Magazine Gadget

This War of Mine – Conta solo la sopravvivenza

Da Videogiochi @ZGiochi
di Fabio Cecco D'Ortona

Superato il periodo di Early Access durato appena un paio di mesi, 11 bit studios ha recentemente rilasciato la versione definitiva di This War of Mine, interessantissimo survival game che ha un po’ stravolto il loro modo di lavorare. Conosciuti per la serie strategica Anomaly, per il team si è trattato quasi di un salto nel vuoto, ma grazie a tematiche non banali e ad uno stile visivo accattivante – come facemmo notare mesi or sono, nel nostro hands-on – quanto compiuto è sicuramente degno di nota. Testata quindi a sufficienza la loro ultima opera, ci riteniamo pronti per dirvi la nostra su questo riuscitissimo indie, al momento disponibile solo su PC, ma non è da escludere il rilascio di altre versioni in futuro, mobile su tutte.

this-war-of-mine-logo

IN TRE DENTRO UNA CATAPECCHIA

Tre anni di paurosi conflitti, assedi senza sosta, bombardamenti ogni notte, cecchini ovunque. L’assenza di collegamenti col mondo esterno, le linee telefoniche guaste, le difficili condizioni di vita a cui molti dovettero far fronte nella guerra in Bosnia ed Erzegovina. È questo il quadro da cui lo sviluppatore ha deciso di prendere ispirazione, realizzando This War of Mine, massacro che molti di voi ancora ricorderanno. Vittime e danni materiali ancora oggi tangibili, e una distruzione quasi totale del senso di moralità di cui ogni civiltà dovrebbe fare buon uso. Fu, di fatto, una estenuante “caccia alle streghe”, per mezzo della quale discutibili forze politiche prima, militari poi, tentarono di annientare il clima di tolleranza ed integrazione instauratosi anni prima tra le popolazioni di diverso credo che occupavano quelle terre. Una vera e propria pulizia etnica che ha determinato il futuro di quella gente, ora più distante, in comunità ed ambienti nelle quali la parola “integrazione” non è più contemplata, perché i ricordi fanno male, perché quella politica di distruzione ha cambiato per sempre la loro vita, i loro diritti. Un contesto storico narrativo forte, duro, assolutamente non banale, quello scelto da 11 bit studios, al quale si cerca però di affiancare qualcos’altro: una speranza mai del tutto sopita, che anima il cuore e le menti dei più coraggiosi, dei più forti.

