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Venerdì del libro (174°): IL COPERCHIO DEL MARE

Da Marisnew
Cara Lilli,

per questo appuntamento con il venerdì libresco di HomeMadeMamma voglio parlarti di un libro di Banana Yoshimoto: IL COPERCHIO DEL MARE.Ho letto varie cose di questa scrittrice negli ultimi mesi, dopo averne sentito parlare tantissimo. Di certo il mondo giapponese è parecchio lontano dal nostro e per tanti versi si fa fatica a comprenderlo fino in fondo.Leggendo tempo fa qualcosa di un altro scrittore giapponese, Murakami (Norwegian Wood), avevo avuto questa sensazione di irrisolto, di cupo, con una presenza della morte (e in particolare del suicidio) che aleggiava in ogni pagina o quasi. Poi ho letto un pò della produzione della Yoshimoto e mi sono resa conto che anche lei scrive trattando assai da vicino il tema della morte  e del dolore anche se forse in modo meno pesante, con meno drammaticità e maggiore semplicità. Sempre che si possa definire semplice e leggero qualcosa che abbia a che fare con la morte e con la sofferenza. Ma credo di aver reso il concetto.

Ne Il coperchio del mare troviamo una storia che scorre via senza grandi sussulti. La storia dell'amicizia tra Mari (l'io narrante), una giovane che ha deciso dopo gli studi di lasciare la caotica Tokyo e tornare nell'isola di origine per metter su un'attività in proprio, aprendo un chiosco per le granite, e Hajime, una ragazza più piccola, figlia di un'amica di famiglia, che arriva a trascorrere una vacanza sull'isola.
Il tema del dolore in questo caso lo troviamo nel passato remoto e prossimo di Hajime, che da piccola è rimasta sfigurata in viso e sul corpo in un incendio e che ora è affranta per la morte di sua nonna, la persona forse a lei più cara.

Ma lo troviamo anche nell'animo di Mari, che soffre per i cambiamenti negativi, la decadenza che vede nel microcosmo dell'isola sulla quale è nata e cresciuta, dove un tempo c'era un via vai di turisti e che ora rischia di perdere tutto il suo fascino a causa dell'inquinamento che sta deteriorando flora e fauna del luogo.

Mari e Hajime intrecciano un rapporto di amicizia particolare, perchè sono diverse tra loro: la prima volitiva e forte, la seconda fragile nell'anima oltre che nel corpo. Si faranno bene a vicenda.
Questo libro potrei dire che non ha punti cruciali o avvenimenti notevoli. Ciò ne fa da un lato una lettura piacevolmente tranquilla, che non comporta impegno mentale, ma al contempo non regala troppe emozioni. Ci sono dei passaggi belli, anche poetici, ma il grosso è una narrazione piuttosto semplice, non lascia tracce particolarmente profonde nell'animo di chi legge. 
Ma è piacevole e delicato, lo ripeto.

La presenza costante, sullo sfondo, del mare è forse la cosa più interessante del libro. Sarà perchè io amo moltissimo il mare e quindi non ho potuto fare a meno di notarlo! Sia Mari che Hajime adorano il mare e le descrizioni dei loro bagni o anche solo del loro osservare questa immensa distesa d'acqua sono tra le cose che ho più apprezzato del libro della Yoshimoto.


Venerdì del libro (174°): IL COPERCHIO DEL MARE

"L'ultima volta che siamo andate a fare il bagno mi sono dimenticata di ringraziare il mare." "Non mi dire! Sai che lo faccio sempre anch'io? Alla fine dell'estate, quando esco dall'acqua per l'ultima volta." Ero talmente felice che il viso mi si illuminò in un sorriso. Avevamo trovato un'altra cosa in comune.
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