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Terra ed ecosistemi: verso trasformazioni radicali?

Creato il 19 dicembre 2011 da Alessandro @AleTrasforini

"[...]Sono qui a parlare per conto del numero infinito di animali che stanno morendo nel pianeta, perchè non hanno più alcun posto dove andare. Ho paura di andare fuori al sole perché ci sono buchi nell’ozono, ho paura di respirare l’aria perchè non so quali sostanze chimiche contiene. [...] sentiamo parlare di animali e piante che si estinguono, che ogni giorno svaniscono per sempre. Nella mia vita mia ho sognato di vedere grandi mandrie di animali selvatici e giungle e foreste pluviali piene di uccelli e farfalle, ma ora mi chiedo se i miei figli potranno mai vedere tutto questo. [...] Tutto ciò sta accadendo sotto i nostri occhi e ciò nonostante continuiamo ad agire come se avessimo a disposizione tutto il tempo che vogliamo e tutte le soluzioni. [...] Sono solo una bambina, ma so che siamo tutti parte di una famiglia che conta 5 miliardi di persone, per la verità, una famiglia di 30 milioni di specie. E nessun governo, nessuna frontiera, potrà cambiare questa realtà. [...]  Sono solo una bambina ma so che se tutto il denaro speso in guerre fosse destinato a cercare risposte ambientali, terminare la povertà e per siglare degli accordi, che mondo meraviglioso sarebbe questa terra! A scuola, persino all’asilo, ci insegnate come ci si comporta al mondo. Ci insegnate a non litigare con gli altri, a risolvere i problemi, a rispettare gli altri, a rimettere a posto tutto il disordine che facciamo, a non ferire altre creature, a condividere le cose, a non essere avari. Allora perché voi fate proprio quelle cose che ci dite di non fare? [...]Voi continuate a dire che ci amate, ma io vi lancio una sfida: per favore, fate che le vostre azioni riflettano le vostre parole." Erano questi frammenti del discorso che, quasi vent'anni fa, una coraggiosa ragazzina di nome Severn Suzuki tenne di fronte a 108 Capi di Stato nel Summit della Terra, dal 3 al 14 giugno 1992.  Da allora, è evidente, poco o niente è cambiato: è più facile scrivere che 'qualcosa' è peggiorato, tanto per usare un eufemismo. I cambiamenti climatici sono ormai un vincolo provato e riprovato, a fronte di decenni che assumono su serie storiche caratteristiche record sempre imbattute.  Gli effetti del riscaldamento globale sono, in questo campo, argomento di fondamentale ed essenziale importanza: sono correlati almeno in parte all'abuso umano delle risorse?  Cosa accadrà nel futuro se, forse, nessun pulsante di ritorno sarà premuto in tempo?  Cosa potrebbe accadere se nulla negli atteggiamenti e nei gesti quotidiani cambiasse?  Un'indagine della NASA svela, stando a quanto reperibile in rete, parte del quadro 'attendibile': in meno di un secolo metà delle piante e degli ecosistemi verrà modificata profondamente a causa del riscaldamento globale.  Uno studio condotto fra il Jet Propulsion Laboratory ed il California Institute of Technology di Pasadena ha analizzato come potrebbero modificarsi le varietà vegetali terrestri in uno scenario con crescenti livelli di gas serra prodotti dall'essere umano e dal 'progresso'.  Il cambiamento ecologico sarebbe, a loro dire, imminente e capace di mettere a rischio la sopravvivenza di molti componenti della biosfera. Dai calcoli mostrati, infatti, il 30% circa del territorio terrestre subirà modifiche più o meno pesanti. Il 40% degli ecosistemi terrestri potrebbe essere destinato, forse, a modificarsi radicalmente.  Verità? Finzione? Oltre ogni dubbio, c'è una sola cosa certa allo stato attuale: il tempo per verificarlo è sempre più esiguo. Basta solo attendere, più o meno pazientemente. 1992-2011(2012): quanto (poco) è cambiato. 
Per saperne di più:  "NASA: entro 2100 cambia metà ecosistemi", www.ansa.it;
"Il riscaldamento globale modificherà la metà degli ecosistemi entro il 2100", M.Mancini, www.ecologiae.com  (http://www.ecologiae.com/riscaldamento-globale-modifiche-ecosistemi/51851/)
"Il discorso al mondo di Severn Suzuki.", (http://www.robertodragone.com/blog/il-discorso-al-mondo-di-severn-suzuki)
TERRA ED ECOSISTEMI: VERSO TRASFORMAZIONI RADICALI?

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