Magazine Cultura

Trouble festival 2011

Da Kallo
TROUBLE FESTIVAL 2011 Troublezine ha fatto della meteorologia una scienza perfetta. Se volete sapere esattamente quando ci sarà una giornata di merda, con pioggia, cielo variabile ed altre catastrofi...bè, chiedetelo a loro. Non tornavo al Troublefest dai tempi della prima edizione (3 anni fa?), l'anno di Marky Ramone e della tempesta che ha spazzato via il suo parrucchino alla velocità della luce. Quest'anno il programma mi prende particolarmente...oltre ad una serie di band non prettamente punkrock, ci sono i Leeches, i Crooks ed i Tough, ma soprattutto c'è la terza reunion delle Gambe di Burro....ah si, ci sono pure gli Ash in chiusura. Insomma, mi sono fatto 2 reunion delle Gambe su 2 fatte....non posso mancare alla terza.
Mi sveglio la mattina tutto felice di farmi una bella giornatona al sole con gli amici e della buona musica e chiaramente il cielo è grigio come non mai. Alle 16 sto per uscire di casa e scoppia il diluvio. Ok aspetto. Verso le 17 esco di casa e in 20 minuti sono allo stadio del Rugby...con un timido sole...assurdo. Stanno suonando i Crooks di cui mi riesco a vedere giusto 4 canzoni (causa parcheggio difficoltoso...ci sono si e no 30 persone, ma i posti sono già finiti). I suoni sono perfetti, quasi celestiali e rendono merito all'impatto rock'n'roll della band milanese. Ad un certo punto Ette spara un salto staccandosi da terra di tipo 1 metro. Stupito da questo gesto atletico cado in catalessi e mi risveglio dopo 5 minuti. I crooks stanno già smontando e vengo a sapere che dopo la prima band che ha aperto alle 16, il tutto è stato interrotto causa diluvio. I crooks insomma sono i secondi a suonare, sebbene in scaletta sarebbero dovuti essere i quarti...ne consegue un accorciamento delle set list delle varie band e dopo i milanesi salgono quindi sul palco i Labradors che avrebbero dovuto essere i terzi della giornata....insomma ragazzi un "gran casino". I Labradors da Como/Milano non sono per me una scoperta. Fanno un power-indie-pop (?) melodico e potente, che non annoia...a sto giro, per cause di forza maggiore, fanno una scaletta ridottissima...il risultato? Li aprezzo ancora di più. Pillole di musica ottima, suonata con grinta e suoni della madonna. Promossi a pieni voti. Miglior performance del power-trio a mio inutile giudizio.
Dopo di loro tocca ai Lavalavalove...ma sentiti...fanno una sorta di Pop di qualche tipo con voce femminile e tastiera da battaglia. Una cosa che sulla carta è davvero noiosa...ma i ragazzi hanno davvero delle melodie fighe e un pò beatlesiane forse e questo li aiuta molto. Da non sottovalutare assolutamente, ma da risentire con più attenzione...danno comunque un pò l'impressione di essere troppo seri ed impostati.
A seguire arriva il turno dei Miss Chain che a mio parere incantano chiunque con la loro carica live travolgente di cui ho già tessuto le lodi altre volte. Davvero davvero davvero davvero davvero davvero davvero incredibili. Silva alla chitarra è un fenomeno, un personaggione...e quando prende la tastiera in mano riesce a essere più rock'n'roll di chiunque altro (l'ha suonata con la lingua...per farvi capire)...quasi più della stessa Astrid che a carisma e talento non ha rivali. Mi hanno impressionato. Tutto qui. Complimenti vivissimi.
Dal powerpop (?) si passa al punkrock dei Tough. Oggi carichi e velocissimi (bravo Biso), ma che continuano a concedersi troppe pause di silenzio tra un set di pezzi e l'altro (scusa Chris). Ciononostante impartiscono un paio di lezioni di rock'n'roll e pure un paio di lezioni di canto (i coretti di "Crummy Stuff" tra Stefanino e Chris sono effettivamente da brividi) agli ancora pochi presenti. Scaletta ridotta (che io lo vedo sempre come un pregio e non un difetto) e cover dei Polecats in chiusura. Va benissimo così. La serata oramai si sta impennando e sta quasi per uscire un timidissimo sole, tuttavia il tempo incerto ha sicuramente influito sull'affluenza di pubblico. Peccato. Ma noi ci crediamo fino in fondo e verremo premiati.
