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The canal

Creato il 07 giugno 2015 da Misterjamesford
The canalRegia: Ivan Kavanagh
Origine: Irlanda, UK
Anno: 2014
Durata: 92'

La trama (con parole mie): David è un archivista specializzato in recupero di pellicole di inizio novecento dedicate a crimini e misteri, in procinto di avere un figlio e sposato con Alice. Tutto pare perfetto, nella vita dell'uomo, ma quando, cinque anni dopo essersi trasferito in una grande casa nei pressi di un canale, la presunta infedeltà della moglie lo mette in crisi, le cose cambiano: Alice stessa scompare in circostanze misteriose, incubi terribili paiono associare la casa in cui dimora ad una serie di fatti violenti e terribili avvenuti nel corso dei decenni, il focolare domestico è minacciato.
Neppure il tempo di rendersi conto di quello che sta accadendo, ed il ritrovamento del cadavere di Alice pone David sotto i riflettori della polizia, ansiosa di scoprire cosa si cela dietro la morte della donna ritrovata proprio nel canale: per il vedovo sarà l'inizio di un viaggio terrificante nel corso del quale dovrà mettere in gioco tutto per poter difendere quello che resta della famiglia.
The canal
Da che ricordi, l'horror è sempre stato uno dei guilty pleasures del sottoscritto, già dai tempi in cui ai brividi del primo ed inimitabile Nightmare si sommarono quelli dello spauracchio Twin Peaks: nel mezzo - ed in seguito, ovviamente - miriadi di titoli pronti a spaziare dallo slasher alla ghost story, attraversando i più disparati territori del potenziale terrore indotto nello spettatore.
Peccato che, nel corso degli anni, complici l'invecchiamento ed una scorza più dura di quella che era ai tempi - uniti ad un peggioramento qualitativo notevole delle proposte - ritrovarsi non dico spaventati, ma quantomeno turbati da una pellicola "dell'orrore" è diventato sempre più difficile, per gli occupanti di casa Ford ed il sottoscritto in particolare.
The Canal, consigliato dal mio fratellino Dembo e dallo stesso molto sponsorizzato, ha finito per rivelarsi un buon riempitivo in un panorama che, ultimamente, nonostante esperimenti decisamente azzeccati - The Babadook e Housebound su tutti -, finisce per regalare delusioni tanto spesso quasi quanto il Cinema italiano: senza dubbio, però, va sottolineato che la coraggiosa pellicola di Ivan Kavanagh, che probabilmente finisce per essere ricordata principalmente per la citazione - voluta o no, che sia - del terrificante bagno di Trainspotting ed il finale davvero crudele, non ha di fatto alcuna possibilità di rappresentare davvero una nuova frontiera per l'horror e le sue sfumature, andando ad ingrassare le fila di un genere - quello delle ghost stories - senza dubbio ormai esplorato e soprattutto negli ultimi quindici anni fin troppo abusato, mescolando lo stesso con un gioco di specchi che ricorda Shutter Island o Il sesto senso telefonato fin dal principio.
Non vorrei, però, allo stesso tempo, calcare troppo la mano su un titolo che ha finito per intrattenermi come si conviene, accompagnando una merenda in pieno relax - anche di neuroni, come è giusto che l'horror faccia - rivelandosi, di fatto, una sorta di fratello minore di Sinister, testimonianza di quanto, pur se non ai livelli dell'Oceania, che il futuro del Cinema del terrore probabilmente troverà terreno fertile in Gran Bretagna.
The Canal, in particolare, sfruttando un gioco ben noto agli appassionati di genere, porta lo spettatore ad immedesimarsi sequenza dopo sequenza nella vittima perseguitata dal Male in modo da alimentare il terrore del climax sfruttando proprio il legame appena citato: personalmente, ho trovato la risoluzione del lavoro di Kavanagh - scritta dallo stesso - un pò troppo telefonata, eppure in grado di mantenere sulla corda quantomeno gli spettatori occasionali, finendo per rischiare di essere considerato perfino più di quanto non andrebbe, ovvero un dignitoso prodotto d'intrattenimento in grado di ritagliarsi un paio di sequenze dalla tensione efficace ed un buon approccio al concetto di rapporto tra padre e figlio legato all'horror.
Interessanti, inoltre, anche gli inserti legati ai filmati "di repertorio" lavorati da David - anche in questo caso, a mio parere debitori di quello che fu il già citato Sinister -, pronti ad alimentare gli incubi del protagonista tanto quanto l'inquietudine dello spettatore - a meno che non siate dei vecchi lupi di mare del genere come il sottoscritto, ed in quel caso vi parrà solo ordinaria amministrazione ben gestita -: ma quello che resta è principalmente una storia di fantasmi e violenza come probabilmente si troverebbero andando a scavare nella cronaca nera ed infarcendo la stessa di suggestioni e riferimenti.
In fondo, viviamo in un mondo che cela - e neppure troppo bene - canali ben più oscuri e terribili di quello che porta il Male nel cuore della casa di David, e che con lo stesso David finisce per ingaggiare una sfida che sa di poter vincere, facendo affidamento sulla Natura decisamente caotica dell'Uomo.
MrFord
"I lost my heart
under the bridge
to that little girl
so much to me
and now I'm old
and now I holler
she'll never know
just what I found."PJ Harvey - "Down by the water" - 

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