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“Tutto può accadere a Broadway” di Peter Bogdanovich: realtà e recitazione in una commedia banale

Creato il 10 novembre 2015 da Alessiamocci

Quell’universo fatto di teatri e attori che è Broadway è stato fin dai suoi albori una miniera di fantasia: in questo piccola, enorme fetta di New York sono nati capolavori che tutti noi abbiamo visto almeno una volta nella vita, sul palcoscenico o al cinema. E chiunque ami lo spettacolo non desidera altro che arrivare qui, almeno per respirarne l’aria.

Il regista Peter Bogdanovich ha quindi trasportato il grande pubblico cinematografico in questo mondo, nel suo ultimo film “Tutto può accadere a Broadway”, uscito l’anno scorso negli USA e solo pochi giorni fa in Italia: una commedia che intreccia le vite di singolari personaggi, apparentemente ignari di essere attori nella vita ben più che sulla scena.

Tutto inizia dal racconto in flashback ad una giornalista di Isabella “Izzy” Patterson (interpretata da Imogen Poots), adesso attrice ma fino a poco tempo fa escort per ricconi vogliosi di… affetto. E proprio all’epoca del suo predente “lavoro” è ambientata la storia: dopo essere andata a letto con il regista Arnold Albertson (un analcolico Owen Wilson, bisogna dirlo), questo resta stregato dalla ragazza e le regala 30mila dollari!

Un regalo che richiede una condizione, però: che la lei non si prostituisca più e insegua invece il suo sogno. Recitare. E fin qua sembrerebbe una favola abbastanza assurda ma carina, capace di rivoluzionare la vita di una giovane nata in un quartiere non facile, da una famiglia non ricca, che finalmente ha la possibilità di diventare qualcuno. Peccato, però, che quando si presenterà al primo provino, a giudicarla sarà proprio Albertson e la parte, guarda te, è proprio quella di una squillo.

Attorno a questo intreccio, orbitano figure tutt’altro che secondarie: la moglie del regista e attrice Delta (Kathryn Hahn); il drammaturgo Joshua (Will Forte), che subito si infatua di Izzy; l’attore e vecchio amante di Delta, Seth Gilbert (Rhys Ifans); un vecchio e ossessivo giudice, innamorato anch’esso della protagonista e la psicanalista tutt’altro che professionale Jane Claremont (Jennifer Aniston). Oltre a svariati personaggini vari.

Con un così ricco cast, la commedia delle parti dovrebbe essere un tripudio di risate. Peccato che le poche si smorzano tra i denti, senza particolare humor innovativo e ricalcando, invece, cose già viste nel trito Woody Allen. Originalità che si spreca nell’ambientazione del luogo dove “il caos regna sovranno”, recita Ifans: un ristorante italiano, com’è italiana per tradizione il canovaccio di maschere con un copione pre-stampato.

Il messaggio lanciato da Bogdanovich, per lunghi tratti nel vero senso della parola, è quello che in un mondo di attori recitare dentro e fuori il teatro diventa la stessa cosa: Own Wilson segue un copione con tutte le donne che incontra, il vecchio Seth si comporta come dentro una commedia, la stessa vita di Isabella è simile ai film in bianco-e-nero ricchi di speranza che lei ricorda alll’inizio del film. Ma il come questo messaggio arrivi allo spettatore è un mistero.

Dal cinema si esce senza niente di più addosso: una commedia che fa sorridere, ma niente di più. Nemmeno l’intervento alla fine della Aniston riesce a spazzare i nuvoloni del caotico che dominano dall’inizio alla fine l’opera, anzi è un ulteriore dettaglio irriverente che lascia il tempo che trova. È proprio vero: “Il caos regna sovrano”, a Broadway più che mai. E nemmeno le luci dello spettacolo riescono a fare un po’ di chiarezza.

Written by Timothy Dissegna


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