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Tziganes (di Matteo Zola)

Da Villa Telesio
Tziganes (di Matteo Zola)

Gatto nero, gatto bianco (Emir Kusturica, 1998)

Bocca di rame, parlatore dei metalli, stella variabile

mai caduta, quali passaggi del tempo conosci.

Il bacio cade sulla ferita

e ti apre

un nero di anni

-

- è il mio inchiostro, un verso di troppo

per esercizio o per debito

sulla tua solitudine -

-

Servo dell’erba, striscia di nebbia

che porti a correre il silenzio e mi rendi

carezze andate a male, sei fuggito da Jajce

molto prima della guerra

-

fuga preventiva -dici- arte divinatoria

da quando Erodoto ti ha chiamato

intoccabile dei millenni. Ti hanno dato una casa popolare

in zona Falchera, ti hanno messo occhi di cemento

e legato i piedi di giostra.

-

In tasca hai sempre un mazzo di carte per il bar sottostante,

e giochi alla tua vita scartata

sempre tenuta in mano d’altri.


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