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Tentazioni di effimera felicità

Creato il 17 aprile 2012 da Unarosaverde

Continuiamo a parlare di gioia e felicità, in chiave molto più prosaica e leggera, però.

“Il peggior peccato che la passione possa commettere è quello di essere senza gioia”, diceva Paul Delagardie, lo zio viveur di Lord Peter Wimsey, detective creato da Dorothy Sayers, uno dei miei mai sopiti amori letterari.

Fin dalla prima volta in cui l’ho letta, ho pensato che fosse una frase molto saggia e acuta. Potrei scriverci righe e righe su quel che ne penso. Però forse sono solo io che la interpreto come un ottimo discrimine tra quello a cui dovremmo abbandonarci e quello a cui dovremmo resistere. Magari c’è chi pensa che, al massimo, potrebbe meritarsi di stare arrotolata ad un bacio perugina o poco più.

Secondo voi, però, oltre al significato più facilmente intuibile, potremmo leggerci un messaggio nascosto, un invito ad estenderne l’applicazione ad altri fatterelli della vita?

Chiedo, perché, vedete, ci sono ancora i due coniglietti di questo post che non si sono riprodotti ma mi osservano dalla mensola sopra la scrivania. Ignorare il richiamo delle loro orecchie sta diventando sempre più complicato.

Difficile resistere, soprattutto quando una ha cominciato molto presto ad arrendersi a certe tentazioni…

Tentazioni di effimera felicità
Tentazioni di effimera felicità

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