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Ucciso a Sloviansk il fotogiornalista Andrea Rocchelli

Creato il 25 maggio 2014 da Eastjournal @EaSTJournal

Posted 25 maggio 2014 in Ucraina with 2 Comments

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Il fotogiornalista Andrea Rocchelli è stato ucciso a Sloviansk insieme al suo interprete, Andrei Mironov. La notizia è stata confermata dalla Farnesina anche se manca il riconoscimento ufficiale delle salme. Andrea Rocchelli era piacentino, aveva trent’anni, ed era tra in fondatori di Cesura Lab, un collettivo indipendente di fotogiornalisti.

Non era uno sprovveduto, dopo avere documentato gli abusi sui civili in Inguscezia, Cecenia e Daghestan,  nel 2011 ha testimoniato gli avvenimenti legati alle Primavere arabe in Tunisia e Libia. Nel febbraio scorso era dove un giornalista doveva essere, a Kiev, tra le barricate a due passi dai cecchini. Poi il trasferimento verso l’est del paese per raccontare con le sue immagini questo inizio di guerra civile. Immagini che dicono più di mille analisi, fatte dai nostri comodi salotti, e che raccontano al mondo verità che non si possono trovare tra i commenti degli esperti di turno.

La morte di un giornalista è, sempre, l’omicidio della verità. Poiché a spingere un giornalista verso il pericolo, esponendosi in prima persona, è la necessità di essere testimone, il bisogno di vedere con i propri occhi e capire, e far capire, quanto succede nel mondo. Non è retorica. E’ davvero un bisogno interiore quello che spinge fino alla linea del fronte, una linea da cui a volte non si torna indietro.

Poi c’è il giornalismo, quello in cui è più facile copiare i pezzi di altri, quello che ti pagano una miseria per una foto, un video, un reportage, quello che è anche un lavoro e che per mangiare devi fare sempre qualcosa in più, spingendoti più in là, correndo dei rischi. Quello che i lettori non vogliono pagare, gli editori non vogliono retribuire, e ti devi arrangiare, ti inventi un collettivo, unisci le forze, e sei indipendente sì, ma anche solo.

E’ morto così Andrea Rocchelli, per bisogno di verità, per passione, per un mestiere bistrattato. E’ morto come muore un giornalista. Suoi lavori sono stati pubblicati su Newsweek, LeMonde, Wall Street Journal, ForeignPolicy, Novaya Gazeta, Panorama, Espresso, Sportweek, Zurich Zeitung, Kommersant. Perché era bravo Andrea Rocchelli. Bravo da morire.

Tags: Andrea Rocchelli, CesuraLab, fotogiornalismo, giornalismo Categories: Ucraina


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