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Un’impresa per Renzi

Creato il 13 agosto 2014 da Libera E Forte @liberaeforte

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È stata accolta con favore la notizia che la Bank of China, la Banca Centrale cinese, ha iniziato a comprare azioni di grandi imprese italiane come Fiat, Generali, Eni ed Enel. Ma va subito precisato che da un anno la stessa Banca sta comprando azioni anche in altri paesi e per quantitativi ben maggiori. Il motivo? La decisione di non comprare più i “pericolosi” Treasury Bonds degli Stati Uniti. Nel maggio 2013 la Cina ne possedeva per $1.297 miliardi, nel novembre 2013 giunse all’importo massimo storico di $1.317 miliardi e nel maggio 2014 l’importo si è ridotto a $1.271. Quindi non solo non ne ha comprati più, ma ha iniziato a venderli. Perché sono ritenuti “pericolosi”? Il dollaro e il debito pubblico Usa, prima o poi, entreranno in crisi.

Quindi non consoliamoci con l’aglietto della Cina interessata alle azioni italiane, ma non ai nostri titoli di Stato, perché in fatto di debito pubblico l’Italia sta peggio degli Stati Uniti. Come uscire dalla stagnazione dell’economia italiana che dura ormai da circa 15 anni? La vera riforma, madre di tutte le altre riforme, è la rottamazione della cultura anti-impresa, che domina in Italia da almeno 50 anni e che rappresenta la vera causa della nostra grave crisi politica, economica e morale.

 Tre esempi valgano per tutti: la gestione dell’Alitalia da parte della sua vera proprietaria sin dagli anni 60 (la DC) e la gestione del Monte de’ Paschi di Siena e delle Cooperative rosse da parte del loro vero proprietario sin dagli anni 50 (il PCI). La politica economica è stata per decenni in mano a questi due partiti (e ai poteri forti che li sostenevano dietro le quinte), con la conseguenza di aver creato una devastante cultura anti-impresa privata (soprattutto piccola e media), che Berlusconi non poteva scalfire, avendo lui stesso tratto grandi vantaggi dall’incestuoso connubio tra politica ed economia, che Craxi – prima di lui – si guardò bene dall’eliminare.

 Pertanto l’Italia ha bisogno di una nuova classe politica, che abbia il consenso e il coraggio di rottamare quella cultura anti-impresa, che impedisce ai piccoli e medi imprenditori privati di creare lavoro e sviluppo, in un clima dove l’incompetenza e la corruzione non siano più tanto diffusi come lo sono stati sin dai tempi dei vecchi governi di centro-sinistra. È un paradosso che oggi vi sia chi ha nostalgia di quei governi, davanti ai pessimi risultati dei vari Berlusconi, Prodi e successori, perché non si capisce che questi pessimi risultati sono la naturale conseguenza di quanto “seminato” dagli anni 60 in poi. Anche Renzi verrà rottamato per non aver capito questa semplice verità.

Giovanni Palladino


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