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Un nuovo spettro si aggira per l’Europa

Creato il 25 marzo 2014 da Ilsegnocheresta By Loretta Dalola

logo-tg-la7Il TgLa7, apre il suo quotidiano impegno puntando l’attenzione ai segnali preoccupanti che aleggiano attorno a noi.  Al vertice del G7 iniziato all’Aia con al centro la crisi ucraina, Obama chiede la linea dura. Chiude al dialogo, mentre in Francia il boom della destra antieuropeista alle comunali francesi preoccupa l’Europa.

Marine Le Pin ha ereditato il partito dal padre e ha sdoganato le posizioni xenofobe, antieuro e contro Bruxelles. E ora punta alla presidenza della Repubblica Francese. Alta, imponente e biondissima, la figlia quarantacinquenne di Jean-Marie, che fondò il partito nel 1972, ha un aspetto combattivo, utile  per aggregare il malcontento popolare, infatti le idee xenofobe e protezioniste del Fronte nazionale hanno fatto presa sull’opinione pubblica.

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Al G8, orfano della presenza della Russia che è sotto accusa, Obama vorrebbe l’allontanamento definitivo  della Russia, dopo i fatti dell’Ucraina. Via la Russia  dal gruppo dei paesi più ricchi del pianeta, e poi sanzioni, le più dure possibili per punire Mosca, per la questione della Crimea. Pensare di dialogare con il Cremlino, nel bel mezzo di una crisi che ha visto, passo dopo passo, la Russia procedere determinata verso l’annessione della penisola sul Mar Nero, sarebbe per Obama, una pia illusione. Il presidente americano ha le idee chiare, ma dovrà vedersela con le diverse posizioni occidentali che, se sono favorevoli alle sanzioni, non lo sono sull’espulsione della Russia dal G8. Una prudenza che sottolinea la dipendenza  delle forniture di idrocarburi russi che continuano ad essere il 30% del fabbisogno continentale.

E se il timore di un’invasione russa nell’est dell’Ucraina, mette ansia, quello del mix di sfiducia verso la classe politica e di xenofobia che ha portato vantaggi al Fronte Nazionale di Marine Le Pen, non può farci dormire sonni tranquilli. La Le Pen è riuscita ad accaparrarsi molti voti, facendo passare il messaggio che antieuropeismo, xenofobia e razzismo non devono essere dei tabù, piuttosto dei sintomi di una espressione sociale alla quale dare risposte. Ha avviato un processo di persuasione dei moderati prendendo abilmente di mira i mali dell’Unione Europea e ciò che lei chiama “mondialismo”, attribuendo a globalizzazione, libero scambio, frontiere aperte e mescolanza delle etnie la responsabilità della decadenza e dell’imminente fallimento della Francia e dell’Europa.

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Ha vinto così. Ora vuole capitalizzare il risultato ottenuto, e punta a una grande aggregazione con una formazione antieuropeista con gli altri grandi paesi.  E il segnale d’allarme scatta automaticamente, nella mente di coloro che, al contrario, fanno dei valori della convivenza e della tolleranza, un punto di forza umana e sociale.  I libri di storia sono pieni delle analisi che hanno poi portato alla violenza incontrollata.

La linea di tendenza che improvvisamente pervade l’Europa, rischia di sfociare in una grande coalizione antieuropeista a cui darebbero man forte i nostri berlusconiani e leghisti. Il pericolo è troppo serio. Un’ennesima battaglia, o ultima sfida dei nobili principi della cooperazione tra i popoli.  Valori cardine, (dignità umana, libertà, democrazia, uguaglianza, dello stato di diritto e del rispetto dei diritti umani), che hanno animato la nascita di quell’Unione europea,

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ispirata dalla volontà dei cittadini e degli Stati d’Europa di costruire un futuro comune e che ora dovrà combattere contro tutto quel fronte, quell’alleanza che vuole un’altra Europa.

 


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