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Tra vittorie effimere e reti immaginarie

Creato il 30 giugno 2013 da Calcioromantico @CalcioRomantico

La Coppa del Mondo ha proposto quattro volte la sfida tra Brasile e Spagna nell’arco dei cinquant’anni che vanno dal 1934 al 1986, ma in nessuna di queste occasioni la partita è stata veramente decisiva per le sorti della manifestazione.

José Iraragorri

José Iraragorri

Si parte col botto a Genova il 27 maggio 1934. Ottavi di finale, vale a dire prima partita del mondiale italiano e fascista per entrambe le nazionali. Dopo mezz’ora la Spagna repubblicana è avanti di tre gol grazie alla doppietta del bilbaino Iraragorri e al gol di Isidro Lángara, che invece gioca nell’Oviedo. Leonidas accorcia le distanze, ma per il futuro capocannoniere del Mondiale 1938 e per il Brasile intero non c’è niente da fare. Si torna a casa dopo un solo incontro. Anche il cammino della Spagna è, però, segnato: ai quarti c’è il match con i padroni di casa e Mussolini, che ha fortemente voluto e ha organizzato questi mondiali come potente mezzo di propaganda, vuole anche vincerli. Le cronache del tempo narreranno della Spagna che va in vantaggio, del mitico portiere Zámora che blocca tutti gli attacchi italiani e che prende gol da Ferrari solo a seguito di una mischia sotto porta in cui forse subisce anche un fallo. E narreranno del replay giocato il giorno dopo in cui Zámora non c’è perché uscito malconcio dal match precedente e della vittoria italiana per 1-0 che prelude alla vittoria finale.

Nel 1950 Brasile e Spagna si ritrovano, invece, per la seconda partita del girone finale. Maracanà, 13 luglio, è un monologo dei bianchi di casa che sommergono 6-1 gli spagnoli, forse già paghi di aver fatto fuori l’Inghilterra nel turno precedente grazie al gol di Zarra. È l’ultima volta che il Brasile vince vestito di bianco ed è una vittoria effimera. Lo stesso stadio, tre giorni dopo, vedrà infatti compiersi il più grande dramma sportivo della storia che porterà la nazionale sudamericana ad adottare i colori verde oro che ci sono familiari.

1986 michel brasile

Il non gol di Michel

Gli ultimi due match risalgono al 1978 e al 1986 e hanno in comune il fatto di esser valevoli per il primo turno e di esser caratterizzati da reti spagnole immaginarie. Nella penisola iberica la partita di Mar del Plata del 7 giugno 1978 è, infatti, nota come quella del gol di Cardeñosa, che gol evidentemente non è (dato che la partita è finita 0-0), ma solo un’incredibile occasione fallita a porta pressocché spalancata dall’attaccante delle furie rosse. Un errore che segna l’eliminazione della Spagna e il passaggio del Brasile la cui corsa verrà però fermata dalla marmelada peruana.
Otto anni dopo siamo in Messico, a Guadalajara. I verdeoro sono avanti 1-0 grazie a Socrates quando una bordata di Michel coglie la traversa e rimbalza oltre la linea di porta, ma non per l’arbitro australiano Bambridge. Poco male, comunque. Le due squadre passano il turno e paradossalmente la Spagna, giunta seconda, si ritrova un quarto di finale più abbordabile rispetto a quello brasiliano. Ma il destino è segnato per entrambe e ai rigori sono eliminate rispettivamente dal Belgio di Pfaff e dalla Francia di un Platini sulla via del tramonto.

Alla luce di quanto accaduto nell’ultimo decennio non si può dire altro che verranno tempi migliori. Perché le prossime Brasile-Spagna potrebbero essere molto più decisive e importanti delle precedenti.

federico


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