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Una lezione non solo per Rooney

Creato il 08 aprile 2011 da Rightrugby
Una lezione non solo per RooneyDal North v. South di Mike Cleary del Telegraph, al rugby v. football di Robert Kitson del Guardian. La Heineken Cup tiene banco nei media e non fa distinzioni tra quotidiani filo Tories o filo Labour, perché è di sport che anzitutto stiamo parlando. Il cronista del Guardian infatti va a ripescare fatti attualissimi, come le parolacce di Wayne Rooney, l'attaccante del Manchester United, a onor di telecamera mentre timbrava una tripletta contro il West Ham United nell'ultima giornata di Premier League di calcio. Rooney ha abituato il pubblico inglese da tempo alle sfuriate, al linguaggio basic da working class hero nei confronti dei tifosi avversari, se non degli arbitri. E' sanguigno, fuori e dentro dallo stadio. Un combattivo, uno che appassiona e che divide. E in mezzo a tutto questo, Kitson gli suggerisce di dare un'occhiata al prossimo week end di coppe europee di rugby.
Su quale dei due sia migliore, il rugby o il calcio, non vale la pena di perdere tempo: i sostenitori dell'una o dell'altra fazione tirerebbero acqua al proprio mulino e a meno che non siate interessati ai luoghi comuni e ai battibecchi da Bar Sport, dove lo sport è solo nel nome del locale, passiamo oltre. Andiamo al sodo. Per sodo si intende da una parte Barcellona, dall'altra San Sebastiàn, due catini caldi, sempre sportivamente parlando. I colori, i sapori, i profumi di due sfide (Perpignan - Tolone prima, Biarritz - Tolosa poi) in merito alle quali già tanto è stato scritto. E allora, dal momento che la discussione verte su un personaggio prettamente inglese, basta un'oretta e qualcosa di volo da Londra per atterrare a Dublino perché è nel cuore di Irlanda che si giocano il passaggio alle semifinali Leinster e Tigers.
Che si tratti di un ritorno sul luogo del delitto anche questo è già stato detto e a rincarare la dose ci ha pensato Toby Flood che da apertura del Leicester vuole vendicare la sconfitta dell'Inghilterra. Stavolta si compie un passo in avanti.
"If I was Rooney, though, I'd board a plane and head for Dublin this Saturday", scrive Kitson, perché il talentuoso attaccante della Midlands apprezzi lo scenario meramente sportivo dell'evento. Gli farebbe solo del bene, dal momento che il cronista inglese nel suo pezzo sottolinea come l'ex stella dell'Arsenal, Ian Wright, abbia confessato di essere andato per la prima volta ad assistere ad una partita di rugby e di essere rimasto impressionato dalla correttezza delle persone sugli spalti. L'applicazione al 100% dei tanti ragionamenti che abbiamo ospitato anche su questo blog: andare allo stadio, divertirsi, portarci i figli perché vedano all'opera dal vivo i loro beniamini, rincasare soddisfatti perché si è trascorsa una piacevole giornata e non è successo alcunché che faccia cambiare idea sulla bontà delle decisione presa di esserci andati, alla partita. 
Poi a memoria si torna al novembre 2009, quando San Siro ha ospitato gli All Blacks contro l'Italia con 80.000 persone presenti e qualche giornalista di casa nostra ha volutamente commentare con un "tutto qui?". Ma è più facile che la lezione l'apprenda Rooney che uno snob che allo stadio ci va solo se gli riservano un posto nemmeno in tribuna, ma nel parterre vip. 

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