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Triathlon: Andrea Gabba e la nuova esperienza in Turchia

Creato il 20 febbraio 2013 da Sportduepuntozero

Andrea Gabba <<Sono motivato e voglioso di fare cose importanti come non mi capitava da quando seguivo Nadia nell’alto livello>>. Questo il “Gabbapensiero” sollecitato sul tema dell’esperienza che si appresta ad affrontare in veste di Commissario Tecnico, Capoallenatore, Selezionatore e Team Manager, con la Federazione Turca di Triathlon: <<Difficile – prosegue il 40enne torinese – dare una definizione precisa del mio ruolo. Sono infatti tantissime le cose da fare. Tutto, o quasi, deve essere impostato ed anche per questo le motivazioni sono a mille. Certo è tanta anche la responsabilità ma nel complesso questa nuova avventura professionale mi galvanizza>>. Tutto da fare, o quasi, si diceva, in una terra comunque lontana e dalla cultura molto differente rispetto alla nostra. Come ha preso forma questa opportunità di lavoro?: <<Ho saputo dall’attuale presidente della Federazione Internazionale Triathlon, il torinese Renato Bertrandi, che la Federazione Turca cercava un allenatore. Ho immediatamente inviato il curriculum e pochi giorni dopo, tra l’altro in concomitanza con il mio 40° compleanno, ho ricevuto una proposta d’incontro. Sono salito sull’aereo, investendo su me stesso, e sono atterrato in questo paese affascinante. Abbiamo stretto un accordo di un anno rinnovabile per tre, in ottica Rio 2016. Il miraggio, ad oggi, è quello di riuscire a qualificare un elemento per le Olimpiadi brasiliane. Riuscirci sarebbe come per l’Italia vincere l’Olimpiade. In prospettiva 2020, invece, il quadro è più facile da delineare se si inizia a lavorare oggi sulla base, sui giovani>>. Come intendi operare?: <<Sto studiando le operazioni da mettere in atto, il piano di lavoro e di azione. Nell’immediato andrò in Turchia per periodi di 7 o 15 giorni al mese. Devo monitorare gli atleti locali, nessuno dei quali al momento ha punti per il ranking, fare una sorta di selezione e portarli ad intensificare gare e allenamenti. Saranno molto importanti anche i raduni. Un dato molto positivo dietro all’esperienza che mi appresto a vivere è quello del Comitato Olimpico Turco che sta spingendo molto per far lievitare lo spessore delle discipline al momento poco forti, ed il triathlon è tra queste>>.


Come si presenta dunque il mondo triathlon in Turchia?: <<Ci sono importanti organizzazioni, vede quelle di due tappe di Coppa Europa, ad Antalya e ad Istanbul, e nel 2013 dei Campionati Europei, a metà giugno ad Alanya. Non esiste però il professionismo negli atleti, nei dirigenti e negli allenatori che costituiscono gli elementi fondanti della disciplina. Io cercherò di portare la massima professionalità nel settore, forte delle esperienze acquisite lavorando in Italia per tanti anni. Per questo ringrazio chi mi ha dato l’opportunità di farlo. Manca altresì un Centro Federale di riferimento per gli allenamenti e tutto deve essere programmato. Ciò vale anche per i corsi degli allenatori, il reclutamento, la creazione di una mentalità internazionale. Per questo sarà basilare anche creare sinergie con l’Italia, quali allenamenti in altura, partecipazione alle nostre gare nazionali e alle più vicine oltrefrontiera in periodi stagionali, vedi l’estate, nei quali da loro le temperature sono molto difficili da sopportare. Già in luglio penso ad un raduno in montagna, magari a Bardonecchia, nell’ottica della crescita dei migliori>>. Come hanno reagito alla notizia della tua scelta i colleghi italiani e l’ambiente in genere?: <<Bene – prosegue Andrea – e in maniera partecipe. Diciamo che in molti faranno il tifo per me. Su tutti mia moglie, Nadia Cortassa, oggi rappresentante degli atleti nella Federazione Italiana e ancora protagonista sul campo anche se su piani prevalentemente nazionali. Una piccola domanda, però, credo debbano farsela i nostri dirigenti sportivi, ovvero perché così tanti tecnici italiani di punta, in molte discipline, vengano lasciati emigrare. Da un lato è gratificante per chi come il sottoscritto compie la scelta, dall’altro lascia pensare. Forse una radicale riforma del sistema sport in Italia potrebbe evitarlo>>. Intanto è doveroso un grosso “in bocca al lupo” ad Andrea Gabba, pronto a costruire talenti in una terra da sempre considerata strategica per mille motivi. 

Guarda dove praticare Triathlon a Torino

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