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Vangelo del 22 Marzo 2013

Creato il 18 marzo 2013 da Lory663
Vangelo del 22 Marzo 2013 Salmi 18(17),2-3a.3bc-4.5-6.7. 
Disse dunque:
Ti amo, Signore, mia forza,
Signore, mia roccia, mia fortezza, mio liberatore;
mio Dio, mia rupe, in cui trovo riparo;
mio scudo e baluardo, mia potente salvezza.
Invoco il Signore, degno di lode,
e sarò salvato dai miei nemici.
Mi circondavano flutti di morte,
mi travolgevano torrenti impetuosi;
già mi avvolgevano i lacci degli inferi,
già mi stringevano agguati mortali.
Nel mio affanno invocai il Signore,
nell'angoscia gridai al mio Dio:
dal suo tempio ascoltò la mia voce,
al suo orecchio pervenne il mio grido.
Dal Vangelo di Gesù Cristo secondo Giovanni 10,31-42. 
I Giudei portarono di nuovo delle pietre per lapidarlo.
Gesù rispose loro: «Vi ho fatto vedere molte opere buone da parte del Padre mio; per quale di esse mi volete lapidare?».
Gli risposero i Giudei: «Non ti lapidiamo per un'opera buona, ma per la bestemmia e perché tu, che sei uomo, ti fai Dio».
Rispose loro Gesù: «Non è forse scritto nella vostra Legge: Io ho detto: voi siete dei?
Ora, se essa ha chiamato dei coloro ai quali fu rivolta la parola di Dio (e la Scrittura non può essere annullata),
a colui che il Padre ha consacrato e mandato nel mondo, voi dite: Tu bestemmi, perché ho detto: Sono Figlio di Dio?
Se non compio le opere del Padre mio, non credetemi;
ma se le compio, anche se non volete credere a me, credete almeno alle opere, perché sappiate e conosciate che il Padre è in me e io nel Padre».
Cercavano allora di prenderlo di nuovo, ma egli sfuggì dalle loro mani.
Ritornò quindi al di là del Giordano, nel luogo dove prima Giovanni battezzava, e qui si fermò.
Molti andarono da lui e dicevano: «Giovanni non ha fatto nessun segno, ma tutto quello che Giovanni ha detto di costui era vero».
E in quel luogo molti credettero in lui.

Meditazione del giorno 
Vangelo del 22 Marzo 2013 Sant'Agostino (354-430), vescovo d'Ippona (Nord Africa) e dottore della Chiesa  Omelie sul Vangelo di Giovanni, n° 48, 9-11 ; CCSL 36,417 (Nuova Biblioteca Agostiniana)
Prendere Cristo
“Se la legge chiama dèi coloro ai quali fu rivolta la parola di Dio, perché a me, che il Padre ha consacrato e mandato nel mondo, dite: Tu bestemmi, perché ho detto: Sono il Figlio di Dio?” Se si possono chiamare dèi coloro ai quali fu rivolta la parola di Dio, come può non essere Dio il Verbo stesso di Dio, che è presso il Padre? Se in virtù della parola di Dio gli uomini diventano dèi, dèi per partecipazione, non sarà Dio colui del quale essi sono partecipi?... Avvicinati alla luce e sarai illuminato e annoverato tra i figli di Dio; se ti allontani dalla luce, entri nell'oscurità e ti avvolgono le tenebre (cfr 1Ts 5,5)...
“Credete alle opere, affinché riconosciate e crediate che il Padre è in me e io nel Padre”. Il Figlio non dice: “Il Padre in me e io in lui” nel senso che potrebbero dirlo gli uomini. Se pensiamo rettamente, noi siamo in Dio; e se viviamo degnamente, Dio è in noi. Come fedeli partecipi della sua grazia e da lui illuminati, siamo in lui e lui è in noi. Ma ... riconosci ciò che è proprio del Signore e ciò che è dono concesso al servo: proprio del Signore è la sua uguaglianza col Padre, dono concesso al servo è la partecipazione alla vita del Salvatore.
“Cercavano dunque di prenderlo”. Magari l'avessero preso! ma con la fede e l'intelligenza, non perseguitandolo e uccidendolo. Fratelli miei, io che parlo..., e voi, tutti insieme cerchiamo di impadronirci di Cristo. Che significa impadronirci di lui? Se hai inteso bene la sua parola, lo hai raggiunto e lo hai preso. Ma non così volevano afferrarlo i Giudei: tu lo hai preso per averlo, essi volevano prenderlo per eliminarlo. E siccome volevano prenderlo in questo modo, cosa fece egli? “Sfuggì dalle loro mani”. Non riuscirono a prenderlo perché non avevano le mani della fede. Prendere il Verbo spiritualmente, questo è prendere davvero il Cristo.
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