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Vai pure. Dialogo con Pietro Consagra, di Carla Lonzi

Creato il 11 aprile 2011 da Libriconsigliati
Vai pure. Dialogo con Pietro Consagra

Vai pure. Dialogo con Pietro Consagra

Titolo: Vai pure. Dialogo con Pietro Consagra

Autore: Carla Lonzi

Editore: et al.
Pagine: 144
Prezzo: € 12,00
Pubblicazione: marzo 2011
ISBN: 978-88-6463-037-3

Valutazione Libriconsigliati: imperdibile.

L’insistenza delle politiche governative sull’uguaglianza e la parità nasconde un vecchio (e già smascherato) trucco: quello di schiacciare la presenza femminile nella dichiarazione “donne purché siano donne” (e che, naturalmente, piacciano agli uomini). Nel fraintendimento in cui ci troviamo a vivere, vengono a noi, ancora fecondi, gli scritti di un’intellettuale libera e irriverente.

Carla Lonzi (1931-1982) vive negli anni Settanta, momento di massima espansione del femminismo italiano con le grandi lotte sociali per l’aborto legalizzato e assistito, per il divorzio, per i servizi sociali garantiti e le pari opportunità nelle istituzioni e nel lavoro. Ma di fronte alla falsa promessa dell’emancipazione, Lonzi compie il gesto inaugurale di ‘mettere al mondo la differenza’ facendo comparire sulla scena un soggetto nuovo e imprevisto: la donna in carne e ossa.

Nel corso del 2010 la casa editrice et al. ha ripubblicato gli scritti della Lonzi. Marzo: Sputiamo su Hegel e altri scritti; agosto: Taci, anzi parla. Diario di una femminista; ottobre: Autoritratto; febbraio 2011: Vai pure. Dialogo con Pietro Consagra, chiarimento di una relazione affettiva nel punto in cui il rapporto di coppia diviene rapporto irrisolvibile tra due culture: «quella della donna che cerca di porre le basi per il suo riconoscimento, quella dell’uomo che si richiama alle necessità di ciò-che-è che sono le sue necessità».


Vai pure, libro-colloquio composto da quattro conversazioni registrate e avvenute nel 1980, non è alterato dalla presenza di un possibile e futuro lettore perché non pensato per la pubblicazione. Qui, il tema della relazione tra arte e vita viene riletto secondo la chiave della differenza sessuale. Le coscienze sono due (come due sono le voci che compongono l’opera) ma è come se ci si muovesse nel campo dell’Uno. Come se l’altra, nella sua differenza, restasse nell’invisibilità e nel silenzio. Riconoscerla e darle voce (al di là dell’inferiorizzazione e/o dell’omologazione) scardina non solo l’unico soggetto visibile alla Storia, ma anche tutto quel sistema di valori che, sull’Uno, si è costruito: «Il mio compito culturale è questo – dichiara Lonzi – di arrivare a essere riconosciuta come coscienza».

Con Vai pure. Dialogo con Pietro Consagra la dimensione privata e domestica (tratto riconoscibile nella storia del pensiero femminista) entra nella riflessione teoretica e diviene indicazione pratica nella contestazione non solo del linguaggio dell’arte (fino ad allora sessuato al maschile) ma anche del linguaggio dell’intera tradizione patriarcale.

Far rimbalzare questa lezione significa, oggi per noi, operare uno sganciamento dallo schema egualitario (“il mondo dell’uguaglianza è il mondo della sopraffazione legalizzata, dell’unidimensionale – maschile -” scrive Lonzi) e tornare a mettere in pratica una teoria critica che, nelle tante questioni ancora aperte, ci tolga dalla palude della semplice rivendicazione. Per non ridurci (di fronte al paradigma politico in cui l’assenza femminile c’è, anche in assenza di una dichiarata esclusione) a pronunciare semplicemente un “sì” o un “no”, rischiando di essere “ribelli dipendenti” dal meccanismo stesso e a esso funzionali.

Giulia Siviero per Libri Consigliati

L’AUTORE

Carla Lonzi nasce il 6 marzo 1931 a Firenze. Si laurea in storia dell’arte con Roberto Longhi e nel ’63 prende posizione contro Giulio Carlo Argan dichiarando il mestiere di critico “tutto da inventare”. Nel ’70 lascia la professione per dedicarsi al femminismo, al gruppo di Rivolta Femminile e alla casa editrice ad esso legata. Muore a Milano il 2 agosto 1982.

Pietro Consagra (1920-2005), scultore, aderisce negli anni Quaranta al movimento dell’astrattismo, con il gruppo Forma Uno che, ad un tempo, rivendica la possibilità di essere “marxisti e formalisti”. Gran premio alla Biennale di Venezia nel 1969, è anche critico, scrittore e curatore di numerose pubblicazioni d’arte.

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