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The Escapists – Vita da prigioniero

Da Videogiochi @ZGiochi
di Matteo "Kampa_J" Campagnano

Ormai dopo famose serie televisive come “Prison Break” o film come “Le Ali della Libertà” sappiamo cosa può voler dire stare in prigione, in isolamento, sottostare ai secondini e alle regole del carcere, ma se c’è una cosa che ci hanno anche insegnato è che nessuna prigione è perfetta e come tale presenta punti deboli che i prigionieri più scaltri possono sfruttare per poter evadere. Un’ultima, ma non marginale, cosa che abbiamo imparato è l’importanza del contrabbando interno alla prigione e che può garantirci una fuga più sicura, un pasto caldo o qualsiasi altro bene di “lusso” per poter vivere all’interno della prigione. Perché tutta questa manfrina? Perché The Escapists, nuovo titolo approdato su PC e Xbox One in Digital Download e sviluppato dai Mouldy Toof Studios è tutto questo in salsa 8-bit.

esca

la fuga non è cosa da tutti

Evadere non è cosa da tutti, ma solo dei più attenti e scaltri, ma anche dei più pazienti e che misurano ogni passo, ogni respiro e ogni centimetro di una prigione, vivendola appieno nella sua monotonia, nella sua chiusura, nella sua prevedibile esistenza, per poi, una volta attuato e preparato il piano di fuga, prevedere ogni possibile ostacolo. La prigione diventa quindi come un amante frigida: dovremo coccolarla, assecondarla e capirla, prima di violarla… Ebbene proprio come un’amante capricciosa ha i suoi ritmi e i suoi doveri, è unica nel suo genere e in The Escapists dovremo coglierne ogni sfaccettatura, compiendo svariati rituali come l’allenamento, l’appello, la colazione delle 9:00 e il pranzo delle 12:30, così come la cena e la notte passata in cella per rimuginare, recuperare le forze e attendere ancora un maledetto giorno prima di fuggire. Ognuna delle 8 prigioni disponibili sarà un crescendo di difficoltà che ci metterà a dura prova, sfidando anche il giocatore più saldo e portandolo spesso alla frustrazione. Questa non tarderà ad arrivare soprattutto quando verremo “beccati” in flagrante e verremo privati di tutti gli oggetti raccolti fino a quel momento e del danaro guadagnato grazie al completamento di alcune subquest, vanificando tutto il lavoro fatto fino ad a quel momento. Inoltre, in base alla gravità delle nostre azioni potremo essere sbattuti in isolamento cosa che ci darà la possibilità di ripensare bene ai nostri errori per non commetterli più. Le quest secondarie citate poco sopra e che saranno fonte di guadagno, spazieranno dal recupero di oggetti rubati per conto di terzi al pestare qualcuno e così via, mostrandosi alla lunga più che ripetitive ma essenziali per la compravendita di svariati oggetti all’interno della prigione. Quest’ultimi poi potranno essere a loro volta utilizzati, ceduti ad altri detenuti o addirittura assemblati con lo scopo di creare armi e o utensili utili per fuga. Il sistema di crafting infatti offre decine di combinazioni possibili (a patto ovviamente che si trovino gli oggetti corretti) da gestire richiamando il comodo menu. Infine potremo svolgere alcuni compiti all’interno del carcere per accattivarci i secondini e studiare ancora meglio il terreno di gioco, individuando punti deboli, scorciatoie, telecamere e quant’altro.

La vita all’interno di un carcere non è mai facile e ad aumentare la tensione (che accentuerà gradualmente di prigione in prigione) si aggiunge l’impossibilità di poter salvare la partita se non durante la notte (riposando), cosa che ci costringerà ad agire con cautela senza insospettire troppo i secondini. Basterà mancare un appello, ritardare un pranzo o un allenamento e attireremo sempre più su di noi l’attenzione, diminuendo esponenzialmente le possibilità di fuga. Questa può avvenire in svariati modi secondo le nostre intuizioni: potremo creare risse interne, scavare tunnel, rubare divise dal secondino per poter accedere ad aree ristrette e così via, lasciando spazio all’immaginazione di ognuno. Purtroppo però vi sono due grossi handicap che renderanno il tutto ancor più frustrante e complesso, ovvero la totale mancanza della localizzazione in italiano e un qualsiasi tipo di aiuto eccetto qualche suggerimento a schermo di tanto in tanto e un piccolo tutorial iniziale, troppo poco per poterci spiegare realmente le meccaniche di gioco. Certo, nessuno al mondo spiega ad un detenuto come evadere e nessuno gli serve il materiale adeguato su di un piatto d’argento, ma qualcosina in più non avrebbe guastato affatto.

Spesso vi sentirete smarriti o semplicemente annoiati per via di ripetuti fallimenti o incomprensioni rispetto al da farsi, costringendovi ad abbandonare il titolo più e più volte ancora. Il lato positivo (su quest’ultimo punto in particolare) se vogliamo, è che grazie a tutta questa frustrazione e tensione The Escapists riesce ad appagare immensamente quando riusciremo nella fuga. Ci sentiremo davvero degli eroi, invincibili e inafferrabili. Peccato poi che dopo la prima, la seconda e la terza evasione ve ne saranno altrettante da portare a termine e sempre più difficili, e questo pensiero vi martellerà la mente a tal punto da togliervi quasi istantaneamente quel ghigno malizioso sul volto. Nel complesso The Escapists riesce anche ad intrattenere e divertire, forte anche del suo stile 8-bit, dei suoi suoni retrò e di una colonna sonora azzeccata ma forse un po’ troppo persistente durante tutta l’avventura, ma è vero anche che è un titolo davvero (davvero davvero) difficile e che non perdonerà chi lo prenderà sottogamba. The Escapists è un titolo per i giocatori amanti degli escape game e che sono in grado di mantenere un notevole self-control e in possesso di una pazienza fuori dal comune. Questi ultimi proprio sono i suoi punti di forza e debolezza, poiché se da una parte il gioco riesce nel suo intento di renderci prigionieri a tutti gli effetti, dall’altra potrebbero esserci molti videogiocatori claustrofobici che non lo apprezzeranno, allontanandolo e girandoci alla larga.

The Escapists – Vita da prigioniero


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