Magazine Gadget

Tengami – Tutta la fragilità della carta

Da Videogiochi @ZGiochi
di Martina "Ryot4" Fargnoli

Nyamyam è uno studio inglese di sviluppo indipendente fondato nel 2010 da Phil Tossell e Jennifer Schneidereit, entrambi con precedenti esperienze in Rare. Ad animare il gruppo base, che conta anche Ryo Agarie, c’è un sogno: fare giochi è creativo e collaborativo, e tutto il processo è fatto con cura artigianale. Tengami incarna quest’idea e lo fa in modo splendido, soprattutto nelle estetiche, grazie a panorami di carta che si aprono davanti agli occhi del giocatore, ammaliati dalle pagine di un libro pop up.

tengamilogo

Rinascita

Tengami racconta un’antica fiaba ambientata nel Giappone e lo fa in modo simile ad un haiku: è concisa, senza fronzoli, breve e allo stesso tempo carica di forza evocativa emanata solo attraverso le immagini. È un testo aperto, dove gli spazi bianchi vengono riempiti dall’immaginazione e dal senso che il lettore-giocatore vuole dargli. Tutto ha inizio da un albero morente ai cui piedi giace il protagonista: una fine sagoma di carta dalle fattezze umane di un uomo, forse un samurai. Il viaggio, diviso in tre capitoli, ci porta a recuperare dei fiori di pesco dopo aver risolto degli enigmi ambientali, musicali e di colpo d’occhio per ridare linfa ai quattro rami che dovrebbero ospitarli fiorenti. Il mondo evolve dalle nostre mani, proprio come in uno di quei libri tridimensionali, dove girando pagina o tirando una linguetta prendono forma edifici, montagne, ponti, grotte e tutto ciò che è stato pensato per l’interazione. In Tengami ciò non serve quindi soltanto a stupirci, ma ogni meccanismo è ben integrato nei puzzle e tirare il lembo della carta all’occorrenza potrà servire per aprirci un passaggio o una porta, mentre sfogliare le pagine ci potrà portare in un nuovo luogo o ci farà salpare per il mare.

Nonostante tutto si incastri piuttosto bene, molti degli enigmi sono semplici e poco stimolanti soprattutto nelle fasi iniziali, salvo risultare più intriganti nelle fasi che richiedono di creare un percorso o di osservare con cautela gli indizi nascosti tra le pieghe della carta. È possibile disporre di suggerimenti, ma vi sconsigliamo assolutamente di ricorrervi perché sono talmente esplicativi che vi dicono troppo chiaramente cosa fare, inoltre il gioco dispone di alcune guide visive che vi indicano esattamente cosa poter toccare e muovere, per fortuna in questo caso il come andranno mosse non vi sarà svelato. In linea generale l’andamento calmo e pacifico del titolo invita a lasciarsi cullare dalle melodie di stampo orientale, puntando più a prendersi del tempo nell’osservazione degli scenari che non nella corsa affannata del risolvere enigmi per proseguire nell’avventura, talvolta richiederanno di fare avanti e indietro in zone già esplorate rendendo poco piacevoli gli stessi spostamenti. Puntando diretti alla loro risoluzione, la longevità si attesta su circa due ore, con nessuno stimolo ad intraprendere di nuovo il viaggio. Proprio sul finale viene spezzato il sottile patto che abbiamo stretto con il titolo, ossia quel gioco a due parti che da un lato ci vede barcamenarci nel compito di raccogliere fiori e dall’altro di far fiorire i quattro rami. Ne basteranno soltanto tre, e ammettiamo di esserci rimasti un po’ male perché ci aspettavamo almeno di visitare un altro luogo. La struttura dei puzzle si stava facendo più complessa, gli scenari più ricchi e misteriosi e quella di far fiorire due rami con un solo fiore ci è sembrata una brusca chiusura.

Esperienze fragili

La bellezza di Tengami sta tutta in quel delicato mondo di carta messo in piedi con cura, nelle pennellate di colore che danno spessore e arricchiscono di luce gli scenari, nei ruscelli che sembrano in movimento, nelle stagioni che lasciano il segno del loro passaggio, ma la fibra spessa e granulosa del suo materiale costituente è forte solo all’apparenza, e la carta si accartoccia sotto il peso di un’esperienza che non riesce a soddisfare fino in fondo. Il passaggio su PC inoltre fa perdere la naturale sensazione di sfogliare pagine che si avrebbe su un dispositivo touchscreen come l’iPad. Finiremo per cliccare costantemente con il mouse provando ad avanzare in quegli ambienti enormi rispetto al protagonista, ma che in fin dei conti per quanto esteticamente siano sapientemente costruiti, sono fin troppo lineari. Alla fine di ogni capitolo ci viene offerta una piccola vera composizione poetica che dà una traccia delle vicende affrontate, mentre la transizione da un capitolo all’altro ci offre, nella versione da noi testata, anche una schermata nera di caricamento che per qualche secondo spezza il filo degli eventi. Nulla di eccessivo o gravoso, ma semplicemente poco affine alle atmosfere idilliache raggiunte in gioco attraverso il comparto audiovisivo.

Tengami – Tutta la fragilità della carta


Potrebbero interessarti anche :

Ritornare alla prima pagina di Logo Paperblog

Possono interessarti anche questi articoli :