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Trenette con pesto alla trapanese

Da Papio54

trenette al pesto rosso

Pare che i siciliani abbiano imparato a fare il pesto dai genovesi: le navi che arrivavano dall’Oriente si fermavano a Trapani, e qui i genovesi proponevano la loro salsa tipica, l’agliata. Con il tempo, i genovesi hanno arricchito con il basilico e così trasformato e creato il pesto come lo conosciamo oggi, mentre i siciliani hanno cercato nella loro tradizione, hanno scelto pomodori e mandorle, ed ecco il pesto alla trapanese.
Diciamo subito che il pesto trapanese ha un grosso vantaggio su quello genovese: si può fare tranquillamente con il frullatore.
Il pesto genovese, a base di basilico, richiede necessariamente l’uso del mortaio in quanto il contatto con le lame di metallo ossida irrimediabilmente e scurisce il bel verde brillante dell’erba aromatica. Si può un po’ ovviare raffreddando in freezer lame e contenitori, ma il pesto può risultare lo stesso un po’ scuro.
Il pesto trapanese non ha questo problema, quindi è più veloce e più simpatico.
Gli ingredienti per questa mia versione:
• 400 grammi di trenette
• 300 grammi di pomodori piccoli, ciliegino o datterino
• 1 manciata di foglie di basilico
• 50 grammi di mandorle (una bella manciata piena)
• 2 spicchi d’aglio rosso, fresco
• 6 cucchiai di olio evo
• Sale, pepe
• Parmigiano reggiano da grattugiare al momento
Tempo di preparazione: 10 minuti
Tempo di cottura: come il pesto genovese, è un condimento che si usa a crudo, si cuoce solo la pasta
Data la velocità e semplicità di esecuzione, per prima cosa ho messo su la pentola con l’acqua, a fuoco medio.
Ho riempito d’acqua una pentola più piccola e l’ho messa a scaldare. Intanto, ho sciacquato i pomodori, li ho messi nella pentola piccola dove l’acqua già bolliva, li ho lasciati un paio di minuti, li ho scolati e messi subito a bagno in acqua fredda, per poterli spellare senza ustionarmi.
Intanto ho pulito le foglie del basilico e ho preparato l’aglio, pulito della buccia e dell’anima. L’ho messo nel frullatore e l’ho frullato qualche secondo da solo, per controllare che non ne rimanessero pezzi troppo grandi. Eh sì, è un piatto dove l’aglio si deve sentire …
Ho spellato i pomodori e, man mano, li ho messi in un colino perché perdessero un po’ d’acqua. Una volta puliti, li ho aggiunti nel frullatore, con le foglie di basilico, sale e pepe, e ho frullato. Sono bastati davvero poche decine di secondi per avere una bella crema omogenea.
A questo punto ho aggiunto le mandorle e l’olio, e ho frullato ancora per pochi secondi perché le mandorle, invece, non devono sfarinarsi, ma rompersi solo un po’,
E’ pronto! Ho messo il pesto in una terrina dove ho trasferito la pasta scolata, ho rimescolato e impiattato. Sopra, una bella grattugiata di parmigiano.
Siate abbondanti, alla fine noi abbiamo detto: ne avrei mangiato il doppio!
Variazioni sul tema: Una versione di questa pasta che avevo mangiato tempo fa al ristorante presentava, nel pesto, anche spicchi di pomodoro crudo e mandorle rotte in modo molto grossolano, e io avevo gradito molto questa consistenza.
La ricetta originale non può prevedere il parmigiano, sconosciuto nella Sicilia di un tempo, ma il pane grattuggiato e velocemente tostato.

La Valle dei Templi ad Agrigento e il mandorlo in fiore

tempiomandorlo


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