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Tecnologie rinnovabili: crescono gli investimenti, con qualche ansia per il futuro

Creato il 08 aprile 2015 da Valtercirillo

Tecnologie rinnovabili: crescono gli investimenti, con qualche ansia per il futuro

Gli investimenti mondiali sulle tecnologie rinnovabili sono tornati a crescere, superando i 270 miliardi di dollari nel 2014. L'anno record resta ancora il 2011 (279 miliardi), ma è senz'altro significativa l'inversione di tendenza dopo i cali del 2012 (256 mld) e del 2013 (232 mld di dollari).

È presto per dire se questo trend proseguirà con i prezzi del petrolio stabilizzati sotto i 60 dollari al barile. Da una parte, infatti, i maggiori investimenti dello scorso anno sono venuti soprattutto da tre Paesi (Cina e Giappone nel solare e Gran Bretagna nell'eolico offshore) e per progetti decisi prima che i prezzi del greggio crollassero: occorrerà quindi attendere il 2015 e il 2016 per vedere se e quanto i bassi prezzi del petrolio incideranno sul mercato delle tecnologie rinnovabili.
D'altra parte, però, è anche vero che il costo i costi di alcune tecnologie (fotovoltaico e eolico in modo particolare, ma non solo) continuano a scendere, aumentando il numero di Paesi e di situazioni in cui investire è comunque redditizio.

Al momento le tecnologie rinnovabili (considerate tutte le fonti ed escluso il grande idroelettrico: eolica, solare, geotermica, mini-idraulica, marina, da biomasse compresi i rifiuti) hanno raggiunto il 9,1% della generazione elettrica mondiale, contro l'8,5% del 2013. La nuova potenza installata nel 2014 è stata di 103.000 MW, pari a quasi la metà di tutta la nuova potenza elettrica installata da tutte le fonti, fossili comprese.

Da rilevare che il dato sulla potenza installata indica in modo eloquente la riduzione del costo capitale delle singole tecnologie, e in particolare del fotovoltaico e dell'eolico, che insieme hanno rappresentato il 92% di tutti gli investimenti rinnovabili nel 2014.
Il caso del fotovoltaico è particolarmente evidente: lo scorso anno nel settore sono stati investiti 149,6 miliardi per realizzare 46.000 nuovi MW ( = 3,3 milioni di dollari/MW), mentre nel 2011 con una cifra maggiore (155,7 miliardi) furono installati circa 30.000 MW ( = 5,2 milioni/MW).
Per l'eolico la cosa è meno evidente: sono stati investiti 99,5 miliardi per installare 49.000 MW, il che indica un investimento di circa 2 milioni di dollari/MW, cioè poco meno dei 2,1 milioni/MW del 2011. In questo va però tenuto presente che gli investimenti dello scorso anno si sono maggiormente concentrati su impianti offshore, che sono parecchio più costosi di quelli su terra.

Particolarmente evidente è stata la crescita degli investimenti in Cina, in Giappone e in alcuni altri Paesi dell'Asia, dove si è concentrata la metà degli investimenti mondiali nel fotovoltaico.
Sensibili aumenti (per tutte le tecnologie) si sono avuti anche in Brasile, India, Sudafrica, Indonesia, Cile, Messico e Kenya. La figura 1 illustra bene la crescente importanza che i Paesi in via di sviluppo stanno assumendo per i mercati delle tecnologie rinnovabili.

In Europa sono stati avviati ben sette progetti eolici off-shore, tutti di valore superiore al miliardo di dollari e uno (da 600 MW, al largo dell'Olanda) del valore di 3,8 miliardi: record mondiale storico per un singolo impianto rinnovabile (escluso il grande idroelettrico).

Va peraltro rilevato che l'incremento degli investimenti non ha riguardato tutte le tecnologie: biomasse e mini-idro hanno fatto registrare una discreta flessione rispetto al 2013 (Fig. 2).

Tecnologie rinnovabili: ci sono ancora importanti sfide da vincere

Il 2014 ha dunque offerto motivi di concreto ottimismo per le tecnologie rinnovabili. Che tuttavia hanno ancora sfide importanti da affrontare, dovute in particolare alle incertezze politiche e ai problemi strutturali delle reti elettriche, presenti praticamente in tutti i Paesi, anche quelli più avanzati. A questo va aggiunta la variabile del crollo dei prezzi petroliferi.

Una variabile importante, che però, dovrebbe incidere negativamente soprattutto nei Paesi esportatori di petrolio e in alcuni sotto-settori (in particolare quello dei biocombustibili), secondo l'opinione della tedesca Frankfurt School, che ha collaborato con l'Agenzia ambientale dell'Onu (Unep) e con Bloomberg New Energy Finance alla stesura del rapporto Global Trends in Renewable Energy Investment 2015.

Per il resto il maggiore o minore grado di penetrazione delle tecnologie rinnovabili dovrebbe continuare a dipendere soprattutto dalla loro capacità di ridurre i costi del kWh generato.

Gli ostacoli principali restano dunque l'eventuale scarsa fiducia degli investitori, dovuta alle incertezze delle politiche di incentivazione, e le difficoltà delle attuali reti a gestire quote rilevanti di energia generata da fonti rinnovabili non programmabili (eolico e solare).
Il che vuol dire che, a fronte dei grandi margini di sviluppo possibili, il vero ostacolo è quello eventualmente posto dalla volontà (e dalla disponibilità di finanziamenti) di innovare strutturalmente i sistemi elettrici.

[ Valter Cirillo]

Leggi il comunicato stampa del FS - Unep in inglese, francese, spagnolo e tedesco

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