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Vincitori e finalisti del Contest letterario “Visions”

Creato il 04 novembre 2015 da Alessiamocci

Si è conclusa il 5 ottobre 2015 a mezzanotte la possibilità di partecipare al Contest Letterario di poesia e prosa “Visions” promosso da noi di Oubliette Magazine e dall’autore Roberto Lirussi.

Una competizione a suon di parole e versi che ha visto più di 120 partecipanti nella sezione A (short story) e nella sezione B (poesia). La giuria (Alessia Mocci, Roberto Lirussi, Cristina Biolcati, Rebecca Mais, Irene Gianeselli, Francesca Luzzio e Katia Debora Melis) ha decretato i 14 finalisti, resi noti qualche giorno fa sulla Pagina Fan di Facebook di Oubliette Magazine.

Oggi, vi presentiamo i quattro vincitori  del contest che riceveranno a casa una copia del libro “Visions”, edito per la casa editrice Rupe Mutevole Edizioni per la collana editoriale “Trasfigurazioni” in collaborazione con Oubliette Magazine.

Tutte le opere partecipanti possono essere lette cliccando QUI.

FINALISTI

SEZIONE A

Carlo Sorgia con “Il nonno e il nipotino”

Marco Bertoli con “Ultimo saluto”

Lodovico Ferrari con “Descrizioni di descrizioni”

Ines Zanotti con “Il cielo in una pozzanghera”

Maria Rosa Oneto con “Un’altra Eternità”

Carlo Mancosu con “Silenzio”

Alice Traforti con “C’era una volta”

SEZIONE B

Francesca Dono con “Geografia del torpore”

Caterina Zanelli con “Il volo del gabbiano”

Alessio Barettini con “Sono scariche le agende”

Luciana Esposito con “Mi sei nevicato”

Felice Serino con “Conosco le voci”

Angelica Laterza con “Il nostro amore”

Salvatore di Sante con “Miele di fiele”

VINCITORI

SEZIONE A

Marco Bertoli con “Ultimo saluto”

Le fiammelle che danzano in cima al ramo stretto dalle dita arcuate del tuo compagno riempiono più di ombre che di luce la piccola caverna ma non ti importa. Con delicatezza deponi in una nicchia della roccia dai colori del sangue il corpicino gelido che reggi tra le braccia, accomodandolo per quel sonno da cui non si sveglierà più.

Era la tua prima figlia. Naledi la avevi chiamata perché come una stella brillava nei tuoi occhi quando ti si attaccava al seno. Una fitta ti lacera il cuore. Lacrime scivolano sulla peluria che ti ricopre le gote. Avevi immaginato di insegnarle come trovare radici commestibili, avvertire la presenza di un leone in agguato, accendere il fuoco.

Sospiri tutta la sofferenza che ti grava nel petto.

Il tuo compagno mormora che non è bene trattenersi a lungo nella dimora degli spiriti.

Annuisci. Accarezzi Naledi una ultima volta augurandole di essere felice là dove è andata.

Ripercorri, procedendo carponi come un animale, il cunicolo tortuoso che conduce alla superficie.

Strizzi le palpebre quando sbuchi fuori, accolta dal riverbero torrido del sole del Pliocene.

Poco distante si alza un ruggito minaccioso. Tempo di andare.

Tenendovi per mano, sparite nella erba alta della savana.

Maria Rosa Oneto con “Un’altra Eternità”

L’anima è leggera quando vola via dal corpo in una notte d’estate.

La senti insinuarsi tra le costole, la pelle, fin quasi a frantumare con delicatezza le ossa, i tendini, i nervi pur di uscire libera allo scoperto. A paragone di una piuma, di un’ala d’angelo. Una sorta di aurea profumata di mentuccia. Di lavanda sbriciolata tra la biancheria e lasciata lì con la volontà di compiere una magia. Quale lucciola benevola, bastava intravederla, percepirla, scorgerla tra l’intrico del bosco, il mormorio del ruscello per restarne storditi e affascinati. “Un nonnulla era sufficiente a farti andare fuori di testa; quando la sera rientravi ubriaco, strafatto, pronto ad alzare le mani, a picchiare. Ti ho lasciato fare, scusa dopo scusa, sperando di riuscire a ricomporre il Tuo spirito o quello che di esso ne restava. Ho sorriso, pianto, pregato ripetendo: “Io Ti salverò!” E’ sparita così, in una sera d’agosto, la mia Anima femminile, sfinita da anni di calci, sputi, umiliazioni. La luna sorrideva da lontano come una vecchia amica. Il vento dell’estate, spingendomi in alto, consegnava al mio sentire un’altra Eternità e un amore vero da gustare, fatto di baci e carezze marine.”

SEZIONE B

Caterina Zanelli con “Il volo del gabbiano”

Gabbiano,

Vedi quel pesce?

È grande, buono

(Sembra).

Afferralo, gustalo

Già ne immagini il sapore.

Gioisci ora:

L’hai conquistato ormai.

Cacciatore marino,

Perché quel volto?

Il desiderio è soddisfatto,

Hai vinto.

O forse i tuoi occhi

Han visto male

Perché il sapore è amaro.

Forse hai sbagliato.

Vegliante del mare,

Perché piangi?

Hai visto bene,

I tuoi occhi non han mentito

E il tuo gusto neppure.

Senza il pasto in bocca

Ne hai scelto il sapore

Che t’illuse.

Bianco guardiano,

Perché t’affliggi?

Vola,

Segui il vento

E spiega le ali.

Non prevedere il finale

Ma vivi sognando

Senza una meta precisa.

Abbraccio del tramonto,

Vedi quel sole?

Inseguilo,

Vivi il tuo viaggio

Scrutando l’intero mondo

Coi tuoi piccoli verdi occhi.

Cogli ogni soffio di vento

Ogni soffio di vita.

Luciana Esposito con “Mi sei nevicato”

Al di là di cime oscure, sei arrivato tu,

quel sereno riverbero di luce negli occhi,

il sorriso fermo come lago di montagna,

il cappello ricolmo di favole antiche.

Mi sei nevicato

lasciando dentro sorpresa e bellezza

Ti sei acchiocciato

come gatto infreddolito tra cuore e costato

Non mi aspettavo nulla ,se non un respiro,

uno sguardo che parli di un inverno caldo

di travaglio e folgore in ansia di silenzio.

E tu

mi prometti di tornare come le Pleiadi e le cicale;

non sapevo che quando il vento spalanca le porte

una storia dura quanto un ceppo che brucia;

Voltai lo sguardo per cercarti e già non c’eri…

I vincitori saranno contattati via email per l’invio del premio.

Complimenti ai vincitori, finalisti e partecipanti!

I nuovi Contest sono online nella Categoria Concorsi del Magazine.

Per gli autori, esordienti e non, se si è interessati a conoscere le modalità per accedere alla creazione di un contest su Oubliette Magazine contattateci su email: [email protected] scrivendo sull’oggetto: Info Contest Letterario.


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