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"Traditori": esce il nuovo album di Ettore Fioravanti

Creato il 30 ottobre 2014 da Pjazzanetwork

E' uscito il 27 ottobre con l’etichetta Alfa Music “Traditori”, il nuovo album del batterista e compositore Ettore Fioravanti.
Il nuovo lavoro vede la presenza del sassofonista Marcello Allulli, del chitarrista Marco Bonini, del contrabbassista Francesco Ponticelli e del pianista Enrico Zanisi (by courtesy of Cam Jazz). Una formazione presente anche nel primo album di Fioravanti “Le vie del Pane e del Fuoco” (2011, “Note Sonanti”) che, sin dai concerti di anteprima di "Traditori" (al Teatro Tor Bella Monaca di Roma e al festival Marsala Jazz Estate) vede la presenza alla chitarra di Francesco Poeti.

Nel booklet dell’album è sviscerato il significato del tradimento, da cui il disco prende il titolo: accanto al testo dell’antropologo Prof. Angelo Lucano Larotonda aggiunge Fioravanti:
“Noi musicisti siamo traditori per vocazione, abbiamo in testa certe musiche (nel caso di questo disco certamente il jazz ma anche i Beatles, il Medioevo, le canzoni popolari, le danze, le donne, gli amori, le notti, ecc.) ma poi le travisiamo, siamo naturalmente portati a sporcare l’originale con la macchia del nostro vagheggiare ricercante. Se questo è un tradimento, è anche automaticamente (e dolorosamente) un’onta, ma poi ci accorgiamo che è insieme positività e paradossale rispetto della tradizione, proprio perché viene tradita. Alla fine noi tradiamo noi stessi, ed è una spirale infinita che ci rende vitali.”
L’ALBUM
Ettore Fioravanti: Le composizioni del disco nascono col triplice intento di permettere ai musicisti di trovare il loro modo di eseguirle (personalizzazione), di contenere elementi che provochino e dirigano l’improvvisazione (stimolazione), di descrivere i vari mondi musicali che convivono nella mente degli esecutori (rappresentazione).

In “CAMELOT”, brano di Ettore Fioravanti, l’ispirazione è alle modalità medievali, e quindi anche ai gruppi progressive degli anni ’70 che ne hanno tratto linfa: uno strano tempo disparo e una semplice melodia che poi si muove verso modi diversi.
“WALK BY HEART” di Francesco Ponticelli è una melodia cantabile con armonie cangianti e imprevedibili, il sax e la chitarra che danzano insieme palleggiandosi l’una e le altre, un colore tenue con forte personalità compositiva.
“L’ONDA”, brano di Marcello Allulli, è la psichedelia del rock e la libertà del jazz su una struttura semplice ma con alcune curve spiazzanti, ancora una dedica ai suoni di una quarantina di anni fa che ci frullano in capo indissolubilmente.
“PERFECT DAY” di Lou Reed è la dedica a un fuorilegge, un cantautore che pur appartenendo a tutti gli effetti a un filone rock ha sempre stimolato la curiosità di musici di altre aree, forse per la forza di alcune sue composizioni, come questa. In “CRISALIDE”, altro brano di Ettore Fioravanti, si procede da una prima parte più tradizionalmente jazzistica ad una seconda invece di introspezione dalla quale rinasce la prima con una manipolazione improvvisata: dal bozzolo nasce la farfalla.
Un’ altra dedica è “I WANT YOU” dei Beatles, con due fasi diverse e complementari che si alternano nel nostro trattamento fra temi e variazioni.
“WAKE UP” di Ponticelli: l’armonia sottolineata da chitarra e pianoforte rende questa ballata rock un quadro espressionista, con nebbie e pennellate sfumate: conferma della penna magica di Francesco Ponticelli.
“APOCALYPSO” di Marco Bonini ha un filo portante, il ritmo, che come una trottola gira su se stesso lanciando alla fine un tema latineggiante e colorato: batteria e chitarra gareggiano fieramente, ma la partita finisce pari.




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