vari libri sul cinema Fabio Melelli e Stefano Ragni, ripetuto ospite dell’Accademia del Donca, nonché divulgatore di alta cultura il cui merito, come sottolinea lo stesso Allegrini, è quello di essere un superspecialista che al contempo utilizza un linguaggio alla portata di tutti. Un evento indimenticabile, che ci ha fatto conoscere un perugino d’adozione, noto in tutto il mondo per le sue performance di attore, cantante, regista, doppiatore… una persona assolutamente inusuale per la nostra città, una figura di prestigio internazionale che ha vissuto e vive di spettacolo a tutto tondo ancora oggi. Uomo di grande riservatezza, seppure ne abbia da raccontare, non ama

Teatro Morlacchi, Sandro Allegrini incontra Sergio Tedesco

Simona Esposito e Sergio Tedesco

parlare di sé. Perciò abbiamo assistito ad uno spettacolo nello spettacolo grazie al racconto che ci ha fornito, con dovizia di particolari anche inediti, la bella Simona Esposito: “Basta guardarla”… l’ha definita Allegrini, appellandola col titolo del famoso film del 1970 diretto da Luciano Salce – tanto per rimanere in tema di cinema – per sottolinearne la prestanza fisica e vocale. Simona, mezzo soprano che sulla strada indicatale da Sergio Tedesco è attrice, scrittrice e direttrice del Teatro Mengoni di Magione, nasce professionalmente come adattatrice di dialoghi. Vestita di nero e color prugna lei, vestito di color prugna e nero lui, un tocco di bianco per entrambi (i polsini e i colletti delle camicie che spuntavano a far capolino)… diremmo che la compenetranza fra i due è molto di più! Simona e Sergio si incontrarono in un bel giorno di novembre… E inizia allora il racconto a dir poco fantastico della Esposito su Tedesco. Dal 1938 ad oggi: 73 anni di professione senza mai aver avuto bisogno di un agente. Sergio Tedesco nasce il 23 aprile 1928 a La Spezia: a 6 anni debutta nel suo primo spettacolo, a 10 il primo film, a 19 debutta nella prosa, campione di atletica leggera nelle specialità degli anelli e del sollevamento pesi, in tempo di guerra è contrabbandiere di sale e tabacco. Il resto è noto. “E’ il mio secondo padre” dice Simona di Sergio: da qui la commozione del maestro che, nonostante la carriera straordinaria di cui davvero pochi altri possono fregiarsi, rimane schivo e modesto. Bellissime le lacrime, neanche tanto furtive, che dolcissime scendono sulle gote di Tedesco, durante tutta la presentazione di cui ci ha omaggiato Simona. Il loro non è un semplice rapporto di discepolato, ma è una presenza costante nella vita di entrambi che ha permesso a Simona di ripercorrere episodi intimi e documentati, con una dovizia di particolari senza precedenti. Come ha sottolineato Melelli, è difficile racchiudere Tedesco, in quanto doppiatore, dentro questa unica categoria professionale, sebbene il doppiaggio lo abbia visto protagonista in tutti gli ambiti possibili e immaginabili: dal cinema di animazione di Walt Disney – ricordiamo che sua è la S sibilante del serpente de “Il libro della giungla” – al western, da “Colazione da Tiffany” al professor Guidobaldo di Fantozzi, da Mash al marito di Lara nel “Dottor Zivago”, tanto per fare degli esempi relativi a colui che fu definito IL MAESTRO INIMITABILE.

Una voce dolcissima, quella di Tedesco, che è riuscita a declinarsi nella tonalità metallica di ogni “cattivo di turno” nel mondo del cinema ed è riuscita a modularsi nel famosissimo “urlo di Tarzan”. L’urlo cantato, come lo definisce lui stesso: DO-RE-MI-RE-DO, e che il MI sia rigorosamente bemolle, come tende a specificarci! “Io interpretavo la parola – dice il maestro – non è mai stata una recitazione della parte imparata a memoria, la mia.” La conferenza si è chiusa con la consegna di un portachiavi che raffigura i simboli della città di Perugia (da una parte il Bartoccio e dall’altra il grifo) e con la simpaticissima lettura di Gianfranco Zampetti di un testo giocoso in endecasillabi, scritto da Sandro Allegrini in lingua perugina. Un omaggio che l’Accademia del Donca ha voluto offrire a questo suo socio onorario tedesco sie de’ nome, ma no de fatto… che giva matto pla musica da cinino e che fin da freghino fece ‘l doppiatore, prestando la voce ta quilaltri, pei cartoni e pe ji attoroni…

Commozione, quindi, fino alla fine all’interno della quale non sono mancati gli apprezzamenti in platea da parte delle signore riguardo alla prestanza fisica di Sergio Tedesco che, a dispetto di ciò, campeggiava a tutto schermo in una diapositiva che sarà stata di almeno una ventina di anni fa!

 



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