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This War Of Mine – Recensione

Creato il 25 novembre 2014 da Rostislav @videogiochiword

This War Of Mine non vuole mostrarci qualcosa di già visto, ma vuole sorprenderci e disgustarci. Siete pronti per sopravvivere?

War… war never changes. Fallout 3 esordisce con una frase che resterà nei cuori dei giocatori per anni a seguire. La guerra infondo è un qualcosa di atroce, fatto per gli interessi o per un credo. La guerra ci rende degli esseri spregevoli, capaci di fare qualsiasi cosa per i propri interessi. Purtroppo il videogioco come mezzo di comunicazione, nonostante le sue enormi potenzialità non ha mai cercato di mostrare un punto di vista diverso da quello di un soldato, che con decisione si fa strada sui corpi dei nemici caduti. Veniamo presi dall’eccitazione nel vedere i nemici cadere ai nostri piedi e quando passiamo attraverso i palazzi caduti, quando facciamo saltare in aria le case pensiamo solo di fare del bene. Coloro che la guerra la vivono realmente sulle proprie spalle, perendo senza avere alcuna possibilità di difendersi non vengono visti né menzionati. Ombre in un mondo fatto di apparenze e propagando bellica. Con This War of Mine il concetto della guerra si capovolge e ci catapulta nelle ombre. Vestiremo i panni dei civili e affronteremo i problemi che la guerra porta alla popolazione, inerme dinanzi alla potenza delle nazioni.

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Sopravvivere non è vivere.

Per creare un gioco bellico non ci vuole molto. Prendi due o più nazioni, le fai combattere e nel frattempo metti un tuo protagonista al suo interno per portare pace ed eguaglianza a suon di mitra. Per creare un gioco bellico in cui i protagonisti sono dei civili, però, serve tanta pazienza e tantissima ricerca. Difatti This War of Mine non è un gioco sviluppato in qualche mese di tempo, ma in 2 anni di sviluppo. Tempo che è servito per fare le adeguate ricerche sulla guerra, sui civili e sul loro modo di vivere durante un conflitto. Sono stati raccolti diversi diari e quindi la vita delle persone è stata letteralmente raccolta e raccontata in questo progetto firmato 11bit Studio.

La storia del gioco a dire il vero è abbastanza semplice, ma è al contempo interessante per gli intrecci che apporta al proseguimento.

Guideremo un trio di civili che durante un conflitto bellico si rifugeranno in un palazzo abbandonato e questo fungerà da casa nostra per tutta la durata del gioco. Arrivati al palazzo il nostro compito sarà quello di renderlo un posto vivibile per tutti. Spostare i cumuli di rottami, aprire le porte sbarrate e trovare cibo e qualsiasi cosa possa servire, queste sono solo alcune delle cose che faremo in quanto dovremo inoltre cercare anche di costruire dei letti, una stufetta e dell’occorrente per il cibo. In poche parole, dovremo cercare di sopravvivere a tutti gli effetti, combattendo la fame, il freddo, la depressione e la stanchezza. I nostri personaggi potranno ammalarsi, ferirsi e cosi via, diventando più lenti e più propensi al cadere durante un’esplorazione. Quello nella casa però è solo la parte diurna del gameplay, mentre quella notturna cambia radicalmente.

Quando le tenebre ricoprono i campi di battaglia e i morti caduti in questa carneficina, quando i cecchini smettono di mietere vittime, senza alcuna distinzione e ragione, quando cessa il fuoco noi usciamo per cercare le provviste e oggetti utili. Prima dell’escursione ci verrà chiesto di decidere chi rimarrà a fare la guardia, chi a dormire e chi a ispezionare i vari luoghi. Scelto il luogo (in base alle possibili quantità di cibo e materiali) ci inoltreremo in uno territorio dove noi saremo solo un intruso, senza nessuna difesa. Potremo decidere se usare le tecniche stealth e rubare il cibo e oggetto senza farci scoprire oppure se cercare di uscire allo scoperto e affrontare un possibile civile. Non tutti vorranno farci del male e spesso saranno delle semplici persone che come noi cercheranno di sopravvivere tra il fragore di esplosioni e lo sfrecciare dei proiettili. Potremo in ogni caso decidere anche la sorte di quelle persone, che delle volte saranno anziane e senza alcun rancore verso noi. Decidere la morte di una persona non sarà un’azione priva di conseguenze, ma anzi ne avrà molte. Sacrificando la vita di una persona faremo cadere in depressione il nostro personaggio, che a differenza di tanti altri giochi non si comporterà come un guerrieri improvvisato, ma resterà scioccato.

