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Una steward in stand by - E la rese speciale...

Creato il 19 luglio 2011 da Calcisulcalcio
Una steward in stand by - E la rese speciale...Introduzione - Ospitiamo oggi nella rubrica del martedi una ragazza steward che con passione e dedizione descrive il punto di vista degli steward, più volte odiati che amati, ma che fanno ormai parte della macchina del calcio odierna.
Decisamente diversi da tutti gli articoli pubblicati sull'argomento, per una volta il punto di vista esauriente e comprensibile di qualcuno che vive in prima persona un lavoro e al tempo stesso una passione, vi lascio alle sue parole convinto che rapiscano voi come hanno rapito me.
di Cristian Amadei

Uno steward in stand by…
Tornare o non tornare, questo è il dilemma… Se non fosse per la temporanea decadenza del mio incarico, sentirmi moralmente chiamata a scegliere se abbandonare o no lo stadio sarebbe stato un tormento! Del resto, tra stewards e tifosi, chi non è stato sfiorato da questa dolorosa riflessione almeno una volta negli ultimi tempi? Penso che, per tutti, la reazione emotiva ai cambiamenti normativi e alle difficoltà oggettive derivanti dalla conduzione societaria sia stata, quando la rabbia sopiva, un inno, un coro… E’ solo la Roma che ci fa sopportare il gelo e ci fa sperare anche quando sembra non ci ascolti… Il tifoso e lo steward sono lì, mossi dallo stesso fuoco, dalla passione chiamata Roma…
Siamo di nuovo tutti qui! C’è chi è fuori ai varchi, chi entra, chi lavora per la società...
La senti la curva che canta? Ascoltane i cori e, che tu sia dentro o fuori lo stadio, osserva intorno a te quali sono i colori dominanti. E’ l’euforia, il pathos che respiriamo grazie a “Lei” che ci fa piangere e venire i brividi ogni volta che ci rende vittoriosi e onora così lo stadio, la squadra e il pubblico di Roma!
Parlo io, Claudia, uno steward “capitato” all’Olimpico tre anni fa almeno, quando tutto o apparentemente tutto era fuori controllo di sicurezza. Seguire la partita era un’emozione, la Roma vinceva e quando non vinceva il nostro entusiasmo era sempre vivo.
Poi gli anni passano e la lontananza imposta dal provvisorio decadimento del mio incarico di steward, suggerisce razionalità. Il buon senso torna e la mente analizza la nuova situazione lavorativa trovando molti elementi sfavorevoli. Lo steward è di servizio molte ore prima della partita, con qualsiasi situazione meteorologica e a volte è collocato in posizioni isolate. Svolge compiti per cui è stato formato e che, con la nuova normativa di sicurezza, sono diventati assurdi in relazione alla retribuzione. “Incaricati di pubblico servizio” senza i diritti dell’incaricato di pubblico servizio! Un ruolo che non desideravamo e con questo spero di interpretare il pensiero dei più e che, purtroppo, funge da capro espiatorio per tutti. Non è sufficiente la normativa senza applicazione seria. Solo questa e la volontà d’informazione da parte degli organi preposti verso i fruitori dello stadio sono in grado di sciogliere la confusione generata riguardo ai diritti- doveri di ognuno.
Paradossalmente, non era meglio prima?
Una nuova esperienza per godere ancora più intensamente la nostra Roma. Comincia così il percorso di ogni steward che, per molti, ha avuto come pensiero ultimo l’abbandono della professione. Gli argomenti che abbiamo trattato finora, dal coinvolgimento emotivo sfociante nella situazione lavorativa attuale, economicamente e materialmente sfavorevole al difficile ruolo figlio della farragine, sono la spiegazione più logica di questo fortissimo senso di frustrazione. Dall’amore per la squadra all’essere “insigniti” di un ruolo svantaggiato da ogni punto di vista.
Premettendo che il compenso, per le otto ore lavorative di ogni match disputato, è sempre meno di quello che pensate: vi ricordo o v’informo, per chi acquista per la prima volta il nostro giornale, che in precedenza ho definito le mansioni assurde rispetto alla retribuzione, ma, per motivi di spazio, non ho specificato gli obblighi dello steward e come questo sia stato formato. Vi sottopongo due “stralci” che evidenziano quale sia il loro profilo giuridico e i compiti loro assegnati.
- L’addetto alla sicurezza moderno è una figura che, nell’aggiornamento della normativa è a tutela dell’ordine e della sicurezza negli stadi alla quale è attribuita anche la cosiddetta “tutela rinforzata” dall’art. 6 quater della Legge n° 401 del 1989 secondo il quale chiunque commette qualunque dei fatti previsti dagli articoli 336 e 337 del codice penale nei confronti dei soggetti incaricati del controllo dei titoli di accesso e dell’instradamento degli spettatori e di quelli incaricati di assicurare il rispetto del regolamento d’uso dell’impianto dove si svolgono le manifestazioni sportive, è punito con le stesse pene previste dai medesimi articoli riferibili al pubblico ufficiale o all’incaricato di un pubblico servizio.
- Le attività degli stewards all’interno dell’impianto sportivo, sono svolte con le modalità di seguito elencate:
attività di bonifica, prefiltraggio, filtraggio, instradamento all’interno dell’impianto sportivo e altre attività che consistono nel controllo del rispetto del regolamento d’uso dell’impianto, l’osservazione e la vigilanza dei luoghi e degli spettatori, assistenza e procedure inerenti alla pubblica incolumità e alle emergenze.


