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Troppo o troppo poco?

Creato il 16 aprile 2011 da Sekhemty

Troppo o troppo poco?

Esistono due forme di censura, una per sottrazione e una per moltiplicazione o eccesso. Per impedire che qualcosa venga detto o ascoltato ci sono due vie: o impedire che venga appunto detto o creare rumore nel momento in cui viene detto rendendolo impercettibile. Per impedire che una informazione venga percepita come rilevante basta annegarla in un contesto di informazioni irrilevanti.

Questa riflessione di Umberto Eco è tratta da una sua recente conferenza presso l’Accademia dei Lincei.
Si tratta di un concetto molto interessante, perchè mette in evidenza il fatto che per impedire la diffusione di informazioni, non sempre il metodo migliore o quello più comunemente utilizzato è quello della censura propriamente detta.

Esiste però anche un metodo più subdolo ed apparentemente meno dannoso, che consiste nel seppellire ogni informazione rilevante in mezzo ad una marea di “rumore” di contorno che serva a distogliere l’attenzione dalle notizie più importanti, senza per questo poter essere accusati di aver effettuato una censura attiva; tutto ciò è condotto con precisione e metodo, e viene definito come infotainment.

È piuttosto ovvio che le attuali tecnologie di informazione, sia per quanto riguarda i formati televisivi che quelli on-line, in buona misura favoriscano questo tipo di disinformazione.
Abbiamo la facoltà di accedere ad ogni tipo di notizia e di informazione in qualsiasi momento, senza dover fare ricerche particolarmente complesse, che se da un lato ci porterebbero via più tempo, dall’altro ci consentirebbero almeno di fare un percorso di apprendimento e di discernimento fra le varie fonti un pò più approfondito.

Ma queste sono tutte cose piuttosto note, in realtà volevo arrivare ad altro.

La riflessione di Eco mi fa venire alla mente che i due tipi di censura che identifica, per sottrazione e per moltiplicazione, non sono nient’altro che i metodi utilizzati rispettivamente in 1984 di Orwell ed in Il Mondo Nuovo di Huxley, i due più importanti romanzi distopici.

Nel primo, il Partito del grande Fratello governa attraverso un regime totalitario oppressivo e tirannico, ed in questo l’informazione, o meglio la sua sistematica distruzione, gioca un ruolo fondamentale. I concetti di bipensiero, neolingua, revisionismo e manipolazione della realtà sono tutti punti chiave attraverso cui attuare il programma di controllo totale del pensiero. Si tratta di una visione che, al pari di tutto il romanzo del resto, è influenzata massicciamente dalle dittature nazista e stalinista.

Nel Mondo Nuovo, meno pregevole dal punto di vista letterario ma molto più inquietante e corretto nelle sue predizioni, viene attuata la censura per moltiplicazione: le notizie e la cultura non vengono apertamente tagliate e nascoste, piuttosto vengono diluite in un oceano di intrattenimento, di svaghi in cui non siano richiesti particolari sforzi intellettuali; le persone hanno progressivamente perso la voglia di informarsi ed acculturarsi, di crearsi opinioni proprie, e si abbandonano a vite dedicate esclusivamente al consumismo e a piaceri effimeri e superficiali. Tale situazione, con poche significative differenze, la ritroviamo anche in Fahrenheit 451 di Bradbury.
Piuttosto che da dittature, questo stato delle cose appare invece come un’esasperazione della società industriale e capitalistica.

Abbiamo due differenti metodi, ma in entrambi i casi il risultato è lo stesso: l’abbassamento dei livelli di consapevolezza e di cultura delle persone; il che, ovviamente, serve a chi governa per poter agire più agevolmente secondo i propri tornaconti senza dover fornire spiegazioni. Un popolo ignorante è più facilmente tenuto alla catena e manipolabile. Secondo un equazione che spesso mi piace ripetere, arte, cultura e libertà sono la stessa identica cosa con tre nomi diversi.

Diventa quindi importantissimo sviluppare un senso di critica e di discernimento che consenta di distinguere e scegliere quali siano le cose importanti e quali invece siano solo rumore di contorno. C’è da dire che al giorno d’oggi, e specialmente nel nostro Paese, chi voglia dedicarsi a questo particolare sport non è certo a corto di occasioni per potersi allenare.

A proposito del confronto fra Huxley ed Orwell: vi lascio con un breve ma molto interessante fumetto di Stuart McMillen, riproposto in italiano da Blog(0):

Troppo o troppo poco?


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