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Un errore fatale dopo averla riconquistata

Da Andreaben
Ciao Andrea,
so che non ami queste espressioni, ma non mi vergogno a dirti che chi ti scrive è un uomo disperato. Seguendo pedissequamente il tuo metodo lo scorso agosto ho riconquistato la mia G. dopo 2 anni e mezzo di relazione e 8 mesi di separazione. Va tutto meravigliosamente (un viaggio splendido, intesa rinnovata forse perfino meglio di prima, grande coinvolgimento di passione parte sua) fino a venerdì scorso.
E qui devo aprire una parentesi. Durante il training infatti avevo conosciuto una coppia di amiche, con una delle quali avevo anche avuto un brevissimo flirt, di cui G. è al corrente. Alcuni giorni fa una di queste ragazze (l'altra, la più carina, con la quale non c'era mai stato nulla) mi contatta di sua iniziativa per un preventivo di una ristrutturazione a casa sua (io sono l'architetto). Per fartela breve, in quell'occasione ho avuto una certa sensazione di un suo interesse dei miei confronti, ma non ho raccolto i segnali e ci siamo salutati in modo neutrale. Almeno finché lei, appunto venerdì scorso, è passata nel mio studio per portarmi dei documenti relativi al lavoro.
E lì, caro Andrea, sotto la spinta delle sue avance inequivocabili (per dirti, all'improvviso mi si avvicina a due centimetri fissandomi negli occhi) è, diciamo così, consumata come un fuoco la passione. Buon per te, mi dirai. Il problema è che, come nelle classiche scene dei film, nel bel mezzo della cosa è entrata in studio G. (lei ha le chiavi anche se passa raramente, ma sfiga ha voluto che accedesse proprio quel giorno). Non ci ha propriamente "colti sul fatto", ma l'imbarazzo e le strisce di rossetto sul volto dell'"altra" parlavano abbastanza chiaramente. La sua reazione è stata gelida. Mi ha fissato con uno sguardo d'odio che ricorderò per tutta la vita, ha sbattuto la porta e da lì il nulla. Non risponde alle telefonate (sospetto che abbia bannato in automatico i miei numeri), di incontrarla non se ne parla. Ho provato, fra mille cautele, ad avvicinare sua sorella, con cui ero in discreti rapporti, e la risposta un attimo prima di sentirmi sbattere in faccia il telefono è stata papale papale "non parlo con i vermi".
Lo so, Andrea, che tu ora mi dirai che se l'ho tradita non ci tenevo così tanto, ma ti prego di credermi, io tengo davvero tantissimo a questa donna, sono innamorato e voglio passare la vita con lei e non mi riconosco nell'uomo che avuto un cedimento (uno solo!) che potrebbe rovinargli la vita, di cui ora sono pentito con ogni parte di me. Cosa devo fare? Non l'ho mai vista neanche lontamente così determinata, nemmeno quando mi aveva lasciato l'anno scorso. Non so neanche da che parte cominciare. Aiutami!
Catman
Caro Catman,
ho mantenuto per intero la tua lunga lettera perché, mi perdonerai l'osservazione, quello che hai vissuto ha davvero i tratti di una commedia all'italiana. Innanzitutto mettiamo in chiaro che io non mi esprimo sul tradimento. Primo perché non sta a me, come coach, esprimere giudizi o fare la morale, secondo perché dubito che qualunque altro uomo, in quella situazione, si sarebbe tirato indietro. (Certo però che hai avuto una bella sfiga!)

Vediamo che cosa si può fare. Primo, per il momento lascia stare i tentativi di avvicinarla. E' evidente che questa donna ha i nervi a fior di pelle e le tue incursioni non fanno altro che incattivirla ancor più. Bocce ferme per una settimana almeno, direi. Poi arriverà il tempo delle scuse, che quando la tempesta si sarà almeno un po' placata ti consiglio vivamente di consegnare di persona (niente lettere, rose o altre cazzate). Fai invece una cosa: stampati questa pagina e portala con te: le darai modo di leggere come sono andate le cose. 
E visto che ci siamo, mi rivolgo a te, G. Non disprezzare il tuo uomo perché ha cercato un consiglio per riaverti: questo non è un sindacato per uomini fedifraghi. Non è nemmeno un tentativo di persuaderti, perché sappiamo benissimo che ciascuno le sue decisioni è in grado di prenderle da sé. Il mio auspicio è semplicemente che, leggendo le parole autentiche che il tuo compagno mi ha scritto "a caldo", mettendoci tutta la sua sincerità, tu possa sapere come sono andate effettivamente le cose e trarre liberamente le tue conclusioni. Senza sconti ma anche senza quei pregiudizio che, troppo spesso, rendono ancora più complicata quella cosa straziante e meravigliosa che è la vita di coppia.  

Un saluto,
Andrea

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