Magazine Cinema

Un Remake Western poco Western ma molto drammatico

Creato il 12 marzo 2011 da Dylandave

Un Remake Western poco Western ma molto drammatico

- Il Grinta – 2011 - ♥♥♥ -

di

Ethan Coen & Joel Coen

I fratelli Coen questa volta decidono di confrontarsi con un nuovo genere, quello Western, anche se sembrerebbe, guardando il loro remake del film che nel 1969 fece vincere l’ Oscar a John Wayne, che questo genere sia solo lo scenario di una narrazione che manca di tutte quelle sue caratteristiche vere e proprie. Nulla si potrà dire al tocco fotografico scelto dai Coen, che è in grado di ricreare perfettamente le atmosfere di quel genere, ma se poi ben ci si sofferma a riflettere è facile notare che non vi è nessuna epopea da western o nessun picco di scene d’ azione, ma vi è invece una riflessione, più vicina al genere drammatico, sul tempo che inevitabilmente scorre e che dietro di noi ci lascia soltanto perdite, rendendoci difficile il vivere. La scelta di narrazione, non a caso, è infatti quella del flashback della quarantenne Mattie Ross che ci racconta la sua storia avvenuta quando aveva solo quattordici anni, dopo l’ assassinio del padre da parte di un malvivente che rispondeva al nome di Tom Chaney (Josh Brolin). La quattordicenne Mattie è interpretata dalla convincente Hailee Steinfeld (paralizzata però da un doppiaggio italiano decisamente legnoso), che in maniera molto surreale porta in scena un personaggio che poco ha di fanciullesco e tutto invece di donna matura. Il suo modo di parlare e i suoi dialoghi sono fortemente connotati da un’ impronta di saccenza che è molto insolita se si considera che infondo non è di facoltose origini e che, per sua stessa ammissione, aveva dei genitori semi-analfabeti. Al contrario invece gli adulti assumono tutti qualcosa di goffo e addirittura il cattivo interpretato da Brolin degli atteggiamenti del tutto infantili. L’ unico personaggio che sembra ricordare il genere western sembra quello del cattivo Lucky Ned, interpretato da Barry Pepper, in grado di restituire visivamente un personaggio che solamente con la sua espressività e rudezza è in grado di comunicare allo spettatore la sua aggressività. E anche se Jeff Bridges è ormai una certezza recitativa e mi ricorda un pò Jena Plissken invecchiato, purtroppo non si può dire altrettanto di Matt Damon che qui è, forse volutamente, un pò troppo sopra le righe. Degna di nota è però la sua prima apparizione in scena nella penombra di una veranda, col volto illuminato dal fiammifero usato per dar fuoco alla sua pipa. Per un attimo in quella lenta carrellata si respirano i toni da western che forse mancano troppo in questo remake. In definitiva forse questo ennesimo lavoro dei fratelli Coen andrebbe visto come un proseguimento di quella che è la loro matrice narrativa, cioè quella che vede l’ uomo al margine della vita. Un uomo in balia del tempo che incalza e che sembra inseguirlo fino ad un epilogo che può assumere tratti inaspettati. Come quello scelto dai due registi che lascia al veleno dei serpenti il ruolo di interpretare quell’ imprevedibilità che scuote il mondo della pianificatrice Mattie. Per finire con una cavalcata predominata dai primi piani e su uno sfondo di un cielo stellato, forse anche quello volutamente finto. Forse anche l’ epopea di un Western può essere per i Coen una perpetua finzione? Gli amanti del vecchio western di certo non apprezzeranno. I fan dei Coen forse potrebbero farlo ma pur sempre mantenendo ben saldi gli speroni degli stivali a terra con la convinzione che Il Grinta non è il miglior film dei due noti fratelli .

Un Remake Western poco Western ma molto drammatico

(La Ragazzina che infinocchiò lo sceriffo federale)
Un Remake Western poco Western ma molto drammatico
( Un colpo da 1000 punti)

Potrebbero interessarti anche :

Ritornare alla prima pagina di Logo Paperblog

Possono interessarti anche questi articoli :