Magazine Cultura

“Tra famiglie e scuola pubblica non c’è sintonia? No Cavaliere temo che non ci sia più sintonia tra lei e l’Italia” di Marco LODOLI

Creato il 01 marzo 2011 da Fabry2010

Berlusconi è fatto così, ormai lo conosciamo: tira una bordata, poi smentisce, come quelli che un po’ ubriachi ci provano con una donna e poi, schiaffeggiati, dicono che stavano scherzando, che allungavano le mani solo per gioco, che è tutto un equivoco. E’ una tecnica machiavellica: dire bianco e dire nero, e poi proseguire secondo le reazioni. Stavolta ha pestato i piedi come un elefante alla scuola pubblica, unico caso al mondo di Premier che denigra l’educazione del suo paese. La sostanza è la solita: i professori della pubblica sono tutti comunisti trinariciuti, gente col colbacco in testa che canta l’Internazionale prima di lanciarsi in elogi sperticati di Lenin e dei Soviet. Sono esseri amorali che traviano la gioventù italiana, istintivamente rivolta alle preghierine e ai digiuni quaresimali. Le famiglie italiane sono buone e sante, unite indissolubilmente nel vincolo dell’amore eterno, votate al sacrificio, alla parsimonia, alla purezza, mentre la scuola è un orco scureggione e bestemmiante, una bolgia dove i prof-diavoli ballano con la bava alla bocca, costringendo gli alunni a imparare a memoria il Manifesto del Partito Comunista di Marx e Engels, i Diari del Che, i tomoni di Toni Negri.Che strana idea ha della scuola pubblica il nostro primo ministro. In definitiva sarebbe un postaccio da evitare. I bravi genitori dovrebbero iscrivere i loro innocenti pargoli alle private, dove le divise sono sempre stirate e immacolate, dove non si sciopera volgarmente, dove gli insegnanti educano con il rosario in mano. Eppure Berlusconi dovrebbe sapere che le scuole private sono essenzialmente scuole per ricchi, con rette che arrivano anche a mille al mese, dove i danarosi si barricano per fare amicizia coi loro simili e mandare a quel paese i poveracci. Ecco che scuola e famiglia si trovano alla grande: tutti attorno alla tavola del benessere assoluto, tutti insieme a fare marameo a chi non ha un soldo. E molte altre scuole private, i cosiddetti diplomifici, sono semplicemente delle truffe ai danni degli italiani: chi paga si fa tre o quattro anni in uno, e anche in questo caso l’accordo tra scuola e famiglia si compie magnificamente. Chi paga e chi incassa sono uguali mascalzoni, ignoranti e approfittatori.Insomma, la scuola privata si regge sull’assunto che le differenze sociali esistono e vanno coltivate, che non siamo tutti uguali, né all’arrivo né tantomeno alla partenza, che senza lilleri non si lallera, come diceva mia nonna. E la pubblica? Bah, offre valori antichi, fastidiosi. I professori insistono a immaginare una crescita omogenea del Paese, una cultura democratica, e tutti i santi giorni ripetono che bisogna studiare, impegnarsi, sacrificarsi, che non bisogna perdere tempo guardando quei miserabili programmi televisivi che tanto denaro portano alle casse del Premier-Padrone. Ah, caro Berlusconi, io non credo proprio che tra famiglie e scuola pubblica non ci sia sintonia: piuttosto temo che non ci sia più tra lei e l’Italia che crede nella conoscenza, nell’impegno quotidiano e forse ancora in qualche sogno di giustizia.

28 febbraio 2011

Da Tiscali articoli



Potrebbero interessarti anche :

Ritornare alla prima pagina di Logo Paperblog

Possono interessarti anche questi articoli :

Magazine