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Una poesia di Quasimodo per dare il benvenuto all’autunno 2014

Creato il 23 settembre 2014 da Alessio688

Moon Bridge in the FallOggi, con l’equinozio, inizia l’autunno. A ricordarmelo stamattina appena ho acceso il computer è stato Google con un  doodle animato dove le chiome degli alberi neri si colorano dei toni dell’autunno al passaggio di un simpatico personaggio e poi d’improvviso cadono tutte a terra. Finisce quindi la stagione estiva, le ore di luce calano progressivamente e quindi la durata del giorno diventa minore rispetto a quella della notte. Fin dall’antichità l’equinozio ha sempre rappresentato un momento speciale dove la luce e le tenebre erano in perfetto equilibrio. Rappresentava un passaggio, un tempo per la meditazione. Per molte culture era quindi una giornata di celebrazione da dedicare alle proprie divinità.

Per questo equinozio ho scelto a mio parere una bellissima poesia di Salvatore Quasimodo.

Poesia di Salvatore Quasimodo
Ora l’autunno
Ora l’autunno guasta il verde ai colli,
o miei dolci animali. Ancora udremo,
prima di notte, l’ultimo lamento
degli uccelli, il richiamo della grigia
pianura che va incontro a quel rumore
alto di mare. E l’odore di legno
alla pioggia, l’odore delle tane,
comè vivo qui fra le case,
fra gli uomini, o miei dolci animali…
Questo volto che gira gli occhi lenti,
questa mano che segna il cielo dove
romba un tuono, sono vostri, o miei lupi,
mie volpi bruciate dal sangue.
Ogni mano, ogni volto, sono vostri.
Tu mi dici che tutto è stato vano,
la vita, i giorno corrosi da un’acqua
assidua, mentre sale dai giardini
un canto di fanciulli. Ora lontani,
dunque, da noi? Ma cedono nell’aria
come ombre appena. Questa la tua voce.
Ma forse io so che tutto non è stato.

 



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