![Tornare agli Albori Tornare agli Albori](http://m2.paperblog.com/i/131/1312345/tornare-agli-albori-L-cEzxqP.jpeg)
Le tecniche di sopravvivenza non sono altro che la vita quotidiana di chi popolava queste terre mezzo milione di anni fa. Accendere un fuoco soltanto con dei rami e una pietra, scolpire una punta di freccia, curare una ferita, dormire in una capanna: non sono esclusivamente attività per marines e boyscout, ma un modo realistico di verificare il comportamento degli ominidi che ci hanno preceduto. Qui è possibile imparare tutto ciò.
Da anni ormai è abbastanza comune studiare l'archeologia sperimentale nelle università, ma vi assicuro che entrare in una palafitta preistorica è un'esperienza sempre affascinante, dopo averle osservate per anni sulla carta dei libri. In questo caso è stato portato avanti un lavoro di studio e aggiornamento all'avanguardia. Infatti vengono riproposte diverse soluzioni per le epoche che si sono succedute: un giaciglio paleolitico, una capanna del Bronzo Antico, un'abitazione del Neolitico, una palafitta del Bronzo Medio, ed una casa etrusca. Le piante e i dati ricostruttivi sono tratti da alcuni tra i siti meglio conosciuti (Nola per il Bronzo Antico, Passo Corvo per il Neolitico, le terremare di Modena per il Bronzo Medio) mentre i manufatti e le suppellettili sono ispirate alle località della zona (Grotta Nuova per il BA, il lago di Mezzano per il BM), con un lavoro di continuo aggiornamento che ad esempio porterà a modificare il tetto di una costruzione, grazie a nuovi dati. La casa etrusca invece è stata ricostruita sui dati dell'abitato di lago dell'Accesa, vicino Massa Marittima. È in programma la costruzione di una capanna eneolitica tratta dal sito di Maccarese.
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Il secondo aspetto è l'imprenditoria privata. Chi ha costruito fisicamente il parco ha operato privatamente, senza l'appoggio fondamentale di enti o istituzioni culturali. Non bisogna avere paura di creare Disneyland della scienza, ma anzi è necessario avvicinarsi al pubblico e offrire un prodotto culturale che soddisfi quella sete di sapere. Senza lasciare spazio (e pubblico) a Voyager o a chi intrattiene con l'esaltazione del nulla, quando la storia - quella vera - è ancora più affascinante. Inoltre il parco ha deciso di puntare concretamente sulla comunicazione digitale: oltre ad un recente blog trip a cui ho partecipato, hanno realizzato un ottimo sito web - ottimizzato anche per la navigazione mobile - e sono presenti sui principali social network. Speriamo che tutto ciò sia d'esempio per gli altri.
Nota: Una settimana fa ho avuto il piacere di partecipare a Wild Blogger, un viaggio organizzato per scoprire il parco archeologico Gli Albori, di cui avete letto poco sopra. Ero l'unico blogger che si occupava di archeologia: se avete voglia di approfondire potete leggere i post e le foto degli altri partecipanti, oppure dare un'occhiata a questo ottimo riassunto su Storify. Le foto sono di Francesca Turchi: qui tutto l'album.