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Tremonti e i passeggeri di prima classe del Titanic

Da Leragazze
Tremonti e i passeggeri di prima classe del Titanic

banksy: monkey parliament

Hanno votato una finanziaria che sarà per noi lacrime e sangue, che colpisce le famiglie, il diritto alla salute, gli asili, l’istruzione, che taglia i redditi da lavoro dipendente, i più facili da depredare. Come dicela Marcegaglia, “una calo delle detrazioni fiscali vuol dire aumento delle tasse”. È un momento difficilissimo, ci si chiedono sacrifici, ma almeno che ce ne siano pur TUTTI!

Il ministro Tremonti ha avuto il coraggio di affermare che siamo “tutti sul Titanic: non si salvano neanche i passeggeri di prima classe”. Metafora doppiamente impropria, caro ministro. Prima di tutto perché sopravvissero al naufragio il 63% dei viaggiatori di prima classe, il 43% di quelli di seconda e solo un quarto di quelli di terza. E poi perché, i nostri passeggeri di prima classe, i parlamentari, non sono stati toccati dalla manovra.

“Lo sapevate”, cito dal blog di Lidia Ravera, “che i nostri 630 deputati con i loro 1109 familiari, pur percependo uno stipendio mensile di 25.000 euro, non pagano il dentista, né il fisioterapista, né lo psicoterapeuta? Lo sapevate che dalle carie del nipotino alla protesi mobile dell’onorevole nonno abbiamo finanziato denti per 3 milioni e 92 mila euro? Lo sapevate che esiste un “fondo di solidarietà sanitaria” che prevede, sempre gratuitamente, per questi poveri lavoratori perfino la “balneoterapia” (leggi: vacanze al mare) e la elettroscultura (leggi: ginnastica passiva)? Questo ulteriore sconto per ricchi ci è costato, nel 2010, 10 milioni e 117 mila euro”.

E come sono tutti uniti nel prendere certe decisioni: a favore dei privilegi di casta e contro l’abolizione delle province.

Dovremmo smettere di indignarci, quando l’indignazione diventa un alibi per continuare ad assistere passivamente, con rassegnazione o senso di impotenza. Non siamo impotenti.



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