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The Climber: il suono della montagna in un manga d’autore

Creato il 07 marzo 2013 da Lospaziobianco.it @lospaziobianco

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The Climber, tratto dal romanzo di Jiro Nitta, è un‘opera interessante e rappresentativa delle nuove direzioni che il manga seinen, quello più adulto e autoriale, sta prendendo negli ultimi tempi.  

Il disegno raffinato, realistico e incredibilmente ricco di particolari di Shinichi Sakamoto, è influenzato dallo stile coreano e da quello del fumetto occidentale. È dinamico, di grande impatto e il realismo del tratto aumenta con il progredire della storia. 

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Anche la storia, che si concentra sulla figura del protagonista, Buntaro Mori, rientra nel metodo tipicamente contemporaneo di creare personaggi calati in situazioni complesse che poco a poco fanno emergere la loro personalità.
Questi sono già ottimi motivi per avvicinarsi ad un’opera distante dalla monotonia delle produzioni più commerciali.

Buntaro Mori è un ragazzo con diversi problemi ad integrarsi nella vita sociale. Grazie a un’insegnante della propria scuola, trova la sua dimensione nella pratica dell’arrampicata e nel rapporto con la natura e la montagna, da sempre simbolo spirituale per i giapponesi.
Forse per attirare un pubblico più abituato a imprese meno realistiche e più iperboliche, l’inizio risulta leggermente sopra le righe, ma basta proseguire nella lettura dei primi volumi per capire che il tono della storia rimane comunque sempre realistico. 
Di grande intensità e partecipazione sono le scene di climbing. Trasmettono tutta la fatica e la difficoltà delle situazioni più impegnative, riuscendo a trasmettere al lettore la tensione del braccio nell’infilare la piccozza nel ghiaccio o lo sforzo di respirare sotto sforzo ad alta quota.

The Climber è un manga che riesce a narrare con efficacia l’atmosfera e le sensazioni che accompagnano la crescita del protagonista: da giovane studente alle prese con il muro di arrampicata nella palestra della scuola, a uomo adulto che dovrà confrontarsi con la difficoltà della vita e soprattutto con l’inviolata parete orientale del K2.

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Seguendo il protagonista nel suo percorso, il manga alterna sapientemente le scene delle scalate a quelle della vita quotidiana rendendone ancora più evidente il contrasto. Proprio nella solitudine di quegli spazi le persone riflettono più intensamente sulla propria vita e sui propri rapporti con il mondo, gli amici e la famiglia.

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Al richiamo degli affetti si oppone il possente richiamo della montagna con un duplice effetto: la ricerca della comprensione di sé stessi e degli altri, e il desiderio di perdere e annullarsi nell’immensità della natura.
Questa drammatica dualità è ben evidenziata dal rapporto dei personaggi con l’amore. L’attaccamento alla propria amata non riesce a distoglierli dall’irresistibile desiderio di sfidare la natura e anche quando la situazione si fa estrema, la scelta di rischiare di perdere tutto pur di soddisfare questo bisogno sarà sempre una pericolosa tentazione.

Tra la dura concretezza delle rocce e la fredda solitudine delle nevi di alta montagna, il lettore compie un viaggio che non manca di far riflettere anche chi non ha nulla a che fare con questo mondo, perché The Climber è soprattutto un’opera sugli uomini e del loro rapporto con sé stessi e con il mondo che li circonda.

L’impatto visionario presente in alcuni passaggi è utilizzato solo come rappresentazione grafica dei personaggi, per rendere più concrete le loro sensazioni, ma rimanendo nell’ambito di un approccio psicologico, non metafisico. Per fare qualche esempio, in una scena in cui un alpinista è travolto da un blocco di neve e ghiaccio, 

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questo viene visualizzato dall’autore come un gigantesco container che gli crolla addosso. In un altro caso, il protagonista è distratto dal pensiero di una donna che ha cercato di sedurlo, e viene mostrato come se lo “spirito” della donna lo trattenesse.

La storia non prende posizioni filosofiche e si limita a mostrare la vita del protagonista senza dare giudizi, anche se, sembra lasciar trasparire l’autore Yoshiro Nabeda, la distanza tra la il mondo della montagna e quello della modernità rimarrà sempre spiazzante e difficile da colmare.
Cosa spinge allora un uomo a sfidare i propri limiti e a confrontarsi con l’immensità delle montagne?
In questo senso il manga descrive molto bene la psicologia e le motivazioni dei diversi personaggi, accomunati dalla stessa passione per il climbing e il mondo a esso legato, le cui vite si intrecceranno con quelle del protagonista: istruttori di alpinismo, ricercatori, ricchi personaggi alla ricerca della gloria o della propria affermazione personale. Persone molto diverse tra loro per carattere ed esperienze di vita ma con un’unica passione, che li spinge verso le vette.

A sottolineare la passione dell’autore per il climbing, ogni volume è chiuso da brevi appendici, con spiegazioni tecniche su attrezzi e tecniche di scalata e le biografie di grandi scalatori. Il personaggio di Buntaro Mori stesso è una versione “contemporanea” del famoso scalatore giapponese dei primi del ’900 Buntaro Kato, famoso, come il protagonista, per le sue scalate in solitaria.

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Abbiamo parlato di:
The Climber
Yoshiro Nabeda Shinichi Sakamoto
Traduzione di Marco Franca
, 2012
Serie in 17 volumi (conclusa)
224 pagine, brossurato, bianco e nero – 5,90€ cada

 

 


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