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TRENTODOC, il tempo delle scelte

Da Trentinowine

5comunicare (1) Lo avevamo già anticipato: la proposta di collaborazione per un sito ed un blog avanzataci dall’Istituto del TRENTODOC (leggi qui) non ci aveva convinto nemmeno con la lusinga della deroga di un paio di settimane sulla scadenza originariamente prevista (28 marzo). Il nuovo termine previsto per la presentazione delle offerte scade giusto oggi ed è verosimile che l’incarico venga affidato nel corso della prossima riunione del CdA dell’Istituto, che si terrà fra qualche giorno. Visione delle cose a parte, la richiesta ci pareva incompleta e timida. Fors’anche timorosa. Incompleta perché mancante delle indicazioni minime riguardanti obiettivi e strategie generali che forse si davano per scontate, ma che scontate non sono; timida perché un impegno per soli 12 mesi non permette a nessuno di costruire assieme alla larga base dei produttori quel supporto alla comunicazione atteso ormai da troppo tempo. E forse timorosa per quell’incertezza che grava sul sistema vitivinicolo trentino di cui la spumantistica è parte non secondaria.
Detto questo in estrema sintesi e per gli ideali (sì, scomodiamo pure il parolone) che hanno fatto da filo conduttore al nostro impegno con questo blog, ci pare di dover aggiungere che:
a) noi e buona parte dei nostri lettori, stiamo sostenendo da tempo l’inderogabilità di un Programma generale e, di conseguenza, ogni eventuale incarico per chicchessia, dovrebbe prevedere un impegno almeno triennale, meglio se di 5 anni. Domanda banale: cosa dovranno comunicare i comunicatori, se non esiste, e ci pare ancora non esista, un programma strategico da comunicare e a cui dare forma? Dovranno semplicemente fare quello che è stato fatto fin qui, ovvero raccontare dei calici di TRENTODOC offerti a Macho Melandri e a Richard Gere? Scusate ma ci pare un po’ poco. Anzi niente;
b) la situazione generale è tale che a nostro modesto avviso, si impone un approccio diverso dal recente passato, innovativo e moderno, lontano dagli schemi fin qui seguiti. Crediamo che, soprattutto in rete, si debbano dare informazioni e notizie. Questo cerca il navigatore. Non le cartelle pubblicitarie, patinate fin che si vuole ma pur sempre cartelle pubblicitarie che odorano di pubblicità lontano un miglio; credeteci, per la poca esperienza che abbiamo, questa impostazione non porta da nessuna parte. E non fa vendere una sola bottiglia in più;
c) secondo questa logica, non dovremmo essere noi di TWB i soggetti idonei allo scopo annunciato, ma piuttosto un’entità “terza” che ci sentiamo di proporre con convinzione;
d) pertanto,  per quanto contiamo, si assegni pure l’incarico a chi si riterrà opportuno, ma nei tempi e nei modi imposti da una corretta pianificazione discussa, condivisa e co-finanziata dagli associati.

Se questo scenario dovesse già essere alla portata di mano, si approfitti per renderlo più moderno ed attuale con un efficace ed efficiente controllo “terzo“, disinteressato, super partes. Dove le parti sono il pubblico ed il privato.
Ciò dovrebbe valere sia per i programmi poliennali che per quelli annuali, per il loro stato di avanzamento, fino alla verifica dei risultati attesi.
Se alla fine del ragionamento si ritenesse che TWB si sia comunque meritato un ruolo “terzo” per la comunicazione ne saremo felici e con l’impegno fin qui dimostrato potremmo sviluppare questo nuovo ed importante incarico.

Altrimenti, amici come prima e più di prima. Noi continueremo a pungolare e stimolare come abbiamo sempre fatto. Disinterassatamente.

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