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Uno, due, tre!

Creato il 24 luglio 2013 da Drkino

Il caldo torrido può essere causa di molti disturbi e scompensi psicofisici. Per riprendere tono ed energia, l’unica cura possibile è una commedia di Billy Wilder.

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Era il 1961 quando Billy Wilder, protagonista indiscusso della commedia americana, firmava il suo diciottesimo lungometraggio. Così ne parla l’autore, intervistato da Cameron Crowe: “L’idea di partenza era stata: « Facciamo il film più veloce del mondo ». E per accelerarlo ancora ci abbiamo infilato qualche zona più lenta. E abbiamo fatto bene mi pare, ora almeno un po’ si ride. Sì, tutto sommato è un buon film. […] Giravamo e basta, anche nove pagine di fila senza che Cagney si impappinasse mai una volta o facesse un solo errore”.

Non credo di togliere meriti a nessuno, se dico che Uno, due, tre! è una delle pellicole che meglio dipingono la Berlino dilaniata dalla cortina di ferro. I toni rimangono quelli della commedia, ma l’ironia amara, peculiarità affatto sconosciuta della produzione wilderiana, qui si fa tanto più tagliente quanto più ci si avvicina all’epilogo.

C.R. McNamara (James Cagney) è il direttore della filiale della Coca Cola a Berlino ovest e vorrebbe esportare la bevanda nei paesi comunisti. Dovrà però occuparsi, nello stesso tempo, della figlia del proprio capo che a Berlino sposerà un giovane comunista. In un primo momento, McNamara cercherà di liberarsi del giovane, per non far scoprire il pasticcio al padre della ragazza, ma in extremis, costretto dalla scoperta di un’accidentale gravidanza, riuscirà a convertirlo ai suoi sani principi capitalistici.

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Si tratta di un film molto coraggioso (al botteghino fu un vero e proprio fiasco), in quanto il maestro austro-americano mantiene le distanze sia dagli ideali comunisti che da quelli capitalistici. Il suo sguardo è beffardo e canzonatorio, un po’ alla maniera del più celebre A qualcuno piace caldo (1959). Riflettere sulle contraddizioni dei due modelli economici che hanno costituito le principali forme organizzative a cavallo del XX secolo diventa qui un’occasione per osservare l’uomo moderno all’interno di una società che si spacca in due. E Berlino, spezzata da un muro che non riconosce le identità culturali né i principi fondanti di qualsiasi società civile, diventa il set ideale per un combattimento ad armi pari, in cui si finisce in ogni caso per esser sconfitti. Vero è che McNamara riuscirà a convertire il giovane rivoluzionario marxista, ma è anche vero che con questo gesto manderà in fumo anni di duro lavoro volti a garantirgli la direzione della filiale di Londra.

Il ritmo, come conferma lo stesso autore, è quello di una mitragliatrice. Nonostante non si tratti di uno dei

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capolavori di Wilder, Uno, due, tre! ha dalla sua parte una sceneggiatura brillante, frutto ancora una volta del sodalizio con I.A.L. Diamond. James Cagney, inutile ribadirlo, ha dato in questo film una delle sue prove migliori.

Non esiste commedia di Billy Wilder che non affondi le proprie radici nel cinismo e nella consapevolezza che l’uomo sarà sempre in lotta con se stesso. Essere sconfitti poi fa parte del gioco, o è addirittura inevitabile. Tanto vale, allora, perdere con un sorriso. E una lezione come questa può insegnarla solo un grande maestro.

VITAMINICO

 Dr. Bill Harford

 Ecco il video della scena iniziale del film


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