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Una madre: "Io, imbrogliata da Vannoni e da quelle iniezioni di cellule staminali"

Creato il 28 dicembre 2013 da Tafanus

Per curare la figlia una donna si è indebitata per 40 mila euro per pagare le cure con il laureato in psicologia inventore del metodo Stamina: e adesso denuncia la truffa (di Sarah Martinenghi - Repubblica)

 

 

Signora, vedrà, sua figlia camminerà. Abbia fede..". Ora Denise (il nome è di fantasia) ha undici anni, passi non ne ha mossi, ma con i suoi sorrisi sembra voler rassicurare la sua mamma che andrà tutto bene e che alla fine riuscirà a riavere tutti quei soldi spesi invano in cure con le cellule staminali che non le sono servite a nulla. Quarantamila euro dati nel 2009 al laureato in psicologia inventore del metodo Stamina, Davide Vannoni, con la speranza che quelle iniezioni fossero miracolose. Denise ha una paralisi celebrale fin dalla nascita: "Non parla, non può muoversi, non si sa quanto capisce. Ma lei è tanto forte".
E' una storia di grande sofferenza quella che questa madre, una commerciante torinese, accetta di raccontare a Repubblica. E' stata da poco interrogata dai Nas e la sua vicenda servirà al pm Raffaele Guariniello nell'inchiesta sulle staminali: il nome della piccola è infatti inserito negli atti dell'indagine insieme a quello di oltre 60 "vittime".
E' nella primavera del 2009 che la madre di Denise sente parlare per la prima volta del metodo Vannoni: "Una signora  sapeva che volevo andare in Thailandia per mia figlia e così mi ha raccontato di queste iniezioni avvertendomi anche che su suo marito non avevano avuto effetti". Comincia la trafila, la speranza: "Per prima cosa ho portato mia figlia dal neuropsichiatra indicato da Vannoni, a pagamento, a Moncalieri. Il suo parere è stato dubbio: non sapeva dirmi se avremmo avuto benefici". La donna torna in via Giolitti. "Mi è stato mostrato il filmato di un ballerino russo, quasi paralizzato che aveva notevoli miglioramenti". Ma alla madre viene anche messo un foglio in mano, che lei ha conservato e mostrato ai carabinieri dei Nas,  con i costi della cura: 40 mila euro. "Io non li avevo, e il mio commercialista mi ha consigliato di aprire una onlus. Ho chiesto un prestito in banca, ho messo i barattoli in bar e negozi per raccogliere il denaro. Però sono stata truffata pure dalla persona a cui mi ero affidata, passava a riscuotere il denaro prima di me".
A luglio comincia il ciclo di terapia: "Il 17 faccio un bonifico di 27 mila euro, e il giorno dopo andiamo a Gravedona per il carotaggio osseo. La mia bimba è stata addormentata con l'anestesia totale, ma dopo poche ore dall'intervento è stata  dimessa". Passa un mese e arriva la fatidica telefonata: "La prima iniezione è pronta". Denise e la sua mamma partono per Trieste al Burlo Garofolo, da Andolina: "È stato terribile. Abbiamo dovuto tenere mia figlia in tre, le hanno fatto una infusione spinale e una venosa, il tutto senza anestesia e in un luogo che sembrava di passaggio, certo non sterile".
Quel che accade dopo è peggio: "La bimba ha cominciato a vomitare. Ho dovuto portarla al pronto soccorso del Regina Margherita, ma non ho detto delle staminali,  non avevo il coraggio". Prima l'acconto e l'iniezione, poi il saldo e la seconda infusione: "Mi hanno detto che dovevo aspettare uno o due mesi per vedere miglioramenti. A ottobre, un altro ciclo. Benefici? Sembrava ammalarsi meno, ma solo ora mi accorgo che ogni passo avanti lei l'ha fatto perché è cresciuta. Ogni progresso è un successo, ma solo per merito suo".


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