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Un Chisciotte in meno

Creato il 23 dicembre 2014 da Malvino
Settant’anni fa, a Buenos Aires, venivano date alle stampe le Ficciones di Jorge Luis Borges, che di lì a poco sarebbero arrivate in Italia, per i tipi della Einaudi. Così facemmo la scoperta di Pierre Menard, autor del Quijote, una delle più geniali creazioni dello scrittore argentino.  Un Chisciotte in meno Tra il copiare meccanicamente il Chisciotte e il produrre pagine in tutto simili a quelle di Cervantes c’era di mezzo un poderoso lavoro che occupò Menard per anni e anni, e di cui egli non volle lasciar traccia, ma di cui Borges si premura di farci intendere scopo e metodo.   Un Chisciotte in meno
Leggiamo e non ci resta altro da fare che rimanere a bocca aperta dinanzi alla rivelazione: il Chisciotte di Menard e quello di Cervantes possono sembrare simili solo ad un ingenuo, tra l’uno e l’altro c’è una differenza enorme, com’è nel dire la stessa frase in due contesti del tutto diversi: ha lo stesso suono in entrambi i casi, ma arriva ad essere pronunciata seguendo percorsi profondamente dissimili, che rivelano mentalità e sensibilità distanti secoli. Siamo ben oltre l’impossibilità di entrare due volte nello stesso fiume: qui è possibile entrare due volte nello stesso fiume, ma è tra le due entrate che non vi è alcuna possibilità di similitudine, e la differenza sta nell’enorme distanza che si avverte come coincidenza.  Possiamo provare ad aggiornare la prova: come sarebbe il Chisciotte di chi oggi volesse compiere su Menard lo stesso sforzo sovrumano che Menard tentò su Cervantes? Giocoforza sarebbe un altro Chisciotte, un Chisciotte contemporaneo, perciò infinitamente meno faticoso. Basterebbe ritrarre un uomo sulla cinquantina che un bel giorno, di punto in bianco, decide di abbandonare tutto ciò che fin lì è stata la sua vita per andarsene ramingo per il mondo con lo scopo di mettere in pratica quanto ha letto nei libri. Infinitamente meno faticoso, rispetto a cinque secoli fa, e rispetto a ottant’anni fa (Borges data l’impresa di Menard agli anni trenta del Novecento), perché i libri, oggi, offrono modelli che non si esauriscono in quello cavalleresco. Sarebbe un Chisciotte qualsiasi: in apparenza, un Chisciotte in più, ma, in sostanza, un Chisciotte in meno

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