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Un po' di...Xel, ovvero l'arte vince sempre.

Da Polistyles Hot&cool

Questo è un post importante....il nostro post numero 100! Se ci siamo arrivati, pur tra qualche difficoltà, il merito è soprattutto vostro, che ci leggete e sostenete. State con noi e vi promettiamo che ce la metteremo tutta per darvi letture sempre più interessanti.Xel (all'anagrafe Alessandro Ussia) è un artista torinese che ha coraggiosamente ripreso la strada dell'arte in un momento particolarmente difficile e incerto. Writer, pittore, grafico, Alessandro è energetico come le sue opere.Scopritelo leggendo questa intervista senza domande, sollecitata da POLIStyles e scritta da Alessandro per noi. Il sito di Xel è http://xeldesign.tumblr.com/.Un po' di...Xel, ovvero l'arte vince sempre.
Sono nato nel 75 e disegno da quando sono bambino, con lo stupore dei mieigenitori (operaio il babbo e casalinga la mamma) che non hanno mai disegnato in vitaloro. Un dono. Ho iniziato a dipingere sui muri alla fine degli anni 80 inizio dei novanta. A settimotorinese che è la città dove sono cresciuto.Con il writing puro, quindi lettering accompagnato da qualche disegno(puppet) esfondo. Tutto rigorosamente spray. Eravamo davvero non molti a quei tempi. Dipingevo con le stesse bombolette che siusavano per le carrozzerie delle auto perché non esisteva ancora un vero e propriomercato dello spray specifico per writer. Negli anni novanta il writing si è evoluto e Torino è stata una città molto attiva. Ai tempi il writing significava rischiare il culo in strada la notte per bombardare i muri.Quasi impensabile oggi con tutte le telecamere presenti, infatti la maggior parte delleopere oggi sono “legali”.


Un po' di...Xel, ovvero l'arte vince sempre.
Alla fine degli anni 90 per questo mio amore sfrenato per la strada, lo spray e ilrischio, ho preso un po di botte da parte di una pattuglia della polizia. Da uno dellapattuglia. Mi hanno colto sul fatto e non sono riuscito a scappare. Era il 99 credo. InTorino nord. Ho subito qualche schiaffo e parecchi insulti e sono stato”salvato” da unaaltra pattuglia di poliziotti più anziani e decisamente più saggi che mi hanno lasciatoandare. Non nascondo che l'ignoranza della persona che ha inveito contro di me, e lasua violenza(più verbale che fisica nonostante il suo sforzo) hanno contribuito in partea farmi smettere tutto. Ma non ne faccio una questione di Polizia. Ho semplicemente incontrato uno con un po di potere. Per qualche anno la disillusione ha preso ilsopravvento. 
Un po' di...Xel, ovvero l'arte vince sempre.


Quella sensazione di essere sempre fuori posto ovunque in un mondoche ha imposto come suo primo valore il denaro mi ha vinto. E quindi ho deciso diallontanarmi pian piano, pur sempre con del magone dentro, perché se si è fatti in uncerto modo prima o poi con la propria natura bisogna fare i conti. Ho interrotto quindie ho vissuto un po di vita, ma sempre con quel malessere che avrei dovuto affrontare,quella mancanza e quel vuoto impossibile da colmare se non solo ed esclusivamentecon l'amore per l'arte,il disegno,l'espressione. Sono di famiglia umile e non possopermettermi di farmi mantenere ed essendo di formazione grafica ho lavorato ancheper studi di grafica in Italia ed anche all'estero. In Spagna.
Un po' di...Xel, ovvero l'arte vince sempre.
Intorno al 2002 ho ripreso molto lentamente il mio percorso, più con lavori su commissione all' interno dei locali o privati, mentre per le incursioni in strada mi sonodedicato più a stickers e poster. Ma in maniera blanda e discontinua.

Dopo la Spagna, nel 2007/2008 circa, quella stessa disillusione che dieci anni primacirca mi aveva fatto quasi smettere, si è trasformata in forza ed energia per tentare difare e dire qualcosa attraverso questo mezzo potentissimo che è l'Arte. Ad oggi da unpaio di anni circa ho trasferito in pittura su tela il mio percorso,e vivo di questo(faticosamente ma felice).Sono presente e lavoro con diverse gallerie nel torinese enon solo, ma di tanto in tanto non rinuncio all'espressione in strada con un po di sanaStreet Art, irrinunciabile per me. Sempre costantemente con quell'illusione che tengoviva e che mi permette di sognare, pur facendo i conti con il pragmatismo dei nostritempi, ingiusti ed incerti. Oggi è difficile vivere di qualunque cosa col proprio talento o merito. Ma nonimpossibile. Io mi ritengo fortunato perché in questo momento ho trovato un equilibriotra Arte e commerciabilità. E questo non significa che debba per forza venirepenalizzata la qualità. Sono tuttavia consapevole del fatto che ho tanta strada da fareancora e che l'incertezza di questi tempi è dietro l'angolo.
La società in genere ed in particolare quella italiana sappiamo bene che purtroppolascia poco spazio alla meritocrazia. Anche se io nel mio cammino devo dire di avereincontrato ottime situazioni e persone. C'è anche del buono intorno. Ma si può e sideve fare sicuramente molto di di più. Non viene favorita la cultura in questi tempima non è una novità, è sistemico, negli ultimi 20 anni hanno costruito un modelloassolutamente frivolo e di cui oggi probabilmente paghiamo le conseguenze.Il tentativo nelle mie opere è quello di criticare i modelli contemporanei sempre conapparente spensieratezza. Ma non per distruggere, piuttosto per pensare di invertirealcune tendenze (tentativo super ambizioso ovviamente). Con colori vivaci, personaggimorbidi. I pulcini che disegno e che guardano all' insù attendono il nettare che cadedall'alto e che non basta mai per tutti. Metafora calzante soprattutto per i giovani chesono in attesa di un futuro.O la casetta in mezzo alle onde, metafora di instabilità, precarietà e condizioneinsolita.Insomma una denuncia di ciò che potrebbe e dovrebbe essere cambiato al nostrotempo. Senza lamentarsi troppo ma tentando di fare qualcosa partendo dal piccoloquotidiano personale. 


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