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Un Santo da Fort Lauderdale

Creato il 15 luglio 2014 da Scribacchina

jaco pastorius al mixer

In redazione circola un personaggio molto particolare; per comodità, lo chiamerò Erre.
Fisicamente importante (peserà un quintaletto), mezzo secolo d’età e un vocione a 100 e rotti decibel: capita di uscire dal bar in piazza e sentirlo ridere o raccontare le sue storie a dieci strade di distanza.

Dico «raccontare le sue storie» perché Erre è noto per la spaventosa miniera di aneddoti, storie, barzellette e citazioni che fiorisce in continuazione dalla sua bocca. Sa tutto di tutti, ma in particolare sa tuttotuttissimo su musicisti e musica, con una predilezione per il jazz.
Aneddoti simpatici e tutto quanto, per carità, ma – come si suol dire – il troppo stroppia, e spesso Erre risulta personaggio pesante da digerire.
Il più delle volte fingo di ascoltarlo, annuendo o esclamando un «Perlamiseria, davvero?… Accidenti!». Tanto mica s’accorge se non lo ascolti o se fai finta di conoscere tutti gli sconosciutissimi personaggi che cita.

L’altro giorno stavo andando in concessionaria (rigorosamente a piedi, ça va sans dire: la macchina nuova, per la cronaca, non l’ho ancora vista…)
In pieno centro, zona piazza, sento un vocione dietro le mie spalle: «Scribacchina!».
E’ lui.
Mi assale con una serie di aneddoti su cd, vinili e prezzo della musica odierna.
Cercando di seminarlo, rispondo inanellando una serie di monosillabi: «Eh, sì… pensa un po’… ma dai… incredibile!».
A un certo punto dribbla, mi si ferma davanti e mi fissa con occhio indagatore; il tempo di immaginare cosa stia passando in quella testa piena di storie, e… sorpresa: come se niente fosse, inizia a parlare di Pastorius. Così, con una naturalezza sovrumana.

Erre: «Non lo sai l’aneddoto su All The Things You Are, eh?»
Scribacchina: «Come no. Jaco non aveva mai sentito quel pezzo; gli mostrano la partitura, lui dà uno sguardo veloce al foglio e si mette a suonare come se conoscesse da una vita struttura e accordi. Aveva già tutto in testa»
Erre: «E quando fece suonare Good Morning Anya ad Othello Molineaux? Con lo steel pan, ma ti rendi conto? Era in quell’antologia, un cd…»
S: «Due cd, due: parli di Punk Jazz, no?»
Erre: «Già, doppio… C’era anche quell’altro album, registrato dal vivo il giorno del suo compleanno, The Birthday Concert. E… oh, senti questa! Quell’album iniziava con Pastorius che diceva: “Good evening…”»
S: «”… everybody, I’d like to say hello…”»
Erre: «”… to my father”! Sì, perché c’era anche suo padre a quel concerto, sai?».
S: «Certo, era in prima fila»
(in realtà non ho mai capito se in quella intro Jaco dice father oppure mother, ma ho preferito sorvolare)
Erre: «C’era anche quell’altro album, Twins…»
S: «Twins I & II, doppio live registrato in Giappone: lo conosco meglio delle mie tasche, c’è la più bella versione di Continuum mai fatta da Jaco»
Erre: «…»

Tutto sommato, zittire Erre non è stata una mission impossible.

Questa non è la prima volta che Jaco mi salva.
Piccoli miracoli della musica.
… Francamente, cari soliti lettori, non credo di intaccare la mia fama di miscredente professandomi fedelissima devota a Santo Pastorius da Fort Lauderdale.


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