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Unrest – Recensione

Da Videogiochi @ZGiochi
Recensione del 07/09/2014

Cover Unrest

PC TESTATO SU
PC

Genere: ,

Sviluppatore: Pyrodactyl

Produttore: KISS ltd

Distributore: Digitale

Lingua: Inglese

Giocatori: 1

Data di uscita: 23/07/2014

VISITA LA SCHEDA DI Unrest

Pro-1Un titolo diverso dal solito, pieno zeppo di difficili scelte da prendere Contro-1L'assenza della localizzazione in italiano potrebbe dare fastidio ad alcuni

Pro-2Buona rigiocabilità e supporto alle mod Contro-2Ritmo piuttosto lento

Pro-3Stile artistico molto piacevole

Non è una novità che per alcuni team indipendenti lavorare sotto uno stesso tetto non rappresenti la realtà dei fatti. L’ultima testimonianza ci arriva dal team Pyrodactyl, con sede in Jaipur (India), fondato nel 2009 e con membri sparsi un po’ ovunque: India, per l’appunto, America, Regno Unito, Canada ed Estonia. La distanza non ha però intaccato il loro impegno e sacrificio, la loro voglia di sviluppare videogiochi, e dopo aver messo le mani su diverse mod per Half Life 2, decidono di buttarsi nel mercato che conta col gioco parodia The A. Typical RPG, subito seguito da Will Fight for Food; da qualche settimana è arrivato il loro terzo vero progetto, Unrest, videogame che analizzeremo quest’oggi e che ha richiesto circa due anni di lavoro per essere ultimato. Un gioco di ruolo ambientato nell’antica India, reinterpretata in chiave fantasy, molto focalizzato sull’aspetto narrativo e che affronta temi seri e di estrema delicatezza.

unrest-evidenza

CHI MANGIA DIMENTICA LA FAME ALTRUI

I progetti che ottengono successo su Kickstarter non sono sempre sinonimo di qualità, questo lo sappiamo, ma la storia di Unrest è diversa e particolare: un piccolo progetto, le cui cifre di richiesta iniziale si aggiravano attorno ai tremila dollari, e che ha visto crescere l’entusiasmo di molti, raccogliendo quasi quarantamila dollari. La sua storia è diversa perché non si tratta di un titolo che attira a sé le masse come se nulla fosse, tanto meno di un progetto portato a termine da un team conosciuto, con un background di spessore sulle spalle; si tratta di un RPG insolito ambientato in un mondo fantasy e che punta molto sui dialoghi, sulla narrazione, in un periodo difficile per popolazione e regnanti, dove ogni scelta può esser pagata a caro prezzo. Ed è praticamente attorno ad esse che Unrest sorregge la sua struttura, decisioni e scelte morali attraverso cinque protagonisti della città-stato di Bhimra che determineranno il nostro coraggio, la nostra determinazione, facendoci onere (o meno) dei nostri doveri, ben sapendo che ad ogni azione seguirà una conseguenza ben precisa. Addentrarci più all’interno sarebbe come commettere un peccato, Unrest è un titolo di cui meno si sa prima di giocarlo e più ce lo si gusta. Possiamo soltanto dire che sono vari e delicati i temi toccati, e vanno dal tradimento all’amministrazione politica e sociale, dalla fame alla povertà, passando per situazioni all’apparenza più frivole – come un matrimonio d’interesse di una fanciulla di modesta famiglia – ma che allo stesso modo scuotono animi e provocano sentimenti contrastanti tra gli sposi, le famiglie, intaccano la sicurezza dei personaggi in questione, la loro credibilità e perfino quella del loro regno, che potrebbero portare a gravi conseguenze nella gestione del popolo. È questo uno dei pregi di Unrest, nessuno vi dirà come giocarlo o quale sia la scelta migliore, perché ognuna di queste potrebbe portare a drammatiche conseguenze; non ci sono walkthrough o soluzioni che tengano in questo caso, né connessioni o familiarità con altri esponenti del genere. Questo lo si capisce anche dall’impostazione adottata dal team di sviluppo: nessuna statistica o vantaggio morale per invogliare il giocatore a compiere una scelta piuttosto che un’altra, tutto è legato al nostro volere, al nostro stato d’animo, alla nostra etica e saranno proprio questi a suggerirci che scelte compiere, influenzando tutto il racconto, di capitolo in capitolo. Una storyline reattiva, per così dire, che si ciba di complessi dialoghi per disegnare ed offrire un’esperienza ruolistica diversa dal solito, dove i personaggi non ricoprono mai un ruolo da veri protagonisti, anzi, sono un mezzo per effettuare decisioni, per immedesimare in varie situazioni il giocatore, che si troverà costretto anche nei panni di un prete, di un individuo dal passato pericoloso, di un ambasciatore e di un mercenario.

