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Visti di Traverso: Allegri a rischio di ancelottite acuta

Creato il 26 febbraio 2011 da Gianclint
Visti di Traverso: Allegri a rischio di ancelottite acuta

Il virus H4321, che provoca l'ancelottite acuta

Inverno, tempo di influenze. Specie verso la fine, quando la primavera fa capolino e a nottate rigide si alternano pomeriggi più tiepidi. Terreno fertile per i virus, che si insinuano nelle maglie dei nostri sistemi immunitari e ci fanno tribolare. E tra il verde di Milanello pare che un nuovo virus abbia trovato terreno fertile. Trattasi del virus H4321, quello che provoca ancelottite acuta. Colpisce soprattutto gli allenatori e l’incubazione è veloce. I sintomi, poi, sono inconfondibili: oltre a far inarcare preoccupantemente il sopracciglio, il parassita provoca difensivismo acuto, eccesso di prudenza, confusione e, nelle fasi terminali, delirio e gerontofilia calcistica. E se gli altri sintomi possono far confondere il diagnosta, quest’ultimo è peculiare e permette allo specialista di emettere una diagnosi certa.

Scherzi a parte (magari fossimo su Scherzi a parte…) leggendo le ultime news rossonere, e in particolare quelle relative agli undici che con tutta probabilità andranno in campo lunedì contro il Napoli, sorge spontanea più di una riflessione, più di un dubbio, più di un timore. Il timore che quella ferrea “gerarchia geriatrica” che caratterizzava lo spogliatoio ancelottiano non sia stata ancora definitivamente scardinata come pareva ai più. Emblematico il “dilemma” che le fonti giornalistiche attribuiscono ad Allegri, relativo alla fascia sinistra. Antonini è out. E allora chi schierare? Sarebbe l’occasione buona di vedere all’opera il nuovo acquisto Didac Vilà, penseranno i più coraggiosi. Potremmo provare a dare fiducia a Urby Emanuelsson, che quel ruolo lo ha già ricoperto in passato nella natia Olanda, proporranno altri.

Purtroppo per noi – a dar retta ai segugi di Milanello – il dubbio di Allegri, il ballottaggio insomma, non riguarderebbe le due new entries rossonere. A giocarsi il posto sarebbero invece nientepopodimeno che due dei giocatori più “amati” dai frequentatori di questo blog, e più in generale dai tifosi rossoneri: Oddo e Jankuloski. Largo ai giovani! Ma a prescindere dalle date riportate sulle carte di identità dei suddetti, i dubbi e le perplessità derivano dalle prestazioni che i due hanno offerto nella loro storia rossonera. Innanzi tutto ci chiediamo: quanta freschezza atletica da contrapporre all’ottima forma fisica degli attaccanti partenopei, sono in grado di garantire i due? E ancora: quali garanzie tattiche possono offrire al tecnico, visto e considerato che il primo ha fin ora disputato una sola prova all’altezza – proprio a Napoli – e che il secondo è stato protagonista soltanto di uno spezzone di partita a Catania?

La domanda che ci poniamo è chiara, e vorremmo che fosse lo stesso Allegri a risponderci francamente: ma Didac e Emanuelsson potrebbero – se schierati sulla fascia sinistra – far peggio di quanto potranno fare Oddo e Jankuloski? Offrirebbero davvero meno garanzie, sia in fase difensiva che offensiva? Potrebbero davvero garantire una resa atletico-tattica inferiore? Impossibile prevedere come risponderebbe il nostro allenatore a queste insolenti questioni, ma noi crediamo francamente che la risposta sia no. E allora perché insistere con la vecchia guardia? Perché non dare fiducia a chi è appena arrivato e ha voglia di dimostrare tutto il proprio valore? Opinione personale: perché bisogna pensare anche e soprattutto agli equilibri dello spogliatoio. E in uno spogliatoio un giocatore di 35 anni “pesa” più di uno sbarbato di 22.

Emblematico è il caso di Yepes e di Papastatopulos. Intendiamoci, nulla da dire sulle prestazioni del colombiano, che nonostante la non più tenera età è ancora un fior di giocatore e lo ha dimostrato. Ma anche Yepes mostrò più di una sbavatura nelle sue prime uscite in maglia rossonera. Incertezze, errori. Disattenzioni normali per un elemento che si cala per le prime volte in una realtà nuova. Errori, come quelli che ha commesso Sokratis – e su questo non ci sono dubbi – nello sfortunato esordio in campionato, a Cesena. Ma se a Yepes – giustamente – le sviste sono state perdonate e gli è stata data la possibilità di riscattarsi alla grandissima, a Papa non è stata concessa una seconda chance, ed è finito ai margini della rosa. Saremo malpensanti, prevenuti, complottisti e chi più ne ha più ne metta, ma pensare che in questa differenza di trattamento abbia pesato anche l’età dei due difensori è perlomeno legittimo.

Un abusato adagio recita che chi non risica non rosica. Vecchio proverbio, come tanti spesso azzeccato. Allegri in questi primi mesi rossoneri ha dimostrato di saper osare. Proporre Merkel, dare fiducia a Boateng sulla trequarti, scommettere su Strasser: tutte scelte che si sono rivelate vincenti. Ora pare che l’incantesimo si sia rotto. Sarà la paura di vincere, la tensione di un campionato che sembra giunto alla resa dei conti, l’ansia provocata dalla parziale rimonta interista e dall’arrembante Napoli. Comprensibile sudare freddo, in momenti come questi. Allo stesso tempo è proprio quando il gioco si fa duro, quando la nave attraversa l’epicentro della tempesta che il comandante deve saper tener ferme le mani sul timone, con coraggio e saldezza. Senza farsi tentare da soluzioni che solo a prima vista sembrerebbero più sicure – o meglio – rassicuranti.

Ed è proprio questo che chiediamo ad Allegri. Vincere – certamente – ma anche costruire. Costruire una squadra, costruire dei giocatori, scommettere sul futuro piuttosto che rifugiarsi nel passato. Dando un taglio netto alle vecchie logiche e mettendo in campo – alla bisogna – giovani che magari non avranno l’esperienza internazionale di Oddo, magari non avranno in bacheca i trofei di Jankuloski, ma che sicuramente potrerebbero una ventata di entusiasmo che sarebbe certamente trascinante. E che scenderebbero in campo sicuramente con un pizzico di timore, ma soprattutto con la voglia di dimostrare ai compagni, al tecnico e a noi tifosi di non essere arrivati al Milan per caso. E di non essere destinati a rappresentare l’ennesimo “oggetto calciante non identificato” avvistato dalle colline di Milanello.

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