Eh sì, la figura è stata disegnata con attenzione dalla normativa, lo steward tenta di eseguire correttamente i propri doveri, sotto la supervisione di capi unità e responsabili, ma non c’è la stessa diligenza civile da parte di tutti nel riconoscergli la funzione e operare a favore di uno sviluppo più fluido e sereno delle varie dinamiche pertinenti lo svolgimento del match.
Per quanto riguarda il corso di formazione, è suddiviso in lezioni che sono orientate alla preparazione tecnica, scientifica, culturale e operativa degli addetti alla sicurezza degli stadi.
Credo che ora, per chi ci segue o per chi si accosta solo oggi al nostro giornale dei tifosi per i tifosi, sorgano, quasi spontaneamente, una serie di riflessioni o interrogativi su quest’attività. “Illuminazioni” che non potevano di certo essere colte sulla base delle conoscenze odierne e senza l’interesse divulgativo di qualcuno. L’importanza dell’informazione come base per un futuro modello italiano (non più importazione di uno straniero spersonalizzato), per la prevenzione e il contrasto della violenza negli stadi e contemporaneamente per concretare la volontà di vivere lo stadio non più come, la chiamo io, una “terra di mezzo” dove tutto è concesso, ma come un luogo aggregativo vissuto positivamente e come simbolo di pura fede calcistica. Che poi non è altro che la ragione fondamentale per cui tante persone vi si riuniscono!


Per tornare all’aspetto meramente economico, ve la ricordate tutti la finale di champions league disputata il 27 maggio tra Manchester e Barcellona? Come dimenticarla! Tutti avete visto il match, avete tifato, “gufato” una delle due squadre, ma lo steward ha visto anche ciò che risulta invisibile allo spettatore. Gli stewards dell’Olimpico, nonostante la preparazione tecnica e l’esperienza sul campo, si sono trovati a essere guidati e comandati da un gruppo proveniente dal nord che conosceva sì lo stadio, ma sulla carta! Non avendo mai avuto l’occasione di visitarlo e lavorarci continuativamente, chi ipoteticamente avrebbe dovuto dirigerci confondeva i vari ingressi! Convinto di recarsi al settore Monte Mario, un capo unità, percorreva disastrosamente le scale d’accesso degli ospiti, per essere prontamente ripreso dagli stewards “resident” e condotto sulla “retta via”! Detto ciò, il compenso, perché è di trattamento morale ed economico che si parla, arriva a quasi sei mesi di distanza! Ora sappiamo quanto ci è stato assegnato e da chi è partito il pagamento! Come si dice, meglio tardi che mai!


Claudia Trovato "Steward in stand by"


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