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Un viaggio a New York sulle orme di Holden, Gatsby e gli altri: è il progetto di Davide e Serena e li potete sostenere anche voi

Creato il 21 ottobre 2014 da Maryandthebooks @MaryTraf

Viaggio a New York libriUna grande passione per la letteratura americana, un progetto originale a cui ognuno può dare il suo contributo … ed una città che, beh, per molti è LA città. Se questo blog continua a condurmi da lei, New York, non può essere un caso!

Forse è proprio perchè la Grande Mela rappresenta davvero il luogo dei sogni. Ed è un sogno anche quello di cui vi voglio raccontare oggi, un sogno però da trasformare in realtà.
Si chiama NY Literary Journey, e lo hanno creato Davide Piacenza e Serena Noto, due venticinquenni esperti di lingua e letteratura inglese. L’idea? Un viaggio a New York da vivere e da percorrere seguendo le orme del Grande Gatsby, del giovane Holden, e tutti gli altri personaggi che hanno immortalato per sempre la Grande Mela tra le pagine dei romanzi. Per poi fare di questa esperienza un libro.
Un reportage di viaggio letterario con in tasca i migliori libri ambientati a New York. Anzi, anche quelli scelti da chi vorrà partecipare virtualmente. Perchè per partire (l’idea è quella di trascorrere dieci giorni a New York ad aprile del prossimo anno) Davide e Serena hanno deciso di chiedere la collaborazione di tutti lanciando un progetto di crowdfunding: per tutti coloro che vorranno sostenerli in questa avventura arriverà un piccolo riconoscimento e la possibilità di scegliere uno dei libri con cui raccontare New York. Non vi sembra un bellissimo modo di legare viaggio e letteratura?

A raccontarcelo ora sono direttamente loro, Davide e Serena.

Ci dite qualcosa di voi?

Abbiamo entrambi 25 anni. Davide è redattore di Rivista Studio, un periodico culturale con sede a Milano. Serena è nel mezzo di uno stage sito in tutt’altro campo, al momento, ma sogna un futuro da traduttrice letteraria. All’università – che è dove ci siamo conosciuti, per la cronaca rosa – abbiamo studiato tutti e due lingue e letterature straniere”.

Come è nata l’idea del NY Literary Journey e come verrà realizzata? Qual è il vostro obiettivo?

“Come abbiamo scritto sulla pagina del fundraising, l’idea viene da un pezzo pubblicato sul sito della rivista di Davide, in cui l’autore, Michele Turazzi, passeggiava per le vie di Milano nei luoghi citati da passi di libri di Hemingway, Scerbanenco, Buzzati e molti altri. L’intenzione è “spostarla” a New York e ampliarla in un libro”.

Avete stilato un elenco preciso di scrittori e opere di cui volete ripercorrere le orme? Chi sono? O vi lascerete trasportare anche dall’improvvisazione?

“No, perché è innanzitutto chi contribuisce a decidere quali opere dovremo ripercorrere. Ma di certo abbiamo autori e libri preferiti che inseriremo: sicuramente Gatsby e Holden, Capote, tutta quella generazione, ma anche Broyard e Mailer. Ce ne sono diversi”.

Come volete organizzare il vostro viaggio a New York? Quali saranno le tappe imprescindibili? Avete già dei vostri “luoghi del cuore letterari” nella Grande Mela?
Harlem viaggio a  New York libri

I “luoghi del cuore letterari di New York” sono fondamentalmente quelli delle opere di cui ti dicevamo. Il resto sarà una scoperta, fatta con l’input di chi deciderà (o ha già deciso) di investire nel progetto. Per quanto riguarda l’organizzazione, non c’è nulla di veramente dettagliato: partiremo col volo più economico, e allo stesso modo cercheremo una sistemazione conveniente”.

Libri ambientati a New York (o comunque negli States): quali sono i vostri preferiti e quali ci consigliate di leggere assolutamente?

“Rispondere in poche righe, o con una sola lista fatta su due piedi, a questa domanda è difficile. Ma proviamoci: a un amico consiglieremmo sicuramente di leggere, oltre ai già citati “Il giovane Holden”, “Il grande Gatsby” e “A colazione da Tiffany”, anche il più recente “Città aperta” di Teju Cole (mi intrometto in punta di piedi per dire: che coincidenza! E’ il libro che si trova ora sul mio comodino e

libri ambientati a New York
che ho appena iniziato a leggere!), il bellissimo “Toccare le nuvole” che racconta l’impresa di Philippe Petit, e, tornando ai classici, “Il falò delle vanità” di Tom Wolfe, “Un albero cresce a Brooklyn” di Betty Smith (ecco un libro che ho amato anche io) e “American Psycho”.
Passando alla categoria “libri ambientati negli States”, direi che rischieremmo seriamente di fare notte. Per farla breve: (se non l’avete ancora fatto) leggete Franzen, McCarthy, Eugenides, Wallace, Johnson, Eggers. Questi sono i nostri consigli”.

E’ in corso la campagna di crowdfunding che si chiude il 3 novembre: come sta andando? Avete pensato a un modo per “ringraziare” chi vorrà sostenere il vostro progetto?

“Sta andando abbastanza bene, è al 35% di completamento e la formula Flexible – quella molto usata su Indiegogo, il sito che ospita il progetto – permette di utilizzare i fondi raccolti anche senza raggiungere l’obiettivo. Come specificato nelle scorse settimane, raggiungendo il 40-50% della cifra che ci siamo posti come obiettivo – 2800 dollari – faremo in modo di partire comunque, contando soprattutto sull’aiuto dei genitori. Attualmente, quindi, la partenza è molto vicina”.

I “premi” per chi sostiene il progetto, oltre che la nostra gratitudine (che giustamente, qualcuno dirà, vale poco) sono quelli della lista dei Perk, i regalini simbolici mediante i quali chi avvia un progetto invoglia le persone a investirci. Nel nostro caso si parla di cose minime: racconti scritti da Davide, la già citata possibilità di specificare un’opera da ripercorrere, messaggi da lasciare a New York, in caso di donazione cospicua un souvenir dalla Grande Mela”.

Vogliamo lanciare un “appello” a case editrici, potenziali sostenitori, operatori del turismo, appassionati di viaggi e di letteratura americana, affinchè prendano a cuore il vostro progetto? Parola a voi!

“Non siamo bravissimi con gli appelli, ma possiamo dirvi che in questa cosa abbiamo messo molte energie, speranze e voglia di realizzare un buon lavoro. Alcune case editrici le abbiamo già contattate, e in un paio di casi per fortuna si sono dette interessate a pubblicare il prodotto finale di questo viaggio. A tutti gli altri, appassionati di letteratura e non, chiederemmo di dare un’occhiata al progetto, leggerlo e farci sapere. A noi rende entusiasti, proprio perché non riusciamo a concepire il vedere New York con gli occhi di Holden Caulfield come qualcosa di meno che entusiasmante”.


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