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Van Gogh e Il Giapponismo

Creato il 03 ottobre 2012 da Alessandro Manzetti @amanzetti
Van Gogh e Il Giapponismo Vincent Van Gogh: "Ritratto di père Tanguy" (1888)     L'articolo di oggi, collegato al post dedicato all'arte africana e oceanica pubblicato un paio di mesi fa (che potete leggere qui),  va a completare l'analisi delle influenze di altre culture sull'arte europea e sulle avanguardie artistiche. Stavolta è il momento di incontrare e prendere confidenza con il cosiddetto "Giapponismo", ossia la profonda influenza esercitata dall'arte giapponese, attraverso le celebri "stampe ukiyo-e", sulla pittura europea. Il Giapponismo va circoscritto nel periodo che va dal 1860 al 1914, e correrà su diversi binari artistico-culturali, dal collezionismo di opere d'arte giapponese ai viaggi in oriente, dalle mostre e dalla diffusione delle stampe giapponesi fino alle imitazioni e alla diretta influenza sul percorso artistico di molti grandi pittori, con gli impressionisti in prima fila. Questo articolo affronterà la diffusione del Giapponismo, sia a livello culturale che artistico, cercando poi le chiavi della comprensione del fenomeno attraverso una comparazione tra le opere e gli artisti più rappresentative dell'arte giapponese, come Kitagawa Utamaro, Utagawa Hiroshige,  Katsushika Hokusai, Tsukioka Yoshitoshi, Keisai Eisen e le opere degli artisti europei che faranno proprie alcune filosofie del giapponismo, tra i quali Edgard Degas, Claude Monet, Odilon Redon, Paul Gauguin, Toulouse-Lautrec, Eduard Manet e Vincent Van Gogh. Il confronto tra le opere e l'analisi delle influenze ho cercato di renderlo il più immediato possibile attraverso le immagini che completano l'articolo, che mostrano in parallelo le stampe giapponesi affiancate alle opere dei pittori europei. 

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