Unrest è il chiaro esempio di quanto poco basti, a volte, per distinguersi: pochi fondi, grandi idee, per un gioco di ruolo minimalista nell’interfaccia, ma grande nei dialoghi, nei bivi narrativi, nelle location e in generale nel mondo di gioco pieno zeppo di palazzi, templi, spazi verdi, che donano a tutta la vicenda una credibilità a tratti assurda. La stessa volontà di introdurre ben cinque personaggi principali, intrecciando le loro storie, permettono al racconto di farsi interessante, pur nella sua brevità di fondo (ogni run vi porterà via al massimo cinque ore, ma c’è una buona rigiocabilità). Unrest a tratti pare più un libro che un videogioco e il ritmo spesso ne risente, anche perché la violenza raramente rappresenta la risposta giusta e bisogna tenere sempre bene a mente che l’ampia serie di circostanze possibili sono condizionate esclusivamente dalle decisioni prese, che testimoniamo la profondità del sistema di gioco creato, sfruttando temi molto seri, che la stragrande maggioranza degli odierni RPG non affrontano minimamente: qui si parla di povertà, di religione, di potere, di problemi che raramente possono essere risolti come si vorrebbe per davvero, di scelte difficili. È quindi tutta questione di delicatezza nei confronti dei temi toccati, di dedizione nel tentare di placare gli animi, di negoziare e interagire con ogni personaggio, perché è dai dialoghi portati a termine con loro che daremo una svolta al nostro futuro, influenzando il nostro destino, la nostra vita. Tutto questo in un mondo di gioco fantasy che reinterpreta l’antica India, con sprite disegnati a mano e ambientazioni che sembrano veri e propri dipinti, strani individui fantastici simili a serpenti ed una colonna sonora carina, ma un po’ ripetitiva alla lunga. Anche in questa ottica, bisognerà vedere cosa gli riserverà il futuro, considerando il supporto alle mod potremmo assistere ad una sorta di seconda esperienza, slegata dal canovaccio principale; la creazione e la condivisione di mondi e nuove avventure, oltretutto, porterebbero la longevità del titolo alle stelle, ma tutto dipenderà dalla bravura della community e da quante vendite verranno totalizzate nei prossimi mesi.

Unrest – Recensione IN CONCLUSIONE
Unrest è un piccolo racconto pieno zeppo di dilemmi raccontato attraverso personaggi e ambientazioni originali e molto particolari; un gioco di ruolo che tende alla visual novel dal ritmo lento e compassato, una storia che stuzzica la curiosità e che assieme al comparto grafico crea sensazioni particolari. Come ogni titolo del genere, però, va riposta una grande attenzione nei dialoghi e l'assenza di una localizzazione in italiano potrebbe essere uno dei motivi per cui rinunciarci, qualora la vostra conoscenza dell'inglese non fosse sufficientemente buona. ZVOTO 7

Niente voto dei lettori. V6 is coming...
RPG NON CONVENZIONALE COSA SIGNIFICA PER NOI QUESTO VOTO? SCOPRILO LEGGENDO I NOSTRI CRITERI DI VALUTAZIONE!!!

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