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Una settimana nel futuro del giornalismo — Spotify, Slack, Financial Times e molto altro

Creato il 22 maggio 2015 da Pedroelrey

La rubrica dove rac­co­gliamo i link per non per­dere le novità tec­no­lo­gi­che nel mondo dell’informazione.

Musica, play­list e…notizie. Spo­tify annun­cia una nuova ver­sione della sua appli­ca­zione mobile, a cui aggiunge una fun­zione per creare play­list basate sul ritmo dei passi, ma soprat­tutto, la pos­si­bi­lità di sca­ri­care pod­cast nella nuova fun­zione disco­very. Un’opportunità in più per le reda­zioni che hanno già comin­ciato a pro­durre news in que­sto for­mato. Per ora la nuova ver­sione di Spo­tify è dispo­ni­bile in Ger­ma­nia, Stati Uniti, Regno Unito e Sve­zia. Altra novità in arrivo: l’aggiunta della frui­zione di video ori­gi­nali pro­dotti da Vice, Comedy Cen­tral, Twit.TV, ecc. La rin­corsa folle di You­Tube e Face­book è cominciata.

Misu­rare il tempo, non i click. È la pos­si­bi­lità offerta dal Finan­cial Times ai suoi inve­sti­tori, lavo­rando stret­ta­mente con la piat­ta­forma Chart­beat e cam­biando il modo di misu­rare il suc­cesso dei pro­pri arti­coli. Non più visite mordi e fuggi, ma tempo di qua­lità speso nella let­tura degli articoli.

Il new­sga­ming in reda­zione. Tri­nity Mir­ror ha creato una squa­dra spe­ciale di gior­na­li­sti, gra­fici e pro­gram­ma­tori, la UsVsTh3m, per spe­ri­men­tare nuovi for­mati di noti­zie digi­tali. Il news game Where is Dama­scus è un esem­pio di mappa inte­rat­tiva con gioco e infor­ma­zioni tra­smesse al let­tore, ma soprat­tutto vis­sute in prima per­sona dal suo punto di vista. E se sono den­tro la noti­zia la leggo — la con­sumo — più a lungo. Pec­cato che l’esperimento non abbia fun­zio­nato e il Tri­nity, a dif­fe­renza del Ft, misuri ancora le impres­sions, non la per­ma­nenza sulle pagine. “Certe inno­va­zioni costano troppo rispetto al traf­fico gene­rato”, ha com­men­tato il diret­tore Lloyd Embley annun­ciando la chiu­sura della squa­dra. Sigh.

Bello Wha­tsapp. Impos­si­bile pen­sare di viverci senza. Ma se Face­book per­met­tesse alle aziende di con­tat­tarvi attra­verso que­sto stru­mento? Accet­te­re­ste una simile intru­sione di pri­vacy? Pen­sa­teci in fretta per­ché potrebbe suc­ce­dere pre­sto, dal momento che l’applicazione mobile più sca­ri­cata nel tele­fono degli ita­liani non genera pro­fitto (cioè lo genera, ma ne perde molto di più) e Face­book sta pen­sando come cam­biare le cose. Una novità potrebbe essere aprirsi al busi­ness, come già annun­ciato alla con­fe­renza F8 di marzo, per tra­sfor­mare l’app in uno stru­mento di custo­mer ser­vice. E qui i gio­chi si fanno interessanti.

Col­la­bo­rare meglio su inter­net. Con Slack. Lo usate? È uno stru­mento per­fetto per gestire pro­getti a distanza. Ma da qual­che tempo vuole tra­sfor­marsi in pro­dut­tore di con­te­nuti ori­gi­nali, con una serie di pod­cast a epi­sodi sul tema del lavoro e della vita. Con “poche pre­tese”: vuole essere funny, inspi­ra­tio­nal, serious, inno­va­tive.

Photo cre­dit: alo­sh­ben­nett / Foter / CC BY


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