Il festival riserva anche alcune sorprese...dopo i Tough tocca ai Grenouille (o forse han suonato prima loro? scusate....) che sono in assoluto i peggiori e più fuori luogo della giornata. Delle specie di Negrita che imitano i Nirvana con posizioni da machi rock'n'roll che pensano che suonare un assolo in wah wah debba per forza far sborrare addosso il pubblico. Avanti i prossimi.
Tocca ai Chaos Surfari (band di Enrico dei Sottopressione) che vedo già per la terza volta in poco più di un mese. Fanno un indie-pop anni 90 (????) che potenzialmente potrebbe rappresentare tutto ciò che più odio, ma che nella pratica invece mi acchiappa abbastanza...oddio...ho visto e sentito di meglio, ma i ragazzi hanno dalla loro una manciata di ottimi pezzi ed una presenza scenica più che discreta (nonostante io sia tutt'ora convinto che i "cantanti" HC in generale siano tra i peggiori frontman al mondo..a metà strada tra Eminem e Vanilla Ice). Mi piacciono dopotutto. Li rivedrò sicuramente.
Arriva il momento dei Leeches che, sebbene siano un pò sottotono (Massi prova a fare il cretino, ma non riesce a farlo davvero bene...colpevole la poca partecipazione del pubblico ed il palco grosso) dimostrano di essere probabilmente i migliori in giro. C'è poco da fare e c'è poco da scrivere al riguardo. Ho recentemente rivalutato pure il loro "EAT the leeches" portandolo nella top 10 dei miei ascolti preferiti. Che dire di più? Bravi tutti.
Arriva il momento delle Gambe di Burro. La gente è tanta, ma a mio parere meno di quella che ci si aspettava, molto meno (si parla comunque di 500 persone a occhio e croce). Il quartetto/quintetto brianzolo (con i due bassisti che si alternano come da tradizione reunionistica) esegue buona parte della propria discografia in maniera pregevole. Raffaele è una drum machine, Miki è un personaggio che spruzza tamarria rock'n'roll da ogni poro e Robi ci regala una performance vocale al di sopra della media. Il pubblico è felice, balla e canta e surfa e spinge e urla e innaffia con la birra e rompe il cazzo a gomitate...insomma una festa che sarebbe potuta essere ancora più grande in un localino di modeste dimensioni (si veda la festa di capodanno). Ma non me ne dispiaccio perchè su un palco così professional le ho potute ascoltare con attenzione e loro ne hanno sicuramente guadagnato in impatto sonoro. Potrei spendere qualche parola in più, ma preferirei riassumere l'esibizione con la veloce descrizione dell'ultimo pezzo suonato (bis di "pipistrello" a parte). I ragazzi infatti chiudono con "Fuochi Pirotecnici", pezzo incredibilmente figo, e durante questo, dopo qualche secondo inziale, si levano in cielo degli inaspettati fuochi pirotecnici fatti partire da una segretissima "gambe di burro crew" appostata nell'area vips. Mi sono sinceramente commosso perchè la cosa è stata davvero tenera, dolce e divertente, come le canzoni delle Gambe di Burro. Sembrava il finale strappalacrime di un qualche film adolescenziale americano. Grazie ragazzi davvero.
Dopo un finale così, chiunque passa in secondo piano. Gli Ash ne pagano le conseguenze. Scherzi a parte, questo trio io non l'ho mai cagato e quindi non mi sento di dare giudizi di qualunque tipo su di loro. Il pubblico partecipa e sembra divertirsi, ma io me ne sto nell'area banchetti a cantare canzoni in acustico con i ragazzi del "Singing in the shower". Le mie emozioni per oggi le ho già avute...gli Ash non hanno nulla da offrirmi. Mi spiace. Se eravate curiosi di sapere come sono stati....bè....vi posso solo dire che sono stati bravi, precisi, potenti...non penso abbiano deluso nessuno, solo che non fanno per me...e poi non avevano nemmeno i fuochi pirotecnici loro.....dai, siamo seri, sono fondamentali!
Una pacca sulle spalle ai boys di Troublezine perchè sfidare il tempo in questo modo penso sia la cosa più stressante della terra...ero agitato io per loro...sul serio. La prossima volta però cambiate location o trovate altre soluzioni...fatelo per la vostra salute mentale, davvero. Bravi!!!!

Potrebbero interessarti anche :

Ritornare alla prima pagina di Logo Paperblog

Possono interessarti anche questi articoli :