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The Imitation Game – A Beautiful Mind

Creato il 03 gennaio 2015 da Oggialcinemanet @oggialcinema

Il commento di Maurizio Ermisino

Summary:

L’enigma di un genio – The Imitation Game è la storia di Alan Turing, scienziato inglese che contribuì alla fine della Seconda Guerra Mondiale

Alan Turing contribuì più di ogni altra persona alla fine della Seconda Guerra Mondiale. È il pensiero di Winston Churchill, e scusate se è poco. La sua storia viene raccontata nel film inglese L’enigma di un genio – The Imitation Game. Scienziato, inventore e filosofo inglese, considerato erroneamente autistico in gioventù (quando aveva solo un problema di balbuzie) è considerato oggi uno dei padri dell’informatica. Durante la Seconda Guerra Mondiale riuscì a ideare una macchina in grado di decrittare i codici segreti tedeschi, e contribuì in questo modo alla fine della guerra. Durante l’inverno del 1952 le autorità britanniche entrarono in casa sua per indagare su una segnalazione di furto con scasso, e finirono per arrestare Turing per atti osceni, che lo portarono all’incredibile condanna per il reato di omosessualità. E al suicidio, a soli 41 anni.

La storia era stata già raccontata nel poco fortunato Enigma, film di Michael Apted tratto dal romanzo di Robert Harris del 2001 che annoverava nel cast Dougray Scott e Kate Winslet, il cui protagonista era solamente ispirato a Turing, e prendeva spunto dalla sua storia per costruire un misto di spy story e love story. È stato dimenticato ben presto. Cosa che non capiterà sicuramente a L’enigma di un genio – The Imitation Game, che The Indipendent ha definito il miglior film inglese dell’anno. Il film stavolta si concentra sulla figura di Turing, interpretato, anima e corpo, da Benedict Cumberbatch (Sherlock, Into Darkness – Star Trek, 12 anni schiavo), che ha anche avuto un esaurimento nervoso, scoppiando a piangere durante una scena del film, per essersi immedesimato troppo nella tragica sorte di Turing. Accanto a Cumberbatch c’è Keira Knightley, nel ruolo di Joan Clarke, brillante matematica, fattasi strada lottando in un mondo per soli uomini, legata da un legame molto particolare, fatto di complicità e di collaborazione, a Turing.

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La storia de L’enigma di un genio- The Imitation Game nasce nel lontano 2009, quando i produttori Nora Grossman e Ido Ostrowsky lessero un articolo in cui l’allora premier Gordon Brown si scusava a nome del governo britannico per il trattamento riservato ad Alan Turing. I produttori, incuriositi, si misero a fare delle ricerche e opzionarono la biografia di Turing di Andrew Hodges. Durante una festa, poi, incontrarono il giovane romanziere Graham Moore che mostrò molto interesse per la storia, e si offrì di scrivere la sceneggiatura. La chiave è stata un articolo scritto da Turing nel dopoguerra in cui descriveva il metodo inventato da Turing per capire se qualcosa fosse una macchina o una persona reale. Turing lo chiamava un “gioco”. E da qui il film è diventato The Imitation Game.

L’enigma di un genio – The Imitation Game cerca di combinare il più classico biopic con l’analisi di un personaggio e il thriller. Alla regia è stato scelto Morten Tyldum, regista norvegese (qui al suo primo film in lingua inglese) che aveva colpito i produttori per la sua capacità di analizzare i personaggi nel suo precedente Headhunters. Dopo la scelta del regista era fondamentale trovare il protagonista giusto. Ancora prima che diventasse famoso anche negli Stati Uniti, il regista ha sempre pensato che quel ruolo dovesse andare a Benedict Cumberbatch. “Penso che abbia quel giusto mix di sensibilità e di forza” racconta il regista. “Non molti possono impersonare un genio e farlo diventare credibile. Trasmette così tanto della sua vita interiore che pensi che Benedict diventi Alan Turing e che quest’uomo dia in grado di partorire grandi idee”. Accanto a Cumberbatch doveva esserci poi l’attrice giusta per interpretare Joan Clark, la sua partner sul lavoro, una donna moderna per i suoi tempi. Si presentò Keira Knightley. “Ha dato così tanta forza e vulnerabilità al personaggio” ha dichiarato il regista. “Impersona qualcuno che è abile e intelligente quanto Turing. Ed è proprio perché possiede le qualità che mancano ad Alan che diventa fondamentale per lui”. Anche se è riuscita a mettere fine alla guerra, la macchina di Turing non è mai stata perfezionata. Ma ha dato vita a un campo di ricerca noto come “la macchina di Turing”. Oggi li chiamiamo computer.

Di Maurizio Ermisino per Oggialcinema.net


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