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TFF29 – L’era legale salverà il mondo

Creato il 02 dicembre 2011 da Soloparolesparse

Partiamo dalla considerazione che le famiglie napoletane sono numerose e appassionate. Ieri al Massimo 1 c’erano cinque file di poltrone riservate ed una confusione senza pari all’ingresso, e al seguito del film c’era persino il sindaco De Magistris.
Cosa buona, per carità, ma una nota di colore non da poco.

Il problema è che L’era legale cinematograficamente parlando è un film bruttino, anzi proprio brutto.
Certo il lavoro di Enrico Caria è divertente ed ha anche un messaggio politico e sociale non indifferente (e col quale mi trovo assolutamente daccordo) ma di considerarlo un’opera cinematografica a tutti gli effetti proprio non me la sento.

TFF29 – L’era legale salverà il mondo

Siamo di fronte all’ennesimo mockumentary della stagione (niente di male, ormia il genere è riconosciuto) e si racconta l’ascesa a sindaco di napoli e poi la conquista del mondo di Nicolino Amore, figlio di un poarcheggiatore che ha un po’ girato il mondo arrangiandosi fino a tornare a Napoli per mettersi ad arringare la gente per strada.
Una partecipazione ad una trasmissione televisiva in cui incastra con due battute i candidati sindaci spinge un imprenditor a chiedergli di candidarsi.

La vittoria insperata lo propone però come novello approfittatore dei privilegi che il ruolo gli garantisce, fino a quando una frase di una domestica lo fa rinsavire e si impegna veramente per la città, partendo dalla lotta al narcotraffico.
L’idea è quella di legalizzare le droghe, e funziona alla grande.
Da lì si passa al racket, alla monnezza e si conclude con la soluzione perfino per il Vesuvio.
Nicoliono Amore è ora il personaggio più amato al mondo, l’unica speranza per la salvezza del pianeta.

 

Il film è caciarone, sguaiato, divertente, ma è fondamentale il messaggio, come pure il modo in cui Amore risolve i problemi.
Non è un paladino della correttezza nuda e cruda.
Per raggiungere gli obiettivi usa gli stessi mezzi degli altri. Televisione, intercettazioni, ricatti, non si ferma davanti a niente e a nessuno.
Ha un obiettivo e lo punta diretto.

Mischiati ai personaggi ci sono una serie infinita di interviste (finte) a personaggi napoletani (attuali) e qui siamo secondo me al centro della faccenda.
Si, perchè i personaggi reali nel raccontare come il finto sindaco ha risolto i problemi di Napoli si mettono serenamente a raccontare quali erano (sono) i problemi (veri) della città.
E lo fanno senza sconti e senza giri di parole, lanciando accuse e mostrando i colpevoli di un sistema corrotto e distorto.

Quando si provano a lanciare messaggi seri e importanti con la scusa della risata (ed in questo caso si mescola allegramente anche realtà e fantasia) c’è sempre il rischio che il messaggio importante venga preso per parte della finzione, ma è un rischio che bisogna correre e che le persone intelligenti saranno in grado di affrontare.

Giudizio sintetico: il film è brutto, ma è assolutamente da non perdere!



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