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Una settimana di “Vergognamoci per lui” (35)

Creato il 22 agosto 2011 da Zamax

Un giorno di gogna non fa male a nessuno. Come dicono i filosofi più in gamba, è tutta esperienza. Su GIORNALETTISMO.COM

 

SILVIO BERLUSCONI 16/08/2011

Nella carriera di tutti gli emuli di Giulio Cesare c’è un Rubicone da passare, così come in quella degli emuli di Alessandro Magno c’è un nodo gordiano da tagliare. All’inizio della sua carriera politica Silvio non faceva mistero di essere ammiratore del primo, forse a causa di una calvizie che anche il Divino Giulio viveva male, tanto che, racconta Svetonio, “fra tutti gli onori decretatigli dal Senato e dal Popolo, nessuno egli accolse o sfruttò più volentieri del diritto di portare sempre una corona d’alloro”. In seguito il nostro condottiero mise a tacere una passioncella che avrebbe offerto il destro alla solita marmaglia velenosa che lo accusava, ingiustamente, di “cesarismo”. Da quasi quattro lustri Silvio torna periodicamente sulle rive del Rubicone solo per fare dietro front e rintanarsi col cuore grondante sangue nella sua tenda accolto dalla disperazione delle schiave ispaniche, celtiche, germaniche, illiriche, traci, scite, persiane, ebree, libiche e numidiche che gli rendono meno gravosa l’esistenza. Che sia una prova da far tremare i polsi lo dimostra il fatto che pure il Divino Giulio per decidersi ebbe bisogno di una visione – lo dice sempre Svetonio, e su Svetonio io metterei la mano sul fuoco – : una specie di Adone sbucato dal nulla che, impadronitosi di una tromba, ci soffiò dentro il segnale di guerra scomparendo con la velocità del vento verso l’altra sponda. Giove Ottimo Massimo spedì a Silvio invece una Venere, Ruby, detta anche la figlia di Giugurta. Silvio non lesse nel nome il destino e vide solo la Venere. Da allora gli dei l’hanno abbandonato alla sua empietà. Ed è per questo che io, Crosetto, Martino e Stracquadanio, per il bene della Patria, stiamo seriamente pensando di ricorrere alle possenti arti del Mago Otelma.

 

UMBERTO BOSSI 17/08/2011

A Renato Brunetta passare alla storia come il Nano di Venezia non dispiacerebbe affatto: sarebbe il modo di partecipare della fama imperitura della Serenissima. Le parole del Senatur al suo orecchio sono suonate come una profezia e l’occhio gli è brillato di soddisfazione. A queste cose lui pensa, a differenza del leader del Carroccio, bellamente ignaro di essersi imbarcato in una sfida con un uomo temibile; un uomo che è sopravvissuto con successo al suo metro e mezzo di statura fino ad impalmare a sessant’anni suonati la sua Titti; un uomo che si è imposto di vincere alla distanza; un uomo tempratissimo a tutte le offese dell’occhio e della parola, volontarie e involontarie, e perciò uso a misurare la statura dei suoi avversari dal loro grado di suscettibilità quando, serenissimo e in pieno controllo, riesce a tacere provocatoriamente davanti agli insulti più sanguinosi, oppure quando, serenissimo e in pieno controllo, riesce a rispondere provocatoriamente, come il bon ton democratico non comanda, ai cretini che gli tengono agguati, oppure quando, serenissimo e in pieno controllo, riesce a far saltare i nervi ai suoi colleghi saputelli, sfiniti da una puntigliosità e una petulanza di cui solo le donne sono capaci, mentre lui è fresco come una rosa, pronto a ricominciare, perché rompere i coglioni è un’arte che richiede determinazione, costanza, allenamento: tutti quelli che cascano nella trappola li iscrive seduta stante nel registro delle mezze seghe.

 

LA NEW ZEALAND RUGBY UNION 18/08/2011

Ahi, ahi, ci risiamo: arriva la Coppa del Mondo di Rugby e i neozelandesi cominciano a fare cose strane. E’ la settima coppa e se la giocano in casa. Di coppe però fino ad adesso ne hanno vinto solo una, la prima, pur partendo ogni volta, e del tutto logicamente, da favoriti. Questa volta è diverso: partono stra-favoriti. Quindi la New Zealand Rugby Union ha pensato bene di creare uno psicodramma nazionale grazie ad una “divertente” campagna pubblicitaria che invita tutti i tifosi degli All Blacks ad astenersi dal sesso durante la Rugby World Cup. Ma ci pensate alla sorte lacrimevole di quelle povere innocentissime creaturine che – sono pronto a scommettere – vedranno la luce fra giugno e luglio del 2012 nel caso i Tutti Neri dovessero incappare nella solita stramaledetta partita? Pecore nere nel paese delle pecore. Figli del peccato. E dei peccatori più fessi: quelli ortodossi.

 

PIER LUIGI BERSANI 19/08/2011

I problemi dell’Italia sono “strutturali”: sono tutti d’accordo. E quindi ci vogliono “riforme strutturali”: anche qui sono tutti d’accordo. Bisogna ristrutturare l’Italia partendo dalle fondamenta, dai pilastri e dalle architravi. E’ per questo che tutti invece – anche qui in massimo accordo – sono alla ricerca dei “colpevoli”, ossia parlano solo delle opere di finitura, dei pavimenti, dei serramenti, delle tinteggiature: i costi della politica, i tesoretti degli evasori fiscali, i “ricchi” da tassare. Poi ci sono quelli che fanno ancor meglio: demoliscono. Per esempio il segretario del PD, che si dichiara favorevole all’«una tantum» sui capitali rientrati con lo scudo fiscale due anni fa per reperire risorse da trasferire ai Comuni e ai pagamenti dovuti dalla Pubblica amministrazione alle piccole imprese: così lo Stato Filibustiere rimedierà alla violazione di un patto col cittadino, un pagamento rimandato all’infinito, con la violazione di un altro patto, mezzo banditesco anch’esso, ma sottoscritto.


Filed under: Giornalettismo, Umorismo Tagged: New Zealand Rugby Union, Pierluigi Bersani, Silvio Berlusconi, Umberto Bossi, Vergognamoci per lui

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