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The Perils of Man – L’identerminazione di Eberling

Da Videogiochi @ZGiochi
di Michele Lerda

Le avventure grafiche pur rappresentando un genere apprezzato da molti, negli ultimi due decenni anche i titoli più importanti e pubblicizzati sono rimasti ben lontani dalle posizioni più alte delle classifiche di vendita. Se nella generazione della PlayStation 2 sembravano destinati all’estinzione, negli ultimi anni grazie soprattutto alla diffusione del Digital Delivery i punta e clicca sono riusciti a riconquistarsi la meritata popolarità. Per chi come noi non è propriamente di primo pelo e negli anni ’90 sognava di avere un pollo di gomma da usare con una carrucola, vedere la nascita di tante nuove avventure fa sempre piacere. Un annetto fa provammo The Perils of Man Atto 1 nella sua uscita in edizione mobile. Ai tempi trovammo la prima parte piacevole con enigmi tutto sommato semplici e una storia che sembrava procedere nella giusta direzione. Oggi il gioco è finalmente completo e lo abbiamo testato nella sua trasposizione per PC. Vediamo insieme se il gioco edito da Vertigo Games merita il vostro tempo e i vostri soldi.

Meglio di Marty McFly

Se c’è una cosa che Day of the Tentacle e Ritorno al Futuro ci hanno insegnato è che i viaggi nel tempo possono essere incredibilmente divertenti. Ana Eberling è una studentessa di 16 anni figlia di un famosissimo scienziato. Anche lei come il padre ha una passione per la scienza e ha una testa particolarmente portata per il ragionamento. La giovane protagonista non ha ancora avuto occasione per mettere a frutto i suoi talenti ma, naturalmente l’occasione sta per arrivare. Ana è una ragazza brillante nata in una famiglia alquanto bizzarra, il padre è un inventore geniale scomparso in circostante alquanto misteriose, mentre la madre è una signora disturbata e terrorizzata dal mondo esterno. Ana con i suoi parenti vive in una magione isolata dal mondo esterno e nel giorno del suo sedicesimo compleanno verrà a conoscenza di un progetto iniziato dai suoi antenati e portato avanti come una tradizione. Insieme al robot Darwin, la giovane Ana troverà nell’interrato della casa un libro intitolato Perils of Man e un paio di occhiali speciali che, senza fare spoiler, le permetteranno di trovare l’accesso ad altri periodi temporali. Come avevamo avuto modo di provare durante la recensione del primo atto, il titolo non era perfetto ma complessivamente divertente. The Perils of Man lanciava numerose domande che potenzialmente andavano a comporre una trama ricca di misteri. O almeno così sembrava quando il gioco si interruppe sul più bello chiedendoci di aspettare il secondo episodio.

A spasso nel tempo

La prima area del vostro viaggio nel tempo sarà una Londra nel periodo Vittoriano, in un teatro dove la giovane pensa di poter trovare il padre scomparso. Passata la prima ora i difetti del gioco iniziano a farsi più pressanti, e le idee anche sembrano non riuscire a proseguire con la qualità attesa. Il gameplay è piuttosto semplice, nello stile più tipico delle avventure dovrete spostarvi tra una ambientazione e l’altra e risolvere gli enigmi che vi verranno proposti di volta in volta. Una piccola variazione in grado di portare varietà sono degli occhiali speciali che attivandoli porteranno la visuale in prima persona indicandovi determinati oggetti pericolosi. Sfortunatamente questo sistema è stato usato molto poco e mai in maniera realmente interessante. Il livello di difficoltà è tarato verso il basso ed esclusi alcuni casi particolari non vi capiterà quasi mai di restare piantati. La struttura è abbastanza rigida e alcune volte ci è capitato di aver capito come risolvere un problema, ma di non poterlo completare a causa di un una riga di dialogo non ancora selezionata perché apparentemente inutile. Nel caso sentiate il bisogno di qualche suggerimento potrete accedere ad un sistema di aiuti graduale, purtroppo la feature non è stata realizzata benissimo e a volte vi consiglieranno come risolvere un compito che avete già completato. Una volta portata a termine l’avventura gli enigmi che abbiamo trovato realmente interessanti si sono rivelati essere veramente pochi. Il più delle volte insieme ad Ana vi troverete a compiere azioni poco giustificate e integrate nel contesto generale, cosa che non aiuta ad immedesimarsi nella situazione. Il sistema di interfaccia è chiaramente ereditato dalla versione mobile con tutte le limitatezze che ne derivano, passando il mouse sugli oggetti non otterrete nessuna interazione importante, cosa che vi costringerà a cliccare a caso praticamente su tutto quello che vedete. Il sistema di oggetti è molto classico, attraverso una icona è possibile richiamare gli oggetti raccolti, questi possono essere utilizzati nel gioco trascinandoli fuori dalla loro schermata e provare a farli interagire con gli elementi dello scenario. Se invece vorrete unirli tra di loro troverete un’opzione apposita nella semplice interfaccia.

La storia parte bene con la giusta dose di mistero ma rapidamente deraglia e non riesce a reggere tutta l’avventura. Ana si troverà più volte a compiere azioni ed enigmi che paiono proposte unicamente per allungare la scarsa longevità del gioco. Secondo Steam completare The Perils of Man ci ha richiesto circa quattro ore, ma almeno la metà ci sono apparse mal strutturate. Le location risultano poco interessanti tanto nell’aspetto quanto nei contenuti. Se la limitatezza grafica è un problema su cui possiamo tranquillamente sorvolare, la mancanza di una certa mancanza originalità pesa di più sul giudizio complessivo. Le ambientazioni sono tutte decisamente classiche e non riescono a mai presentare un spunto veramente interessante che spinga ad esplorare in ogni sua parte. A titolo di cronaca è doveroso segnalare anche come sia evidente anche dal punto di vista grafico che il gioco arriva da una versione per tablet. I modelli sono carini e lo stesso vale per le animazioni, ma complessivamente si tratta di una qualità che pare arrivare dal decennio scorso. Sfortunatamente ci siamo imbattuti anche in qualche problema grafico con oggetti improvvisamente invisibili e che comunque non hanno mai impedito la risoluzione di un enigma. Le musiche allo stesso tempo funzionano ma non impressionano e insieme a tutti gli effetti sonori accompagnano piacevolmente il giocatore verso la fin troppo rapida fine.


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