Probabilmente il difetto maggiore del titolo risiede nel fatto che non potremo far scorrere il tempo più velocemente e quindi dovremo attendere anche mezzo minuto in attesa che il nostro personaggio finisca di scavare tra i rifiuti, un tempo che sicuramente poteva essere velocizzato. La narrazione in se non è il punto forte del gioco, in quanto non c’è una vera e propria narrazione basata sulla psicologia dei personaggi o su una sceneggiatura ben congegnata. Piuttosto potremo vedere la guerra dal punto di vista di un civili, vivendo la sua esistenza senza la sicurezza di un domani.

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Un dramma disegnato

This War of Mine non è particolare solo per il punto di vista ribaltato della guerra, ma ha anche uno stile grafico che ci rimanda in continuazione agli schizzi su un pezzo di carta. Un normale engine con la visuale bidimensionale, racchiuso in un guscio di contorni che in un certo senso simulano il cel shading e danno un impatto incredibile sul giocatore. Sembra difatti osservare un dipinto che narra gli orrori bellici e lo condanna. I colori talvolta appaiono un po’ troppo scuri, ma ciò non disturba durante il gioco, mentre i colori bianchi che squarciano i buchi nei palazzi sono quasi come via per una salvezza che non c’è.

Il comparto musicale non è vastissimo, ma grazie a delle melodie lente e talvolta angoscianti riesce a trattenerci in una bolla di costanze attenzione. La sensazione che qualcosa vada per il verso sbagliato sarà costante e con il passare del tempo sarà proprio questa sensazione a salvarci il fondoschiena più e più volte. La paura è un ottimo alleato se non si vuole morire.

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Ma come si gioca?

Per parlare della giocabilità di This War of Mine basterebbe solo una riga, in quanto per giocare basta solo un mouse con due tasti funzionanti, ma ovviamente sarebbe un insulto a un qualcosa di più complesso e congegnato. I tasti sono realmente solo due, ma è tutto l’HUD che rende l’esperienza davvero completa e difficile. Con il tasto sinistro potremo ordinare al nostro personaggio di eseguire un azione e lo farà camminando, mentre con il doppio click lo farà correndo. Il tasto destro invece serve solo per fare la stessa azione, ma di corsa senza il doppio click. In alto a sinistra troveremo alcuni indicatori come ad esempio l’ora, il nostro bagaglio e il tasto per far terminare il giorno (o notte) in un istante. Durante la notte avremo inoltre il tasto che ci permetterà di entrare in modalità di combattimento, ma ciò non ci permetterà di rovistare tra gli oggetti. Durante le esplorazioni notturne dovremo fare una particolare attenzione poi ai rumori che provengono dalle stanze adiacenti e prima di entrarci ispezionare per bene il tutto dall’occhiello della porta.

Purtroppo anche qui c’è un difetto che per molti potrebbe rivelarsi fatale. L’eccessiva lentezza dei personaggi e del gioco in generale. Ci ritroveremo dinanzi a degli umani con delle necessità e tutto, ma per compiere una qualsiasi azione servirà tempo, dedizione e calma. Non sarà difficile veder morire i nostri eroi e dover ricominciare tutto daccapo e ciò potrebbe non piacere ai giocatori meno pazienti.

  • L’idea di fondo è geniale
  • Uno stile grafico sorpredente
  • Piuttosto difficile
  • Forse per qualcuno un po’ troppo
  • Gameplay molto lento
  • Non si può velocizzare il tempo

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