Magazine Poesie

Vibrazioni di viaggio.

Da Nicolamondini
Al viaggio, ai miei compagni di viaggio
La stazione di notte riserva vite sconosciute a chi la frequenta solo di giorno.
Di notte il mondo diurno cede ogni spazio a universi segreti.
Seduto sull'asfalto del primo binario: intorno tutto è silente. Nessun treno in partenza, la stazione è fantasma.
Fantasma come il sentimento della certezza che, piuma leggera, volteggia nelle tempie.
Il viaggiatore è un grumo, con le sue quattro cose e una casa che nasce dal nulla.
Serena è la vita. Vita di tenda e condivisione.
Qui nessuno è solo; sono come l'abitante del faro tra le sue onde mai paghe di scrosci.
Sono vivo in città non mie che offrono dimora come l'oste di notte quando intorno nulla mugugna, mentre l'ultimo bavarese sorseggia una birra e il bambino sognante calcia un pallone.
Viaggiare è l'atto più estremo, conduce ad interrogatori inarrestabili bramosi di risposte inferme e bugiarde.
È notte in Olanda.
Conosco un viandante che s'innamora del mondo e sazio d'amore vaga verso l'orizzonte dipinto.
Non parole, donate silenzio a chi s'innamora del mondo.
5 Agosto, Olanda
Nel primo Agosto un treno da Berlino a Praga.
I binari d'argento e il cielo di spuma. Poi verde e dorato. Il sole nella carrozza semideserta, l'odore delle poltrone e le tende chiuse a metà.
Estate e giovinezza.
Alle spalle c'è Alexanderplatz e il suo vento nodoso, per qui passa l'uomo che non muore.
Berlino non piange mai.
Ho camminato per strade graffiate da unghie orgogliose.
Berlino è brutta, brutta e incantevole. Come una donna sinuosa e lurida, ubriaca e amabile. La puzza di piscio nelle narici e i colori del muro nelle pupille.
Berlino non concede carezze; non troverai fiori a Berlino.
Puzza di fumo nella carrozza, a Dresda un viaggiatore sta scalzo sulla banchina e cerca ristoro in una sigaretta che brucia in fretta.
In tre o quattro volute si consuma la sosta e riparte la tregua.
Tregua dai mille timori del giorno ordinario di cui sono oggi dimentico.
Due torri di pietra cingono una chiesa e nella testa gli zingari e Sally.
Accovacciati, come un solo passeggero, viaggiamo aggrappati al finestrino che racconta storie sempre nuove.
Ci innamoriamo di tutto: della prima casa all'orizzonte, del bosco ignoto e della strada solitaria; quando il cielo si fa di fieno e le case di binario si concedono senza remore, iniziamo a rubare.
Come un pittore davanti alla tela, io e il mio taccuino siamo un groviglio di vibrazioni che la penna non afferra.

11 Agosto, Germania
Non bora, ma vento: dolce e carezzevole. Steso nei miei vent'anni alla luce di un lampione, nell'abbraccio di Trieste.
Il viaggio se ne va sotto la punta delle dita e il pensiero di questi giorni si fa proteggere dalla chioma dell'albero che mi sovrasta.
È notte nella piazza della stazione.
Un cappuccio a coprire il capo e un avventore sconosciuto in cerca di una sigaretta.
Mezza estate volata via in soffio che solletica l'inarrestabile sentimento di precarietà e amore.
15 Agosto, Italia

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