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Valentina Pedretti: “Sogno la Nazionale”

Creato il 14 novembre 2012 da Olimpiazzurra Federicomilitello @olimpiazzurra

Da oggi Olimpiazzurra vi porta alla scoperta dei giovani talenti del calcio femminile. Oggi andiamo alla scoperta di Valentina Pedretti, difensore classe 1993. Dopo sei stagioni nell’Atalanta femminile, nel 2011 approda tra le file del Brescia femminile. L’anno scorso con Grilli trovò poco spazio, ma quest’anno si è rifatta alla grande, collezionando numerose presenze. Sogna la chiamata nella Nazionale maggiore di Cabrini. Conosciamola meglio nell’intervista che gentilmente ci ha rilasciato.

Valentina, come è nata la tua passione per il calcio?Cosa rappresenta per te?

“La mia passione per il calcio è nata fin da quando ero piccola, perchè passavo ogni sabato e domenica sui campi da calcio con papà e allora vedendo tutti questi maschietti ho deciso di provare a giocare anche io, così all’età di sei anni ho iniziato a giocarci all’oratorio del mio paese con i miei coetani maschi. Secondo me il calcio è espressione di libertà e estrosità, perchè è vero che ci sono regole, movimenti che un giocatore si deve ricordare, ma poi su quel campo deve entrare il giocatore e mettere se stesso!”.

Calcio femminile, uno sport poco seguito, che da sempre reclama più spazio: quali sono per te i principali motivi per cui è bello seguire questa disciplina?

“Sicuramente in Italia il calcio femminile non è seguito anzi è uno sport che viene considerato solo maschile, questo perchè è sbagliata la concezione che la società ha di questo sport. Di conseguenza nessuno, o poche persone, investono soldi in questo sport ecco perchè questo movimento non cresce in Italia, perchè nessuno ci crede! Negli altri stati il calcio femminile è molto sviluppato e seguito, la differenza tra il calcio femminile e quello maschile è sicuramente la purezza del gioco, ormai nel calcio maschile ci sono troppi interessi e lo sport è messo in secondo piano vedi casi di calciopoli o calcio scommesse”.

Quali sono i tuoi obiettivi futuri?

“I miei obiettivi futuri sono molti, sicuramente sotto il piano degli studi vorrei laurearmi e trovare un buon lavoro, magari andando a studiare all’estero, mi piacerebbe unire lo studio con il calcio”.

Raccontaci un po’ la tua esperienza nel Brescia, come sta andando?

“Al Brescia sono arrivata l’anno scorso, per ora si sta rilevando un’esperienza positiva. L’anno scorso abbiamo vinto una coppa Italia quando ormai nessuno credeva in noi dopo le dimissioni del Mister Grilli”.

Il tuo Brescia punta allo scudetto, secondo te quali sono le squadre da temere maggiormente per conquistarlo?

“Quest’anno puntiamo allo scudetto, anche se sarà una dura lotta perchè ci sono squadre di alto livello come la Torres, il Bardolino e lo stesso Tavagnacco a darci del filo da torcere. Secondo me sarà un campionato che si deciderà nelle ultime giornate con continui colpi di scena”.

Ormai sei da due anni tra le file delle bresciane dove hai vinto anche una coppa italia, che differenze noti tra la serie A e la serie A2 dove hai giocato con l’Atalanta?

“Prima di approdare a Brescia ho giocato con l’Atalanta, prima in serie A poi in A2. Sicuramente passare dalla A2 alla A non è facile in quanto il ritmo di gioco è molto elevato”.

Hai esordito con la maglia della Nazionale under 17 il 16/10/09 nella partita Italia – Isole Far-oer terminata 7-0 per voi. Cosa ti ricordi di quel giorno?

“Di quel giorno ricordo praticamente tutto, un momento indimenticabile, ricordo ancora gli sguardi tesi delle mie compagne, perchè tutte sapevamo che quella partita dovevamo vincerla e per fortuna così è stata. Il primo gol è avvenuto su calcio di rigore procurato da me, poi da li la strada è stata in discesa per la vittoria”.

Quest’estate hai disputato il Mondiale under 20 in Giappone, sappiamo tutti com’è andata a finire. Cosa ricordi di quell’esperienza e che bagaglio calcistico hai conservato?

“Il Mondiale mi ha fatto crescere sotto il piano calcistico perchè ci siamo confrontate con realtà diverse dalla nostra. Un ricordo che mi è rimasto impresso è l’affetto dei giapponesi, addirittura ci fermavano a chiederci l’autografo. Anche la cultura giapponese mi ha molto affascinato”.

Molte tue coetanee, come Ledri, Salvai e Franco sono state chiamate nella Nazionale di Cabrini, speri in una chiamata in futuro?

“Beh, certo. Tutte noi desideriamo una chiamata dalla Nazionale maggiore”.

[email protected]

foto tratta da bresciafemminile.it

(Un ringraziamento speciale a Isabella Lamberti per la collaborazione)

OA | Michele Pompilio

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