Parte così la storia di Bruno, Marko e Pavle. I primi due, da sempre buoni amici; il terzo, incontrato mentre rovistava in cerca di provviste. Da quell’incontro casuale nascerà una buona amicizia, che porterà i tre a “vivere” assieme, sebbene vittime di una guerra che non hanno mai voluto, la quotidianità di This War of Mine. E non sarà cosa semplice: la guerra non ha solo distrutto le abitazioni, ma ha portato carenza di cibo, di acqua potabile, di tutte quelle comodità date per scontato nel periodo antecedente il conflitto (basti pensare ad un morbido e semplice letto). Questo influenzerà e fungerà da combustibile alla drammaticità di certi frangenti, mentre un grigiore ed una arrendevolezza disarmante riempiranno anima e cuore dei sopravvissuti. Storie che per capirle andrebbero vissute, storie che lo sviluppatore ha cercato di raccontare attraverso un videogioco, conoscendo alcuni dei veri sopravvissuti di quel conflitto, “catturandone” le memorie, proponendole a loro modo in un videogioco che a tratti potrebbe essere considerato anche educativo. Se non per le meccaniche, tipiche dei survival game e delle quali parleremo a breve, per le sensazioni dei protagonisti, delle paure impossibili da nascondere, per l’atmosfera di gioco credibile, nel susseguirsi del giorno e della notte, che scandisce le due fasi tipiche del prodotto. La prima, in cui saremo costretti all’interno del nostro rifugio, craftando oggetti grazie al materiale raccolto, cibandoci o riposando, se possibile; la seconda, di notte, molto più pericolosa: quella che potremo definire una vera e propria squadra, destinata col passare dei giorni ad aumentare di grandezza, dovrà dividersi i compiti di guardia e di perlustrazione (all’interno di un numero di location via via sempre più ampio), in modo tale da dare un senso all’aspetto survival vero e proprio che permea tutta la produzione, connesso alla costruzione di oggetti ed utensili che possano migliorare la seppur triste routine giornaliera. A questo punto, le fasi notturne si fanno essenziali e indispensabili, un’attenta ricerca – fate attenzione, potreste trovare diverse sorprese dinnanzi al vostro percorso – potrebbe consentirvi di costruire stufe, piccoli piani cottura, letti e sedie, barricate per proteggervi meglio dalle intrusioni degli sciacalli, sistemi di raccolta dell’acqua piovana e tanto altro, come armi o delle radio, grazie alle quali potreste captare le ultime news, qualora ce ne fossero ancora, di belle da ascoltarne… This War of Mine fa così sfoggio di peculiarità di certo non originali, viste in tantissime altre produzioni spesso indipendenti, ma rende l’insieme delle cose allettante e gradevole, prestandosi sia a brevi sessioni di gioco che a lunghe run senza pausa alcuna. Un mix geniale, quello che si scatena per la disperata ricerca di oggetti tramite cui craftarne altri a noi utili e il clima di disperazione e di terrore che regna sovrano, ad ogni nuova bomba sganciata. Il pensiero ricorrente sarà quindi uno: superare la notte, per svegliarsi la mattina successiva, scopo arduo da raggiungere, a maggior ragione a lungo andare. Potreste ferirvi, ammalarvi, morire di fame, ma anche trovare nuove opportunità in un mondo ormai distrutto: i baratti con la gente del posto, che busserà alla vostra porta di giorno, o nuove conoscenze da accogliere nella “dimora” in vostro possesso, utili nel dar manforte o alzare il morale, quindi negli importanti compiti notturni.

Riassumendo, un titolo esaltante ma allo stesso tempo dal gameplay navigato e ben adattato al contesto, che si presta particolarmente bene ad un pubblico più cresciuto, anche a causa di una trama che procede attraverso stati d’animo spesso contrastanti, speranze e certezze che spezzano quasi in due il fiato, facendoci sentire parte di quanto narrato e costruito con pochi semplici tool ed un budget risicato. Un buon numero di luoghi da perlustrare, fattori esterni ed eventi casuali a metterci i bastoni tra le ruote, di generazione randomica per ogni nuova run, e un insieme di oggetti da poter craftare via via sempre maggiore, anche grazie agli upgrade che potrete fare al tavolo da lavoro e non solo, permettono a This War of Mine di raggiungere l’obiettivo finale che s’era prefissato: divertire senza scadere nel banale, nello scontato. Certo, le meccaniche tendono ad essere ripetitive soprattutto nelle lunghe tornate, cosa che si avverte decisamente meno in sessioni di gioco mordi e fuggi a cui il gioco si presta ugualmente, ma il contesto ambientale messo in risalto da uno stile grafico particolare donano il giusto quid in più, quello che spesso e volentieri differenzia un ottime indie dal solito indie. Anche dal punto di vista sonoro non c’è male: le tracce, più che altro di accompagnamento, spezzano bene i momenti di gioco, peccato per qualche piccolo crash avvertito durante la nostra prova, che di certo verrà risolto con un futuro aggiornamento. Piccola nota finale: il 28 novembre il videogioco giungerà in Italia anche in formato retail grazie alla collaborazione tra Deep Silver e Koch Media.

This War of Mine – Conta solo la sopravvivenza


Potrebbero interessarti anche :

Ritornare alla prima pagina di Logo Paperblog

Possono interessarti anche questi articoli :